mercoledì 3 agosto 2011

MICHAEL JACKSON: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PRPGRESS


"MICHAEL JACKSON", Raccolta di scritti che si riferiscono al cantante, adattati per il Teatro da Alberto Macchi, scritti in lingua italiana, a Roma nel 1986. Inediti.

DALL'IDEA AL TESTO, AL DEBUTTO, ALLE REPLICHE, AL WORK-IN-PROGRESS:

Anno 1987

- Alberto Macchi, insieme a Marcello Sindici, prende in esame alcune opere di Michael Jackson, in vista di una tournée che porterà il cantante presto anche a Roma e in particolar modo "Who's Bad?" ossia "Chi è cattivo?", una tra le sue opere maggiori.
- Scrive, insieme a Valeria Zanin, il testo teatrale e inizia le prove a Roma con alcuni artisti dell'Ideadanza, prima ad Acilia, poi all'Eur. Intanto Marcello Sindici lavora sulle coreografie con i ballerini.
- Debutto del Musical "Who's bad?", testi di Valeria Zanin e Alberto Macchi, regia teatrale di Alberto Macchi, canzoni di Michael Jackson, coregrafie di Marcello Sindici. Al Teatro "Le Ginestre" di Roma.
Anno 1988
- Repliche dello spettacolo "Who's bad?", al Teatro "Giulio Cesare" e al Teatro "Orione", entrambi in Roma.


Locandina dello spettacolo

RASSEGNA STAMPA, TELEVISIONE, INTERNET, RADIO:


Segnalazione su "Il Messaggero", 1988

Recensione di Giacomo Carioti sul Giornale del Banco di Roma, 1988.


martedì 2 agosto 2011

HENRIK IBSEN: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PTOGRESS



"HENRIK IBSEN", Raccolta di Testi Teatrali adattati da Alberto Macchi, scritti in lingua italiana, a Roma nel 1989. Inediti.


DALL'IDEA AL TESTO, AL DEBUTTO, ALLE REPLICHE, AL WORK-IN-PROGRESS:

Anno 1989

- Alberto Macchi, prende in esame alcune opere di Henrik Ibsen e in particolar modo "Når vi døde vaagner" ossia "Quando noi, morti, ci destiamo", una tra le sue opere minori.
- Elabora il testo, attento a non alterarne il significato e il messaggio originale. Va ad assistere a Roma ad alcune autorevoli messinscena di questo stesso autore.
- Si presenta l'opportunità di poter rappresentare, ad Ischia, questo spettacolo, grazie all'Associazione Culturale "Sirio" in occasione del Premio Ibsen, l'isola italiana dove il drammaturgo norvegese soggiornò per un lungo periodo.
- Macchi allora organizza, a Roma, le prove con gli attori della Compagnia "Arteatro" presso uno spazio del C.E.M. e con il coreografo Paolo Londi.
- Debutto presso il Teatro dell'Istituto "Enrico Ibsen" di Casamicciola, alla presenza di autorità e personalità del mondo dell'Arte e della Cultura.
- Replica il giorno successivo per gli alunni delle scuole medie dell'Isola di Ischia.





Spettacolo "Quando noi, morti, ci destiamo" di H. Ibsen, a Ischia, in occasione del Premio Hibsen 1989

martedì 26 luglio 2011

JOHN HENRY NEWMAN: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS



"JOHN HENRY NEWMAN", Testo Teatrale scritto in lingua italiana da Alberto Macchi a Roma nel 2011. Inedito
Cofton Park di Rednal (Birmingham) 19 settembre 2010. Santa Messa con Beatificazione del Venerabile Card. John Henry Newman presieduta da Sua Santità Benedetto XVI. L'evento è stato preceduto nella serata di sabato dalla Veglia di Preghiera nell'Hyde Park di Londra. (Foto da: httpwww.oratoriosanfilippo.org19-09-2010.html)


"Card. John Henry Newman" del pittore Olgierd Sołtys. Olio su tela, Tarnów in Polonia, anno 2009. Dipinto per gli Oratoriani della Chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma

DALL'IDEA ALLA STESURA DEL TESTO, AL DEBUTTO, ALLE REPLICHE:


Anno 2011

- L'idea di scrivere un testo teatrale sulla vita del Card. John Henry Newman, Oratoriano, scaturisce dalla proposta fatta da Suor Benedetta delle Oblate del Sacro Cuore di Gesù di Grottaferrata ad Alberto Macchi quando i due si sono conosciuti durante una visita al Monastero di San Benedetto a Subiaco.
- Macchi mette in relazione questa proposta col fatto d'aver assistito in Polonia, passo passo alla realizzazione d'un quadro raffigurante Newman da parte d'un suo amico pittore Olgierd Sołtys e col fatto d'aver già scritto e rappresentato in teatro la vita di Filippo Neri e quella di Cesare Baronio, primi Oratoriani. Inizia allora a far ricerche e, grazie all'interessamento di P. Edoardo Aldo Cerrato Procuratore Generale della Congregazione di San Filippo Neri, reperisce gran parte del materiale biografico presso l'Archivio della Vallicella a Roma.
- In breve tempo costruisce il testo drammaturgico, alquanto originale nella forma e ipotizza, per una futura messa in scena, l'utilizzo dello stesso cast del suo precedente spettacolo "Cesare Baronio".
- L'autore inizia le prove teatrali presso la Sala Ovale della Chiesa Nuova a Roma, avvalendosi della collaborazione del M° Mattia Peli per quanto concerne la scelta e la preparazione del repertorio musicale.

CARD. JOHN HENRY NEWMAN
premesso che:
FEDE = OBBEDIENZA : OBBEDIENZA = FEDE

Io sono stato creato per fare qualche cosa o per essere qualcosa per la quale non è¬ stato creato nessun altro. (...) Ho una parte in questa grande opera. Sono un anello della catena, un legame di parentela tra le persone.
Mio Dio, non ti chiedo di vedere, non ti chiedo di sapere, ti chiedo semplicemente di essere messo all’opera. (Roderick Strange, John Henry Newman, Lindau, Torino) (Meditazioni e Preghiere, Jaca Book, Milano 1993)
Non sono sue parole, ma è un suo pensiero:

Non possiamo cambiare il nostro DNA composto dall’insieme dei nostri geni, ma
– attraverso la nostra mente –
possiamo controllare ogni nostro singolo gene,

quindi averla vinta su malattie e vecchiaia.



lunedì 25 luglio 2011

CECILIA GALLERANI: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS



"CECILIA GALLERANI", Dialogo Teatrale scritto a Roma in lingua italiana, da Alberto Macchi, Anno 2003. Inedito.


DALL'IDEA AL TESTO TEATRALE AL DEBUTTO, ALLE RAPPRESENTAZIONI, ALLE REPLICHE:

Anno 2003
- Ispirato da certi temi trattati in alcune conferenze intorno alla figura di Leonardo da Vinci promosse dal Centro Studi e Ricerche in Campo Freudiano di Roma, Alberto Macchi decide di scrivere un breve testo teatrale su Cecilia Gallerani, la Dama col furetto di Cracovia.
- Stesura definitiva del Testo Teatrale che si riduce ad un dialogo intimo tra Cecilia Gallerani e Leonardo da Vinci.
- Lettura drammatizzata a Roma presso la sede del Centro Studi e Ricerche in Campo Freudiano, con la partecipazione del Presidente Dott.ssa Jacopa Stinchelli, alla presenza di alcuni soci.

FILIPPO NERI: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS



"FILIPPO NERI", Testo Teatrale scritto a Roma da Anna Trinchese e Alberto Macchi, in lingua italiana, nel 1995. Inedito.

DALL'IDEA AL TESTO TEATRALE, ALLA MESSA IN SCENA, ALLE REPLICHE:

Anno 1995
- Dietro commissione del Rettore della Chiesa Nuova di Roma Padre Olgierd Kokocinski e del Parroco Vladmiro Tyka, Alberto Macchi inizia ad adattare il testo sulla vita di San Filippo Neri scritto da Anna Trinchese, per poterlo mettere in scena con la Compagnia Teatrale della Vallicella da lui creata e diretta dal 1990.
- Steso il testo teatrale definitivo, iniziano le prove nella Sala Ovale della Chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma.
Anno 1996
- Debutto nella Chiesa Nuova di Roma dello spettacolo teatrale "Filippo Neri" con la Compagnia della Vallicella.

Foto di Gruppo prima dello spettacolo.


"Filippo Neri", Incisione del XVII secolo. (Collezione A. Macchi, Roma)

PREDGHIERA A SAN FILIPPO NERI SCRITTA DA ALBERTO MACCHI il 5/2/2012

Oh Filippo santo,
se oggi, come ieri, sei chiamato da tutti “Pippo bono”
significa che sei sempre stato e sei ancora buono,
buono con tutti e il più buono di tutti.
La tua bontà scaturisce dalla tua natura,
una natura che s’avvicina a quella del Signore.
Il tuo cuore infatti è il simbolo del tuo amore,
dell’amore che nutri per chiunque
e quindi presuppongo anche per me.
Io non sono una creatura degna, tua devota e fedele seguace,
ma anche se non t’ho venerato e pregato come si deve,
questo ora non t’impedisca d’aiutarmi, d’assistermi, di proteggermi,
adesso che ti sto implorando,
con un infinito bisogno d’aiuto, d’assistenza, di protezione.
Tu sei il santo dal cuore più luminoso dell’universo, visitato dallo Spirito Santo (1),
il santo dal cuore più grande e più palpitante del mondo (2).
So che m’aiuterai a superare questi momenti terribili,
so che posso contare su di te.
So che mi perdonerai se non so pregarti in altro modo
e so anche che tu m’ascolterai!
Grazie Pippo bono,
è già una grazia l’averti potuto rivolgere un tale pensiero per chiederti questa grazia!


(1) Filippo Neri, verso la Pentecoste del 1544, mentre stava pregando nelle catacombe di San Sebastiano nei pressi di Roma, su di lui discese lo Spirito Santo sotto forma di una palla di fuoco che gli penetrò nella bocca e gli si alloggiò nel petto. Cadde a terra e quando ritornò in sé tutto il corpo gli tremava. Sul fianco sinistro gli era spuntato un rigonfiamento grosso come un pugno, che gli dava un senso di gioia ineffabile, benché spesso lo esaurisse tanto da farlo misteriosamente ammalare. Ogni volta che quell'emozione lo coglieva, i battiti del suo cuore scuotevano la sedia, il letto e persino la stanza in cui si trovava. Per non distrarsi nella preghiera di solito non la controllava, come avrebbe potuto, con uno sforzo di volontà. Dopo la morte l'autopsia rivelò che due costole gli si erano rotte e arcuate sul cuore.
(2) Molte persone aasserirono di aver visto spesso il cuore di Filippo Neri tremargli nel petto e che, a contatto con esso, si avvertiva uno strano calore e un magnetismo soprannaturale.




00.161 - 10.12.14

domenica 24 luglio 2011

RAFFAELLO SANZIO: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS

"RAFFAELLO SANZIO", Monologo Teatrale, tra realtà e ipotesi, scritto da Alberto Macchi a Roma, in lingua italiana, anno 2002. Inedito.

Scena Unica: TRASFIGURAZIONE
Roma, 6 Gennaio 1520. Raffaello è seduto di spalle su uno sgabello, nella sua bottega. Solo, fra cavalletti, tele e drappi.

RAFFAELLO: (Voltandosi lentamente) Spesso si è propensi a credere... (Si alza in piedi), a pensare, a non credere, così intanto il tempo passa. Quindi c’è gente che rinuncia alla vita, ai primi ostacoli. Invece ci sono altri che, la vita, la vivono anche quando sono condannati a spingere, ogni giorno, un carretto (1) con sopra suo fratello o suo figlio storpio, invalido; e a pulirlo, ancora ogni giorno, dei suoi escrementi, fra un’infinità di miserie umane; figuriamoci quanto bene dovremmo vivere noi che tutto questo non dobbiamo farlo! E poi vengo a sapere che alcuni si suicidano in compagnia l’un l’altro. Certo, così fa meno paura la morte! (Pausa) Guardiamo invece gli uccelli: loro volano anche quando piove, grandina o nevica! (Pausa)
VFC: In fondo, anche voi avete le ali! Non siete, per caso, un angelo?
RAFFAELLO: Certo, un arcangelo, Raffaello (2)! L’Arcangelo Raffaele. (Sale in piedi sullo sgabello e agita le braccia come fossero ali. Scende). Dicevo: “la morte”. La morte, proprio lei, a volte, è lei che ci immortala. Ma io, anche dovessi morire fra tre mesi, il giorno del mio compleanno, questo non credo possa assicurare che io, poi, venga ricordato dai posteri come un grand’uomo. (S’avvicina all’enorme tela della “Trasfigurazione”. Solleva il telo che la protegge) Vedete, dopo tante Vergini così differenti tra loro, questa donna inginocchiata in primo piano, qui nella “Trasfigurazione”, avvolta anch’essa, come una Madonna, da un'angelica luminosità non riesce a prendere forma! Le mie figure solitamente sono figure vive, in atteggiamenti armoniosi. E soprattutto sono serene. Un po’ il riflesso di me. Sì, perché io mi conosco bene. Capirete che quando si dipinge, si ha così tanto tempo per pensare a se stessi, al proprio essere, alla propria vita. Io, come i miei personaggi, in special modo quelli femminili (3), sono una giusta combinazione di santità e di sensualità. La mia donna è così anche lei ed è per questo che appare tale nel mio ritratto. Margherita (4), la donna velata, infatti, anche sulla tela, è un palpito d’amore. Lei è bella in quanto il mio cuore è consacrato alla bellezza. Ed è ancor più bella nella realtà, naturalmente! D'altronde non poteva che essere così.
VFC: Pittore Divino! Un pittore divino siete voi per tutti noi. Divino, perché accanto a tutti i vostri contemporanei, come Perugino, Masaccio, Leonardo e, finanche, Michelangelo, spesso così rozzi, irascibili e incivili, voi, invece, benché gentile, leggiadro ed aggraziato, sapete esercitare tutta la vostra autorità sui vostri oltre cinquanta aiutanti, senza mai una volta alzare la voce. Perfino Papa Giulio II (5) s’accorse subito di voi e delle vostre doti!
RAFFAELLO: Il papa, invece, mi fece piangere! Lavar via gli affreschi del mio maestro, il Perugino, per offrirmi un lavoro a tutti i costi ..., proprio mentre Michelangelo stava affrescando la Cappella Sistina. A Perugia, Urbino, Firenze e Roma nessuno ha proferito parola, per rispetto alla Sua autorità, ma so che alcuni si sono morsi il labbro per non dire.
VFC: Ma voi siete stato risoluto e vi metteste, comunque, subito al lavoro.
RAFFAELLO: Certo! E con molta energia.
VFC: Dopo aver spiato nella Cappella Sistina.
RAFFAELLO: Ma il Papa non vi badò.
VFC: È vero, nessuno vi badò, … tranne il Buonarroti (6).
RAFFAELO: E poi quell’idea insana del Papa di nominarmi Conservatore dei Monumenti e delle Antichità di Roma, a me che sono, da sempre, cagionevole di salute! E farmi succedere al Bramante come Architetto della Nuova Fabbrica di San Pietro ...  Dicevo prima, che “sono un Santo”, così per dire (Ride). Non fraintendetemi! Con tutte le donne che ho ritratte e avuto nella vita, non m’aspetto di certo il Paradiso dopo la morte. Le ho possedute tutte, magari con grazia, questo sì, ma dovete tener presente che io sono stato più pagano che cristiano, malgrado abbia passato la mia vita a dipinger pareti (7) per i preti. A proposito di donne, vedete, mi ritrovo ancora che porto avanti una storia con la nipote d’un Cardinale senza decidermi a sposarla, anche questa. Piuttosto, prima che io muoia, ditemi voi: “Vi è piaciuto quel complicato intreccio delle linee, il disegno dei serici drappeggi grigi e bianchi, contro lo sfondo nero, nella mia ‘Donna Velata’?”
VFC: Indubbiamente straordinario, come è straordinaria lei, così serena, … come voi. Ma sapete, Maestro, noi non sappiamo nulla della vostra natura, o quasi. Quella vostra serenità che lasciate trasparire sul volto, per cui tutti vi accostano a Cristo, così difficile da penetrare ...; voi non siete come Michelangelo, come certi altri dipintori insomma, solitamente alteri e introversi, per cui a noi vien spontaneo immaginare i loro tormentosi pensieri. Voi ci ricordate, più propriamente, Gesù, Gesù Cristo, in special modo adesso, con questa vostra barba che vi da un tono da “Principe dei Pittori”, quasi ad esaltare le vostre molteplici qualità umane e cristiane.
RAFFAELLO: Oh! “Principe dei Pittori”! Questa poi! Prima “Gesù”, ora “Principe dei Pittori”! (Ride).
VFC (Con sottofondo musicale): Raffaello muore il Venerdì Santo del 1520 in seguito ad una violenta febbre. Sulla sua tomba, al Pantheon a Roma, il Card. Pietro Bembo scrive in latino: “Madre Natura temette finché egli visse, di essere da lui vinta. E quand’egli si spense, di morire con lui”. Raffaello nasce di Venerdì Santo, il 6/4/1483 e, come Cristo, muore di Venerdì Santo, alle ore tre di notte. Con la sua arte egli ha influenzato, almeno per i due secoli successivi, più o meno, quasi tutti i pittori, in Italia. L’ “Autoritratto con il suo maestro d'armi”, ne è un esempio: ha certamente ispirato Pompeo Batoni nel XVIII secolo, quando ha dipinto il suo “Sacro Cuore di Gesù”.

FINE

NOTE:
1 La prima sedia a rotelle appare nel XVI secolo e viene chiamata “Sedia - o meglio - Carretto per invalidi”.  E' un sedile su un piano con quattro ruote e con uno schienale regolabile. Deve essere spinta da una seconda persona.
2 RAFFAELLO DI SANTE (poi SANZIO) nasce ad Urbino il Venerdì Santo del 6 Aprile 1483, alle ore tre di notte, da GIOVANNI DI SANTE e da MAGIA DI BATTISTA DI NICOLA CIARLA. Duca di Urbino a quel tempo è GUIDOBALDO sposato con ELISABETTA GONZAGA. A otto anni RAFFAELLO perde sua madre e a undici suo padre. Così parte per Perugia a studiare dal PERUGINO. Giunge poi a Roma dove diviene amico di BALDASSARRE CASTIGLIONE. Qui si lega a ENEA SILVIO PICCOLOMINI e successivamente a FRANCESCO PICCOLOMINI, i quali in seguito entrambi diverranno papi. Lavora particolarmente per GIULIO II. A Roma muore, in seguito ad una febbre improvvisa, il 6 aprile alle 3 di notte, Venerdì Santo, 1520. Lascia moltissime opere.
3 La Madonna del Cardellino, la Madonna della Seggiola, la Belle Jardinier, la Madonna della Palma...
4 MARGHERITA soltanto nel Seicento sarà chiamata “LA FORNARINA”
5 GIULIO II, GIULIANO DELLA ROVERE (Albisola 5/12/1443 - Roma 21/2/1513), papa dal 1503.
6 Disse MICHELANGELO BONARROTI, dopo aver visto RAFFAELLO che lo spiava mentr’egli stava lavorando alla Cappella Sistina: “Quel giovanotto di Perugia è venuto a spiare nella mia Cappella”.
7 RAFFAELLO ha dipinto su quelle pareti composizioni classiche come “La Filosofia”, “La Legge”, “La Poesia”, “La Storia”, “La Scuola d‘Atene” e “La Disputa del SS Sacramento”.
8 RAFFAELLO muore il Venerdì Santo del 1520 in seguito ad una violenta febbre. Sulla sua tomba al Pantheon a Roma, il Card. Pietro Bembo scrive in latino: “Madre Natura temette finché egli visse, di essere da lui vinta. E quand’egli si spense, di morire con lui”.
9 RAFFAELLO nasce di Venerdì Santo, il 6/4/1483 e, come Cristo, muore di Venerdì Santo, alle ore tre di notte.

10 Vedi l'"Autoritratto con il suo maestro d'armi" che segue a cui potrebbe essersi ispirato Pompeo Batoni 250 anni più tardi, nel dipingere il suo “Sacro Cuore di Gesù”.

 

"Raffaello" (Particolare dall'"Autoritratto con il suo maestro d'armi")

"Sacro Cuore" (Particolare dal dipinto di Pompeo Batoni)

 

"Raffaello Sanzio" incisione del XIX secolo 


 

Papa Giulio II", committente di Raffaello. Incisione del XIX secolo 


Sedia a rotelle di Stephan Farfler, del 1655

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Bel Canto Ensemble



Dopo i successi degli spettacoli teatrali-musicali su Dante Alighieri e Leonardo Da Vinci, ideati per celebrarne i grandi anniversari nel 2015 e 2019, il Bel Canto Ensemble propone per il 2020 uno spettacolo teatrale-musicale su Raffello Sanzio, in occasione dei 500 anni dalla morte, su testo originale del celebre regista e drammaturgo italiano Alberto Macchi. Lo spettacolo prevede, così come per Dante Alighieri e Leonardo Da Vinci, la recitazione di un monologo a cura del basso Michele Bruno, accompagnato dal Bel Canto Ensemble nella formazione standard di quintetto (soprano, flauto, clarinetto, corno e pianoforte). La recitazione, accompagnata da un continuo sottofondo musicale al pianoforte, si alternerà agli interventi musicali del Bel Canto Ensemble, che prevedono talvolta la partecipazione del soprano, talvolta quella del basso. L’ensemble, oltre ad accompagnare la recitazione con sottofondi e specifiche sonorizzazioni riferite al testo teatrale, realizzerà intermezzi musicali equamente distribuiti durante tutta la rappresentazione. Il repertorio eseguito, appartenente esclusivamente alla tradizione operistica italiana, sarà attinente ai contenuti del testo, alle tematiche e alle ambientazioni in esso suggerite, così come alle vicende più significative della vita di Raffaello Sanzio. Verrà allestita sul palcoscenico una semplice scenografia composta da oggettistica funzionale alla recitazione, ma soprattutto una continua proiezione di immagini statiche e in movimento, esplicative dei contenuti della recitazione. Lo spettacolo, della durata complessiva di 90 minuti circa, verrà realizzato in un’unica parte, senza intervallo centrale.


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08.03.2010 | Universitatea Babeş-Bolyai (Cluj-Napoca, ROMANIA)
08.03.2010 | Muzeul Etnografic (Cluj-Napoca, ROMANIA)
15.05.2010 | Consolato Generale d’Italia (Lagos, NIGERIA)
16.05.2010 | Musical Society of Nigeria (Lagos, NIGERIA)
04.07.2010 | Muzeul Etnografic (Cluj-Napoca, ROMANIA)
05.07.2010 | Conservatory of Music "G. Dima" (Cluj-Napoca, ROMANIA)
18.11.2010 | Temple de la Lanterne (Lyon, FRANCIA)
04.12.2010 | Consolato Generale d’Italia (Lagos, NIGERIA)
05.12.2010 | Musical Society of Nigeria (Lagos, NIGERIA)
06.12.2010 | Lagos Hall (Abuja, NIGERIA)
10.12.2010 | Théâtre Italie (Casablanca, MAROCCO)
30.12.2010 | Elite Park (Göteborg, SVEZIA)
31.12.2010 | Elite Park (Göteborg, SVEZIA)
01.01.2011 | Elite Park (Göteborg, SVEZIA)
04.01.2011 | Salle Broustic (Andernos, FRANCIA)
05.01.2011 | Théâtre de la Pergola (Bordeaux, FRANCIA)
17.03.2011 | Farelsaal (Biel, SVIZZERA)
19.03.2011 | Circolo Italiano di Cultura (Pula, CROAZIA)
20.03.2011 | Piccolo Teatro (Labin, CROAZIA)
20.03.2011 | Palaca Modello (Rijeka, CROAZIA)
15.04.2011 | Arts and Culture Centre (Moncton, CANADA)
16.04.2011 | Bella Rose Arts Centre (Halifax, CANADA)
24.04.2011 | Exhibition Hall (Victoria, MALTA)
26.04.2011 | Exhibition Hall (Victoria, MALTA)
03.06.2011 | Maison de Robert Schuman (Metz, FRANCIA)
04.06.2011 | Academy of Performing Arts (Bratislava, SLOVACCHIA)
30.06.2011 | Biblioteca Nazionale del Regno (Rabat, MAROCCO)
15.10.2011 | Musical Society of Nigeria (Lagos, NIGERIA)
16.10.2011 | Novotel (Port Harcourt, NIGERIA)
17.10.2011 | Lagos Hall (Abuja, NIGERIA)
29.10.2011  Mega Center (Kaliningrad, RUSSIA)
30.10.2011 | Кinoteatr Zarja (Kaliningrad, RUSSIA)
12.12.2011 | Istituto Italiano di Cultura (Bruxelles, BELGIO)
30.12.2011 | Museo della Letteratura (Odessa, UCRAINA)
07.01.2012 | Stadtgarten (Heidelberg, GERMANIA)
31.01.2012 | MOD Center (Mosca, RUSSIA)
27.10.2012 | Institut Français (Libreville, GABON)
03.11.2012 | Holy Cross Church (Nicosia, CIPRO)
22.11.2012 | DUCTAC (Dubai, EMIRATI ARABI UNITI)
24.11.2012 | Emirates Palace (Abu Dhabi, EMIRATI ARABI UNITI)
15.12.2012 | Sala Michelangelo (Nizza, FRANCIA)
22.12.2012 | Sala Turgut (Izmir, TURCHIA)
29.12.2012 | Consolato Generale d'Italia (Lagos, NIGERIA)
30.12.2012 | Ambasciata d'Italia (Abuja, NIGERIA)
 04.01.2013 | Arla Hall (Aarhus, DANIMARCA)
05.01.2013 ! Sct. Mortens Kirkes (Randers, DANIMARCA)
06.10.2013 | Famagusta Gate (Nicosia, CIPRO)
07.10.2013 | Municipal Theatre (Larnaka, CIPRO)
03.11.2013 | Taj Samudra - Crystal Hall (Colombo, SRI LANKA)
06.12.2013 | Ambasciata d’Italia (Abuja, NIGERIA)
07.12.2013 | Consolato Generale d’Italia (Lagos, NIGERIA)
13.12.2013 | Große Sitzungssaal (Stoccarda, GERMANIA)
14.12.2013 | Schönbuch-Gymnasium (Holzgerlingen, GERMANIA)
27.03.2014 | Théâtre Italie (Casablanca, MAROCCO)
28.03.2014 | Biblioteca Nazionale del Regno (Rabat, MAROCCO)
25.04.2014 | Arla Hall (Aarhus, DANIMARCA)
26.04.2014 | KulturØen (Middelfart, DANIMARCA)
08.10.2014 | CERN Main Auditorium (Ginevra, SVIZZERA)
08.05.2015 | Galerie Melnikow (Heidelberg, GERMANIA)
09.05.2015 | Museum der Weltkulturen (Mannheim, GERMANIA)
07.09.2015 | Teatro Leonardus (Bogotà, COLOMBIA)
08.09.2015 | Teatro Leonardus (Bogotà, COLOMBIA)
09.09.2015 | Teatro Leonardus (Bogotà, COLOMBIA)
10.09.2015 | Teatro Leonardus (Bogotà, COLOMBIA)
11.09.2015 | Teatro Leonardus (Bogotà, COLOMBIA)
07.11.2015 | Wits Great Hall (Johannesburg, SUDAFRICA)
09.12.2015 | Ambasciata d'Italia (Abuja, NIGERIA)
11.08.2016 | Italian Festival in Thailand (Bangkok, THAILANDIA)
13.08.2016 | Music & Performing Arts Academy (HoChiMinh, VIETNAM)
15.08.2016 | Nguyen Hien Dinh Theatre (Da Nang, VIETNAM)
 23.09.2016 | Halle des Chartrons  (Bordeaux, FRANCIA)
03.11.2016 | Suya Terrace TH (Abuja, NIGERIA)
14.12.2016 | Théâtre National Mohammed V (Rabat, MAROCCO)
15.12.2016 | Théâtre Italie (Casablanca, MAROCCO)
05.04.2017 | CERN Main Auditorium (Ginevra, SVIZZERA)
03.06.2017 | Théâtre Bouchaib Bidaoui (Casablanca, MAROCCO)
05.10.2017 | Catedral de San Pedro (Guayaquil, ECUADOR)
07.10.2017 | Iglesia de San Francisco (Quito, ECUADOR)
03.11.2017 | Musikhuset (Aarhus, DANIMARCA)
04.11.2017 | Aarhus Universitet (Aarhus, DANIMARCA)
16.12.2017 | Finow Europaschule (Berlino, GERMANIA)
 17.12.2017 | Gartensaal (Wolfsburg, GERMANIA)
02.06.2018 | Teatro Nacional (San José, COSTA RICA)
26.10.2018 | Théâtre Italie (Casablanca, MAROCCO)
19.10.2019 | Temple des Valangines (Neuchâtel, SVIZZERA)
21.10.2019 | Yehudi Menuhin Forum (Berna, SVIZZERA)
25.10.2019 | Centre Culturel International (Cartagine, TUNISIA)
09.11.2019 | Teatro Nacional (San José, COSTA RICA)
29.11.2019 | Fraser Suites Abuja (Abuja, NIGERIA)
30.11.2019 | Consolato Generale d'Italia (Lagos, NIGERIA)































0.0135 - 10.12.14
0.0295 - 10.12.19




lunedì 18 luglio 2011

STANISLAO PONIATOWSKI: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS


"STANISLAO PONIATOWSKI" è un Atto Unico Teatrale in lingua italiana, scritto da Alberto Macchi, nel 1999 a Tarnów in Polonia, inedito.

Il ritratto di Enrico di Prussia (Berlino 18/1/1726 – Rheinsberg 3/8/1802) fratello del Re di Prussia Federico il Grande, non è il ritratto di Stanislao Poniatowski (Varsavia 23/11/1754 - Firenze 13/2/1833)..nipote del Re di Polonia Stanislao Augusto. (come si trova scritto)


COMMENTI AL TESTO TEATRALE:

... "Congratulazioni non solo per la parte 'testo teatrale', ma anche per tutto ciò che riguarda la conoscenza della realtà storica" (Nota del Prof. Piotr Salwa, Professore di Letteratura Italiana presso l'Università di Varsavia) ... "Wyrazy uznania nie tylko dla 'tekstu scenicznego', lecz również dla tego wszystkiego, co dotyczy wiedzy w zakresie rzeczywistości historycznej (Prof. Piotr Salwa, Katedra Literatury Włoskiej Uniwersytetu Warszawskiego).

... "Non si tratta soltanto di un testo teatrale, le fonti alle quali Lei ha attinto dimostrano l'attento studio sul personaggio, la sua età, il tutto inserito in un contesto politico dal quale risulta con chiarezza la storia drammatica, ma altrettanto esaltante, del regno dei Sarmati europei" (Nota del Prof. Gaetano Platania, Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l'Università degli Studi della Tuscia) ... "Mamy do czynienia nie tylko z tekstem teatralnym - źródła, z których autor korzystał, są dowodem uważnych studiów przeprowadzonych nad osobowością głównego bohatera i jego epoką, a wszystko to zostaje razem wpisane w kontekst polityczny, z którego w sposób jasny wypływa dramatyczna, choć zarazem intrygująca historia owego królestwa europejskich Sarmatów" (Prof. Gaetano Platania, dziekan Wydziału Języków i Literatury Obcej Uniwersytetu w Viterbo).

“Stanislao Poniatowski” è un atto unico, corredato di preziose note e di una ricca bibliografia, che scaturisce da una seria e scrupolosa ricerca storica sia in Italia che in Europa (1). Affidato più volte alla lettura di illustri studiosi (2), è anche frutto di un work-in-progress teatrale sul personaggio iniziato fin dal 1996, anno del mio primo approdo in Polonia. Questa mia proposta di oggi è un testo aggiornato alle ultime scoperte e ai più recenti ritrovamenti, corredata di informazioni sulla vita del Principe e sulle sue collezioni d’arte. L’opera racconta non solo la storia di Stanislao, ma di tutta la famiglia Poniatowski, in particolare quella del Re di Polonia Stanislao Augusto, del Principe Giuseppe e del Primate Michele. Le fonti da cui ho attinto le varie notizie, oltre che le biografie e gli scritti della sua epoca (cito ad esempio quelli dello stesso Stanislao, di Filippo Mazzei, di Jan Śniadecki, di Gioacchino Belli, o del Conte d’Espinchal), sono anche le ricerche dei nostri contemporanei, soprattutto quelle di Andrea Busiri Vici e Marian Brandys in primo luogo e poi quelle di Forst-Battaglia, Fabre, Mankowski, Lorentz, Zamoyski, nonché le notizie fornitemi da Angela Sołtys grande esperta di questa famiglia e di quest’epoca e i servizi apparsi sulla stampa in questi ultimi anni. Questa pièce è stata da me espressamente strutturata, come le precedenti (ne cito alcune: ”Caravaggio”, "Shakiamuni", "Cristoforo Colombo", "Filippo Neri", “Beato Angelico”, "Celestino V", “Bona Sforza”, "Da Valdocco a Zduńska Wola", “Brat Albert”, “Stanislao Kostka”), perché possa essere rappresentata, oltre che nei teatri convenzionali, anche in spazi diversi, come le chiese, gli antichi palazzi, i chiostri o i parchi, utilizzando appunto tali scenografie architettoniche e naturali. E' un omaggio a quello spirito nobile, amante delle arti e della cultura, che fu Stanislao Poniatowski, la storia dell ”Uomo”, in tutta la sua complessità psicologica, più che quella del “Principe”, l’espressione dei suoi valori, delle sue contraddizioni e delle difficoltà ch’egli incontrò con la sua gente per non aver eguagliato il coraggio di suo cugino Giuseppe invece considerato, giustamente, da tutti un eroe, difensore della propria patria. Il mio compito, infatti, non è quello del critico o dello storico, ma dell’uomo di teatro, incline a frugare nelle più recondite pieghe dell’animo umano. Questa proposta vuole essere un teatro di parola e insieme di immagine, una fiction di atmosfere e rievocazioni oniriche, con qualche momento fantastico dove, dal fondo disadorno della scena, balzano figure irreali, vaganti nello spazio, appena evidenziate dalla luce. Questo testo, apprezzato da diversi studiosi, italianisti polacchi e polonisti italiani, tra i quali Sante Graciotti, Gaetano Platania, Piotr Salwa e Stefan Bielański, è anche uno spaccato d'epoca in Italia e in Polonia. Esso è costruito a tableaux e può essere utilizzato integrale o a scene selezionate, anche per performances varie o per letture teatrali, per letture radiofoniche e, perché no, per la stesura d'un copione televisivo o cinematografico.
(1) Ricerche a Roma presso: Biblioteca Alessandrina dell’Università La Sapienza, Biblioteca Nazionale, Biblioteca Hertziana, Biblioteca del Goethe Institut, Biblioteca dell’Arcadia, Biblioteca dell’Accademia dei Lincei, Biblioteca dell’Accademia di San Luca, Biblioteca dell’Università Gregoriana, Biblioteca dei Gesuiti, Biblioteca dei Teatini, Archivio di Stato, Biblioteca di Storia dell’Arte a Palazzo Venezia, Biblioteca dell’Accademia Polacca, Biblioteca dell’Istituto Polacco, Biblioteca Vaticana. A Firenze presso: Biblioteca Riccardiana, Archivio degli uffizi. A Reggio Emili presso: Biblioteca Comunale. A Cesena presso: Biblioteca Malatestiana. A Cracovia presso: Biblioteca Jagellonica, Biblioteca dell’Istituto Italiano, Biblioteca del Castello di Wawel, Biblioteca dei Gesuiti. A Varsavia presso: Biblioteca dell’Università, Biblioteca dell’Istituto d’Arte dell’Accademia delle Scienze, Biblioteca dell’Istituto Italiano, Biblioteca del Castello di Varsavia. A Tarnów presso: Biblioteca del Museo Regionale, Biblioteca del Seminario Diocesano, Biblioteca Comunale. A Londra presso : British Library, Witt Library. A Parigi presso: Biblioteca Nazionale. Inoltre ho visitato molti dei luoghi e le residenze dove Stanislao, Stanislao Augusto, Michele e Giuseppe Poniatowski, per qualsiasi ragione, come risulta dai documenti, hanno soggiornato durante la loro esistenza, sia in Polonia, che in Austria, che in Boemia, che in Germania, che in Svizzera, che in Russia, che in Ucraina, che in Lituania, che in Francia, che in Gran Bretagna, che in Italia. Di tutto ciò conservo una documentazione fotografica e informativa oltre al materiale, oggi pubblicato, della Dott.ssa Angela Sołtys, da lei raccolto per il suo dottorato di ricerca intorno alla figura di Michele Poniatowski.
(2) Benché non fosse ancora definitivo e con alcune inesattezze ancora da correggere, ho donato copia di questo testo a: ANGELA SOŁTYS, Storica dell'Arte in Polonia; STEFAN MELLER, Storico, Ambasciatore di Polonia a Parigi; FRANCESCO SCOPPOLA, Direttore dei Lavori di Restauro della Villa Poniatowski a Roma; FRANCESCO MORICONI, Direttore dei Lavori di Restauro della Villa Poniatowski a San Felice Circeo; ANNAMARIA MORETTI SGUBINI, Direttrice della Sovrintendenza Archeologica di Roma; FRANCESCA BOITANI, Direttrice del Museo di Villa Giulia a Roma; STEPAN FRANKIEWICZ, Ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede. KRZYSZTOF ŻABOKLICKI, Direttore dell'Accademia Polacca a Roma; KRZYSZTOF OLENDZKI, Vicedirettore dell'Istituto Polacco di Cultura a Roma; STEFAN BIELAŃSKI, Docente di storia all'Università Jagellonica di Cracovia; PIOTR SALWA, Professore di Letteratura Italiana all'Università di Varsavia; GAETANO PLATANIA, Preside Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Moderne, Università della Tuscia; MAŁGORŻATA BONIKOWSKA, Docente di Storia all'Università di Varsavia; GIUSEPPE DELL’AGATA professose di Slavistica all’Università di Pisa; SANTE GRACIOTTI, Professore di Letteratura Polacca all'Università La Sapienza di Roma; CLAUDIO STRINATI, Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico di Roma e Lazio; MAŁGORZATA FURDAL, Direttrice dell'Istituto Polacco di cultura a Roma; TERESA ILARDO, Direttrice dell’Istituto Italiano a Varsavia; MARIAN ROLA, Direttore del Collegio Polacco a Roma. (Nota dell'autore)

DALL'IDEA, AL TESTO, ALLE RAPPRESENTAZIONI:

Anno 1996- Dall'incontro, in Polonia, di Alberto Macchi, drammaturgo e regista teatrale, con la Dott.ssa Angela Sołtys, Storica dell'Arte, esperta del Settecento Europeo e in particolare della Famiglia Poniatowski, scaturisce l'idea di tradurre in forma drammaturgica il risultato di ricerche fatte in Polonia e da fare in giro per l'Europa.
Anno 1997
- Ricerche intorno ai Poniatowski presso Biblioteche e Archivi in Polonia. Visita di siti e monumenti che si riferiscono alla famiglia reale. Raccolta di documenti e foto.
Anno 1998
- Ricerche intorno alla Famiglia Poniatowski presso Biblioteche e Archivi in Italia. Visita di siti e monumenti che si riferiscono in paricolare a Stanislao Poniatowski che visse e morì in Italia. Raccolta di documenti e foto.
Anno 1999
- Ricerche intorno alla Famiglia Poniatowski presso Biblioteche e Archivi in Europa. Visita di siti e monumenti che si riferiscono a Giuseppe, a Michele e a Stanislao Poniatowski viaggiatori per lunghi periodi in Europa. Raccolta di documenti, foto e materiale vario.
- Stesura del testo teatrale dal titolo "Stanislao Poniatowski" pressoché definitivo, testo apprezzato dai Professori Piotr Salwa dell'Università di Varsavia, da Sante Graciotti dell'Università di Roma e Gaetano Platania dell'Universtà della Tuscia.
Anno 2000
- Continuate le ricerche in Polonia e Italia. Aggiornato il testo teatrale, corredato di un'ampia bibliografia e di note.
Anno 2001
- Continuate le ricerche in Polonia. Aggiornato il testo teatrale, corredato di un'ampia bibliografia e di note.
Anno 2002
- Continuate le ricerche in Italia. Aggiornato il testo teatrale, corredato di un'ampia bibliografia e di note.
Ann 2003
- Continuate le ricerche in Europa. Aggiornato il testo teatrale, corredato di un'ampia bibliografia e di note.
Anno 2006
- Riprese le ricerche in Europa. Aggiornato il testo teatrale, corredato di un'ampia bibliografia e di note.
Anno 2009
- Ultimato il testo assolutamente definitivo a Varsavia. Lettura drammatizzata, a cura dell'autore, al Teatro "Enrico Marconi".
- Dopo un periodo di prove, alcune parti del testo sono state registrate con le voci recitanti degli attori, Mauro Bisso, Elwira Romanczuk, Graziella Diano Naef, David ...
Anno 2010
- Tale registrazione è stata utilizzata in occasione di performances e conferenze sulla famiglia Poniatowski tenutesi, a cura dell'autore, presso il Teatro "Enrico Marconi" di Varsavia.

RASSEGNA STAMPA, GIORNALI, RADIO, TELEVISIONE:

KRONIK RZYMSKICH
nr 126, Styczeń-Luty-Marzec 1999
Angela Sołtys
STANISŁAW PONIATOWSKI, KSIĄŻĘ "ZREHABILITOWANY"

STANISLAO PONIATOWSKI "REDENTO",
un testo teatrale del regista Alberto Macchi.
Il testo teatrale "Stanislao Poniatowski", scritto da Alberto Macchi, autore e regista di teatro e attento studioso della storia della Polonia, scaturisce da una lunga e scrupolosa ricerca fatta a Roma, a Firenze, a Cracovia e a Varsavia.
Questo lavoro, oltre che la sua drammaturgia, mette in luce un aspetto del protagonista di questa pièce che forse nessuno prima d'ora ha considerato: la sua "redenzione".
L'abilità di Macchi nel delineare, in una realtà storica, le differenti personalità dei personaggi e nel manovrare con cura di particolari le varie azioni dentro una sorta di tableaux vivants, ha coinvolto ed interessato un po' tutti gli storici che hanno avuto l'occasione di leggere questo importante documento.
Eccone alcuni commenti:
…"Non si tratta soltanto di un testo teatrale, le fonti alle quali Lei ha attinto dimostrano l'attento studio sul personaggio, la sua età, il tutto inserito in un contesto politico dal quale risulta con chiarezza la storia drammatica, ma altrettanto esaltante, del regno dei Sarmati europei"…(Prof. Gaetano Platania, Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l'Università degli Studi della Tuscia)
…"Congratulazioni non solo per la parte "testo teatrale", ma anche per tutto ciò che riguarda la conoscenza della realtà storica"…(Prof. Piotr Salwa, Professore di Letteratura Italiana presso l'Università di Varsavia)
Ma tornando alla "redenzione" del Principe Poniatowski.
La sua scelta di abbandonare il suo paese proprio durante la fine dello Stato polacco e proprio quando i suoi zii, il Re Stanislao Augusto e il Principe Michele Primate di Polonia erano in serie difficoltà, con Giuseppe, suo cugino, che invece difendeva la patria fino poi a sacrificare la vita, non fu di certo una mossa felice.
Ma tutti possono sbagliare nel corso dell'esistenza! L'importante poi è redimersi, con sincero pentimento e piena consapevolezza. A tal proposito, l'autore qui descrive un percorso che ben evidenzia la catarsi che questo personaggio ha vissuto, sia per riconquistarsi il perdono del Vaticano che quello della Polonia. Quest'opera comunque è molto discreta. Infatti non ipotizza, non commenta, non sentenzia. Racconta, invece, la vita di questo principe, sia quella esteriore che quella interiore, lasciando al lettore la facoltà di analizzare i fatti esposti, fino a poterli giudicare.
Il Principe Poniatowski viene definitivamente in Italia intorno alla fine del 1700 e si stabilisce a Roma. Qui conosce Cassandra Luci, un donna del popolo, infelicemente sposata con un certo Vincenzo Venturini Benloch. Se ne innamora. La ama dal primo momento con tutto il cuore, tanto che si adopera subito perché venga annullato il suo matrimonio. Intende sposarla appena possibile. E nel frattempo ha da lei ben cinque figli. La Chiesa dei suoi tempi naturalmente lo condanna per questa relazione illegittima e la Polonia, a sua volta, per la sua mesalliance e per la sua "codardia".
Ma oggi la storia e il senso di verità e di giustizia reclamano un giudizio più sereno, quello per un uomo che ha sbagliato, è vero, ma che ha anche rimediato in qualche modo. Tutti i suoi figli, infatti, ha voluto che fossero battezzati e poi una volta che la sua concubina è rimasta vedova del suo ex marito, l'ha sposata per morire così in grazia di Dio.
Come ha rimediato invece agli errori nei confronti della sua patria? Questo lo si può dedurre leggendo il testo teatrale forse di prossima pubblicazione o andando a vederlo rappresentato da qualche parte nell'immediato futuro a Roma e a Firenze, oppure, chissà, a Cracovia e a Varsavia nella versione in lingua polacca.
(Traduzione in italiano: Wszystkie artykuły pochodzące z "Kronik Rzymskich" zamieszczone na stronach Opoki: Kroniki Rzymskie)

"STANISLAO PONIATOWSKI"
Un testo teatrale scritto dal regista Alberto Macchi
Con il restauro della Villa Poniatowski sulla Via Flaminia a Roma e con la sua apertura al pubblico, torna d’attualità il personaggio Stanislao Poniatowski bene descritto, nel suo testo teatrale, da Alberto Macchi.
Principe della Corte di Varsavia, nipote dell’ultimo Re di Polonia Stanislao Augusto e del Primate di Polonia Michele Poniatowski nonché cugino dell’eroe nazionale polacco Giuseppe Poniatowski, il Principe Stanislao Poniatowski, all’età di 45 anni, si stabilisce a Roma alla fine del XVIII secolo, per trasferirsi, venti anni più tardi, a Firenze. Qui sposa Cassandra Luci, una donna romana, dopo che ha avuto da lei ben cinque figli. Muore a Firenze nel 1833. Intimo amico di Goethe, Valadier, Piranesi, D’Agincourt, De Bernis, di Angelica Kauffmann e di Elisabetta Vigée-Lebrun, è stato un importante mecenate e uno dei più famosi collezionisti di gemme ed opere d’arte del suo tempo in Europa, oltre che un grande proprietario di terre e di immobili in Italia, dalla Lombardia alla Campania. Accademico di San Luca e Membro dell’Accademia dell’Arcadia, a Roma ha abitato in Via della Croce, ma qui in città possedeva anche la Villa sulla Via Flaminia nei pressi di Villa Giulia. In casa sua ha lavorato al suo servizio per alcuni anni, come segretario, il famoso poeta romano Gioacchino Belli.
Ma ecco, qui di seguito, riportiamo uno stralcio tratto dalla nota dell’autore, Alberto Macchi: “Stanislao Poniatowski è un atto unico teatrale che scaturisce da una lunga e scrupolosa ricerca negli archivi di tutta Europa, nonché da un work-in-progress teatrale iniziato nel 1996. È un testo corredato di note, di un’ampia bibliografia, di documenti e di preziose informazioni sul personaggio e sull’epoca”.
Come gli altri testi di Macchi, quali “Stanislao Kostka”, “Bona Sforza”, “Da Valdocco a Zduńska Wola” o “Brat Albert”, anche “Stanislao Poniatowski” è stato da lui strutturato in modo tale che si possa agevolmente rappresentare, oltre che nei teatri convenzionali, anche in spazi come chiese, antichi palazzi, chiostri o parchi, utilizzando le loro naturali scenografie architettoniche. Quest’opera è un omaggio a quello spirito nobile, amante delle arti e della cultura, che fu Stanislao Poniatowski; la storia dell’”uomo”, più che quella del “principe”. È l’espressione dei suoi valori, delle sue contraddizioni e delle difficoltà che incontrò con la sua gente per aver abbandonato il suo paese proprio nel momento più doloroso della sua storia, per non aver eguagliato il coraggio di suo cugino Giuseppe. Quest’opera, di prossima pubblicazione, è anche uno spaccato dell’epoca in Italia e in Polonia ed è costruita a “tableaux” per poter essere utilizzata integralmente o a scene selezionate. Apprezzata dai Professori Sante Graciotti di Roma, Stefan Bielański di Cracovia, Piotr Salwa di Varsavia, Gaetano Platania di Viterbo e da tanti altri ancora, ci auguriamo che qualche istituzione si mobiliti al più presto perché venga rappresentata in Italia ed in Polonia nelle due lingue. (Roma 2000)
“RITRATTO DI PROFILO DI STANISLAO AUGUSTO PONIATOWSKI”
Opera: Moneta.
Autori: Zecca di Varsavia o Istituto di Conio Polacco.
Dimensioni: cm. 3,00 di diametro.
Luogo e Data: Varsavia 1772.
Provenienza: Proprietà Numismatic Store, Lebanon (NH – USA) fino al 14/2/2005. Dal 15/2/2005 fa parte della Collezione Alberto Macchi, Roma.
Descrizione: Lato dritto, intorno all’immagine: Stanislaus Aug. D.G Rex Pol MDL – Lato rovescio, intorno all’immagine: Grossus Polon . Triplex . 1772 – Sotto l’immagine: AP.
Note: Moneta di bronzo da tre Groszy dello Stato della Polonia, del 1772 emessa alla Zecca di Varsavia*. Sul lato dritto è rappresentato il ritratto a mezzo busto, di profilo, di Stanislao Augusto Poniatowski**, sul lato rovescio uno stemma con la corona reale contornata da due ramoscelli d’alloro, con un toro al centro, due aquile e due cavalieri a cavallo ai lati posti alternativamente.
* Re Stanisław August fu il primo sovrano polacco a riformare il sistema monetario del suo paese. Così lo Złoty divenne la valuta ufficiale della Polonia e il cambio di 1 Złoty per 30 Groszy fu confermato in Europa. Anzi fino al 1787 lo Złoty fu legato al Conventionsthaler del Sacro Romano Impero, al cambio di 8 Zł per 1 Conventionsthaler. Lo Złoty rimase in circolazione anche dopo le Spartizioni della Polonia e il Ducato di Varsavia iniziò ad emettere monete in Grosz, Złoty e Talar, del valore di 6 Złoty. Comunque venivano emesse anche banconote in Talleri. La Zecca di Varsavia, ovvero l’Istituto di Conio Polacco, emise monete in Złoty fino al 1841, quando fu stabilito un tasso fisso di cambio tra le valute polacca e russa, al cambio di 0,15 Rubli per 1 Złoty. Il sistema monetario polacco però verrà bandito dai russi a seguito della fallita rivolta di gennaio, anche se poi le monete polacche rimarranno comunque in circolazione fino all'inizio del XX secolo. Ma ecco un po’ di storia:! Le prime monete in Polonia sono state coniate quando la questo stato ha adottato la fede cattolica uniformandosi a tutto l’Occidente. Mieszko I e tutti i suoi successori hanno coniato i Denari, monete spesse, incise da entrambi i lati. Considerando però che il danaro tende a svalutarsi, la Polonia è passata a coniare, alla fine dell’XI secolo, monete più semplici, incise solamente da un lato, ma talmente sottili da spezzarsi con estrema facilità. Nel XIV e XV secolo, in Europa, soltanto Ducati d’Oro e i Fiorini avevano valore. Lo Zloty polacco non veniva considerato come una vera e propria moneta ma solo come un’unità di calcolo dal valore di 30 Groszy. Solo nel 1564 gli venne finalmente attribuito un valore monetario. Fu all’epoca chiamato “Polkopkiem” da “Kopa” un’unità di misura equivalente a 60 unità. Lo Złoty è la tradizionale valuta polacca che risale al Medioevo. Inizialmente, nei secoli XIV e XV il nome fu usato per tutte le monete d'oro straniere utilizzate in Polonia, principalmente i ducati tedeschi e ruteni. Nel 1496 il Parlamento approvò la creazione di una valuta nazionale, il cui valore fu posto a 30 Groschen di Praga, poi mutati nel termine polacco Grosz. Lo Złoty non era l'unica moneta in uso e il nome fu utilizzato per la moneta da 30 Groszy chiamata Oro Polacco ovvero Polski Złoty, in opposizione all'Oro Rosso - Czerwony Złoty o Oro del Reno - Złoty Reński, anche in circolazione in Polonia. Col tempo, il valore dello Złoty si abbassò fino al livello delle monete straniere circolanti.
** Ecco l’albero genealogico di Stanislao Augusto Poniatowski: Suo padre Stanisław Poniatowski, Castellano di Cracovia, sposa in prime nozze Teresa Woyna Jasienica, dalla quale divorzia; poi sposa in seconde nozze Konstancja Czartoryska. Da costei ha otto figli: Kzimierz, Generale della Polonia; Franciszek, Cancelliere di Gniezno; Aleksander, Aiutante in Campo di Carlo Principe di Lorena; Ludowika; Isabella; Stanisław Antoni, Re di Polonia col nome di Stanisław II; Andrzej, Feldmaresciallo d’Austria; Michał Jerzy, Primate di Polonia.
STANISŁAW ANTONI PONIATOWSKI (Wołczyn 17/1/1732 – San Pietroburgo 12/2/1798), ovvero Stanislao Augusto, ossia Stanisław II, Re di Polonia dal 1764 al 1795. Amante delle arti e delle Scienze, Stanislao Augusto sposa morganaticamente Elżbieta Szydlowska, vedova Grabowska, nel 1784, dalla quale ha cinque figli tra cui Cichocki.
ZECCA DI VARSAVIA: Stanisław August fu il primo re polacco a riformare il sistema monetario. Così lo Złoty divenne la valuta ufficiale della Polonia e il cambio di 1 Złoty per 30 Groszy fu confermato in Europa. Anzi fino al 1787 lo Złoty fu legato al Conventionsthaler del Sacro Romano Impero, al cambio di 8 Zł per 1 Conventionsthaler.

“STANISLAS AUGUSTE”
Opera: Acquaforte e Bulino.
Autori: Wolfgang Adam Töpffer – Jean-Louis Barde & Jaques Louis Manget – William Coxe
Dimensioni: cm. 15,00 x 9,50
Luogo e Data: Ginevra 1786
Descrizione: Al centro del foglio: “Immagine” costituita dal ritratto compreso in un ovale, con la scritta sull’abito “[Re]x * Stanis[laus] * Aug[ustus] * Pol[oniae]” e con sotto lo stemma di famiglia sormontato dalla corona reale tra la scritta “Stanislas Auguste Roi de Pologne” – sotto l’immagine, a destra: Töpffer Sculp.
Note: Questo ritratto, su foglio di cm. 19,60 x 13,50, è tratto da “Voyage en Pologne, Russie, Suède, Dannemarc, Ec.” di William Coxe, pubblicato da Barde, Manget & Compagnie a Ginevra nel 1786. Una copia è conservata presso a Biblioteca Nazionale di Varsavia.
STANISŁAW ANTONI PONIATOWSKI, ovvero STANISLAO AUGUSTO, ossia STANISLAO II (Wołczyn 17/1/1732 - San Pietroburgo 12/2/1798) Re di Polonia dal 1764 al 1795. Ecco l’albero genealogico del Re STANISLAO AUGUSTO: Suo padre STANISŁAW PONIATOWSKI, Castellano di Cracovia, sposa in prime nozze TERESA WOYNA JASIENICA dalla quale divorzia; poi sposa in seconde nozze KONSTANCJA CZARTORYSKA. Da costei ha otto figli: KAZIMIERZ, Generale della Polonia; FRANCISZEK, Cancelliere di Gniezno; ALEKSANDER, Aiutante in Campo di Carlo Principe di Lorena; LUDWIKA; ISABELLA; STANISŁAW AUGUST, Re di Polonia; ANDRZEJ, Feldmaresciallo d’Austria; MICHAŁ, Primate di Polonia. STANISŁAW AUGUST sposa morganaticamente ELŻBIETA SZYDLOWSKA, vedova GRABOWSK, nel 1784, dalla quale ha cinque figli tra cui CICHOCKI.
WOLFGANG ADAM TÖPFFER (Ginevra 1766 – Ginevra 1847), pittore, assieme al figlio RODOLPHE, scrittore e caricaturista, è uno dei rappresentanti più prestigiosi nella storia dell'arte ginevrina e precursore del fumetto. Fu WOLFGANG ADAM TÖPFFER ad insegnare a suo figlio rudimenti del disegno. All'età di 58 anni, ormai conosciuto ed apprezzato in Europa, egli compì un viaggio in Italia, dal 17 marzo al 30 aprile 1824, con lo scopo di visitare Roma e le sue collezioni, passando per Torino, Genova e Firenze. Testimonianze preziose di questo viaggio sono sei lettere scritte dall'Italia alla moglie e un diario di viaggio rimasto sconosciuto. L'interesse di questi inediti è duplice. Da una parte, essi sono una miniera di notizie sulla personalità dell'autore, le sue convinzioni, le sue manie, i momenti di tristezza o di malumore. Dall'altra, sono una testimonianza preziosa del rapporto particolare con l'Italia, che gli offrì nuove visioni, colori insoliti, accostamenti che accendono l'immaginazione. Mano a mano che l'artista procede fra le montagne e le colline, lungo il mare o nelle città, egli annota con cura tutto ciò che vede. Il suo diario diventa allora il taccuino di un pittore che fa incetta di dettagli sui luoghi stessi, per lavorarvi poi nel suo atelier. Se lì si esprimeva graficamente, in viaggio, senza possibilità di dipingere, è obbligato a servirsi della scrittura come di un vero e proprio pennello, con risultati sorprendenti. In tale ottica, il diario di WOLFGANG ADAM TÖPFFER è certamente uno dei rari esempi di «Scrittura Pittorica». Tra le sue diverse opere di disegno, pittura ed incisione ricordiamo: “Portrait of Madame Etienne Sayou, Töpffer’s Sister-in-Law, Seated in a Park”, un Works on Paper, Drawing, Watercolors on paper, 49.8 x 33.7 cm; “Homme Penché”, disegno aquarello, mina al piombo, cm. 22,50 x 16,00; “Les Conscrits”, olio su tela, cm. 55 x 76; “At the Exhibition”. (Venanzio Amoroso, Un peintre genevois en Italie. Lettres et journal inédit d’Adam Töpffer) RODOLPHE TÖPFFER (Ginevra 31/1/1799 – Ginevra 8/6/1846). A causa di una lesione all'occhio il giovane RODOLPHE evitò le arti visive per dedicarsi alla scrittura. Le sue opere, tra cui “My Uncle's Library”, “Nouvelles Genevoises” e “Voyages en zig-zag”, sono classici della letteratura svizzera. Insegnò a Parigi e diventò professore di retorica presso l'Accademia di Belle Lettere di Ginevra. Però non riuscì a stare lontano a lungo dal disegno e dalla pittura. Il suo amore per le immagini lo spinse ad arricchire con esse le sue creazioni verbali. È nel 1827 che inizia a realizzare i suoi ‘Racconti per Immagini’. Trasse ispirazione dalla sua esperienza con i bambini, ma offrì al suo pubblico anche brani satirici sul mondo degli adulti. RODOLPHE TÖPFFER divenne famoso in Svizzera per le sue ‘Storie Illustrate’, note come ‘Histoires en Images’, che presentavano per la prima volta, in un impianto narrativo sequenziale, vignette con brevi testi manoscritti, come in “The Adventures of Mr. Obadiah Oldbuck” ovvero “Monsieur Vieux Bois”, edizione acquarellata pubblicata da TILT & BOGUE in Inghilterra, circa nel 1840, separate tra loro da linee verticali e orizzontali. Tra queste: ‘Histoire de Monsieur Jabot’ del 1833, ‘Monsieur Crépin’ del 1837, ‘Les Amours de M. Vieuxbois’ del 1839, ‘Monsieur Pencil’ del 1840, ‘Le Docteur Festus’ del 1840, ‘Histoire d'Albert’ del 1845, ‘Histoire de M. Cryptogame’ del 1845. I racconti di RODOLPHE TÖPFFER vennero stampati nel 1833, suscitando l'interesse e l'ammirazione di molti uomini di cultura, compreso J. W. GOETHE che scriveva di lui: "Töpffer non segue le orme di nessuno; non mi ero mai imbattuto in un talento così originale. È incredibile come sappia ricavare da così pochi personaggi molteplici occasioni". Il grande scrittore affermava di leggere le sue storie poco per volta "per non rischiare di fare un'indigestione di idee". E ancora: “È veramente divertente! Effonde spirito e vivacità! Alcune di queste pagine sono incomparabili. Se, in avvenire, scegliesse soggetti meno frivoli e divenisse ancor più conciso, farebbe cose da superare l’immaginazione”. Anche lo scrittore FRANCOIS-XAVIER DE MAISTRE apprezzava RODOLPHE TÖPFFER e diceva: "Impossibile dare maggiore espressività a un viso con così pochi tratti". Dopo la sua morte le storie vennero raccolte in una serie di libri sotto il titolo ‘Histoires en Estampes’. TÖPFFER creò personaggi ben delineati sia sotto l'aspetto psicologico, sia nella rappresentazione grafica. E dipinse deliziosi quadri satirici della società in cui visse, rifacendosi alla tradizione della caricatura inglese, come quella di HOGARTH e di ROWLANDSON e francese come quella di GRANDVILLE. L'opera di RODOLPHE TÖPFFER rivela un attento studio teorico del nuovo mezzo espressivo da lui utilizzato. In “M. Cryptogame” ovvero in “Bachelor Butterfly”, edizione acquarellata edita da TILT & BOGUE in Inghilterra, circa nel 1850, “Physiognomie illustrée” pubblicato nel 1845, egli dà un'interpretazione del nuovo media, attuale ancora oggi: fare letteratura per immagini non vuol dire servirsi di un mezzo per esprimere un'idea grottesca, ma non vuol dire neanche rappresentare una storiella o un motto; significa invece l'invenzione totale di un fatto per cui singole parti disegnate, messe l'una accanto all'altra, rappresentano un tutto". E nella prefazione a “Histoire de Monsier Jabot” scriveva: "I disegni senza il testo non avrebbero che un significato oscuro; il testo senza i disegni non significherebbe nulla". RODOLPHE TÖPFFER muore a Ginevra l’8 giugno del 1846, a soli 47 anni, per una malattia al fegato. R. TÖPFFER was the son of painter WOLFGANG ADAM TÖPFFER, a german emigrant who had settled in Geneva, Switzerland. TÖPFFER studied in Paris and became a teacher, working in several schools in Geneva, and becoming titular professor of rhetoric at the Geneva Academy of Belles-Lettres. In 1825, he founded a boarding school for boys. Nel sttembre del 1842 la WILSON and Company ha ristampato “The Adventures of Obadiah Oldbuck” di RODOLPHE TÖPFFER E questo è stato il primo libro comico pubblicato in America. TÖPFFER has earned most fame for his ‘Histoires en Images’, picture-stories which are considered the first in the comics genre. After TÖPFFER's death in 1846, were posthumously anthologized in the series of volumes titled 'Histoires en Estampes'. A story left unfinished by TÖPFFER was “Brutus Calicot”, the manuscript of which is kept at the University Library in Geneva. Another publication by TÖPFFER is 'Essais d'autographie' of 1842. TÖPFFER's picture-stories have been an influence on many of the early "comic" artists, such as CHRISTOPHE, WILHELM BUSH and CHAM. His 'M. Vieuxbois', translated as 'Obadiah Oldbuck', was the first comic book ever published in America, in 1842.
JEAN-LOUIS BARDE (XIII-XIX secolo) e JAQUES LOUIS MANGET (XVIII-XIX secolo), che hanno costituito la ‘Barde, Manget & Compagnie, imprimeur, libraires &’, nel 1788 si trovano a Parigi presso BOISOON libraio in Rue de Poitevins nell’Hotel de Mesgrigny e in quella data stampano l”Ouvres badines et morales” de M. CAZOTTE. JAQUES LOUIS MANGET ha scritto e pubblicato, da solo, nel 1825 “Itineraire descriptif du Lac de Genève ou Guide du voyageur dans la Vallée du Leman” e nel 1875 “Guide du voyageur a Geneve autour du lac et au bassin du Rhone superieur”. Tra il 1780-1796 JEAN-LOUIS BARDE & JAQUES LOUIS MANGET, insieme, pubblicano a Ginevra “Voyages dans les Alpes, precedés d’un essai sur l’hispoire naturelle des environs de Genève” di H. B. DE SAUSSURE, con un incisione di W. A. TÖPFFER. JEAN-JACQUES MANGET probablement est son cousin, son frère ou son parent. Au XVIIe siècle, on constate, grâce aux 3 000 ouvrages de cette période, les avancées des précurseurs, en microscopie, avec ANTOINE VAN LEEUVENHOEK, en clinique, avec THOMAS SYDENHAM, en anatomie des tissus, avec MARCELLO MALPIGHI et FREDERIC RUYSCH, ainsi qu'en anatomie pathologique, avec THÉOPHILE BONET et JEAN-JACQUES MANGET.
WILLIAM COXE (Londra 7/3/1747 – Wiltshire 16/6/1828), scrittore. Pastore anglicano, dal 1804 arcidiacono del Wiltshire, fu precettore presso alcune grandi fam. inglesi, che accompagnava durante il Grand Tour. Compì tre viaggi in Svizzera: nel 1776, 1785 e 1787. Il primo soggiorno ispirò l'opera Sketches of the Natural, Civil and Political State of Switzerland, pubblicata nel 1779, che riscosse un grande successo e venne ristampata in lingua inglese almeno sette volte; l'ultima edizione, del 1802, fu illustrata con incisioni di PETER BIRMANN. Dal 1789 il libro, arricchito e modificato, apparve con il titolo di “Travels in Switzerland and in the Country of the Grisons” e fu tradotto più volte, specialmente in tedesco e francese. La prima edizione della traduzione francese, due volumi, del 1781 e del 1782, venne eseguita da LOUIS-FRANÇOIS RAMOND DE CARBONNIÈRES sotto il titolo “Lettres de M. William Coxe à M. William Melmoth...” e rappresenta, grazie alla sua diffusione e alla qualità letteraria della traduzione, un importante punto di riferimento nella storia del viaggio in Svizzera. Viaggiatore curioso, si interessò di luoghi, sistemi politici, condizioni economiche, usi e costumi. Storico erudito e preciso, C. volle rendere conto di ogni aspetto del Paese, visitare tutte le località e le città, in modo da poter redigere testi che servissero da opera di consultazione e da guida. Membre du Collège Royal de Cambridge, de la Société Royale de Londres, de la Société Impériale Économique de St Petersbourg, et de l'Académie des Sciences à Copenhague. Nell’anno 1786 ha scritto “Voyage en Pologne, Russie, Suède, Dannemarc, Ec.” pubblicato a Ginevra da BARDE, MANGETt & Compagnie, traduit de l'Anglois, & augmenté de Notes, d'Observations & des Eclaircissemens nécessaires, par M.P.H. MALLET, ci-devant Professeur Royal à Copenhague, Professeur de l'Académie de Genève, Membre de celles d'Upsal & de Lyon, & Correspondant de l'Académie Royale des Inscriptions & Belles Lettres de Paris. Ouvrage orné de cartes géographiques, portraits, Plans,et figures en taille-douce. BONAPARTE a lu les relations de cet voyage dans la traduction de RAMOND parue sous la forme de trois volumes en 1789. (C. Reichler, R. Ruffieux, a cura di, Le voyage en Suisse, 1998, 1588 sg)

“RITRATTO DI STANISLAO AUGUSTO RE DI POLONIA”
Opera: Incisione.
Autori: Ignazio Colombo – Catterin (Caterina) Minatelli.
Dimensioni: cm. 10,80 x 13,10
Luogo e Data: Venezia 1792
Provenienza: Fino al 17/2/2008 di proprietà di Claudio Michele Carignano, Torino. Dal 18/2/2008 fa parte della Collezione Alberto Macchi, Roma.
Descrizione: Sotto l’immagine, al centro: Colombo s. – Sotto: Stanislao Aug.° Re di Polonia – Sotto: Pubblicato in Venezia a spese di Catterin Minatelli e Comp.°.
Note: Questa stampa iconografica è su un foglio di cm. 16,00 x 22,00.
STANISŁAW ANTONI PONIATOWSKI (Wołczyn 17/1/1732 – San Pietroburgo 12/2/1798), ovvero Stanislao Augusto, ossia Stanisław II, Re di Polonia dal 1764 al 1795. Amante delle arti e delle Scienze, Stanislao Augusto sposa morganaticamente Elżbieta Szydlowska, vedova Grabowska, nel 1784, dalla quale ha cinque figli tra cui Cichocki.
IGNAZIO COLOMBO (Verona 1752 – Padova 1825), incisore, disegnatore. Tra i suoi molti lavori, ha inciso i “Fasti Veneziani”, ossia i fatti di Storia Veneta effigiati. Altri Colombo incisori, suoi contemporanei e suoi conterranei, sono: Antonio Maria (Venezia 1794 – Padova 1829), Simon (Venezia XVIII secolo) e Aurelio (Varese 1785 – 1836).
CATERINA MINATELLI (Venezia, XVIII secolo), esperta di arti incisorie e titolare, insieme ad un compagno, della pregiata Casa Editrice che si firma “Catterin Minatelli e Comp.°”. Tra le sue opere di incisione più significative figura: “Giorgio Washington”, in cui si legge: Minatelli s., pubblicata a Venezia da Catterin Minatelli e Comp.

“DEDICA ALLA PRINCIPESSA ELISA PONIATOWSKI”
Opera: Stampa
Autori: Cesare Merli - Tommaso Torcigliani
Dimensioni: cm. 11,00 x 15,00
Luogo e Data: Lucca 1857
Descrizione: Dedica alla Principessa Elisa Poniatowska in testa alla “Raccolta Componimenti Drammatici” scritti dal Drammaturgo Tito Merli, pubblicata in Lucca dalla Tipografia Tommaso Torcigliani nel 1857, a profitto degli Asili e Scuole Infantili di Carità di Lucca.
Note: Un’altra dedica fu rivolta al compositore Giuseppe Poniatowski, fratello di Elisa, dallo scrittore Giuseppe Matrata nel suo libro dal titolo “Lucca nel Milleduecento” edito a Lucca da Luigi Guidotti nel 1843.
ELISA PONIATOWSKI DE RICCI (Roma 1806 - Firenze 1896), Principessa italiana di origine polacca. Attrice e cantante. Detta Isabella, è figlia del Principe Stanislao Poniatowski e di Casandra Luci, è la sorella di Costanza, Giuseppe, Carlo e Michele. Amante, come i suoi fratelli, della musica, con loro si esibisce in spettacoli musicali. Suo padre è nipote di due importanti personaggi, uno infatti, Sua Altezza Stanislao Augusto Poniatowski, è stato l’ultimo Re di Polonia e l’altro, il Principe Michele Giorgio Poniatowski, Primate della Chiesa Cattolica Polacca. Isabella sposa a Firenze nel 1820 in prime nozze il Conte Bentivoglio, in seconde nozze, ancora a Firenze, nel 1822 il Marchese Zanobi Ricci, da cui ha dei figli tra i quali Anna Maria che sposerà Aleksandre Walewski il figlio naturale di Napoleone Bonaparte e di Maria Walewska. In terze nozze poi sposerà, sempre a Firenze, il Marchese Piccolellis.
CESATE TITO MERLI (Lucca I metà del XIX secolo - Roma? II metà XIX secolo) Scrittore e Drammaturgo. È Socio Corrispondente dell’Accademia dei Quiriti. Nel 1856 a Roma gli viene assegnato dal Vaticano un premio concernente una medaglia d’argento per le sue opere teatrali. Tra li suoi scritti ricordiamo dodici “Componimenti Drammatici” del 1857 e un “Prontuario Liturgico” del 1861, entrambi pubblicati a Lucca.
TOMMASO TORTIGLIANI (Lucca I metà del XIX secolo - Lucca? II metà XIX secolo). Famoso Stampatore. La sua era un’ottima stamperia in Lucca, ma aveva come concorrenti Luigi Guidotti e di Balaltresi.

"STANISLAO AUGUSTO PNIATOWSKI"

"STANISLAO AUGUSTO PONIATOWSKI"

"VISIONE DI PIAST"

"VILLA PONIATOWSKI A ROMA"

"GIUSEPPE PONIATOWSKI"

"LOCANDINA DELL'OPERA BONIFAZIO DE' GEREMEI"

"COSTUME PROTAGONISTA FEMMINILE DELL'OPERA PIETRO DE' MEDICI"

"COSTUME PROTAGONISTA MASCHILE DELL'OPERA PIETRO DE' MEDICI"
"GIUSEPPE, CARLO E MICHELE PONIATOWSKI"
Disegno del Caricaturista G. Veroverain,
da "I Poniatowski a Roma" di Andrea Busiri Vici
(Collezione privata, Parigi)

“CIRCOLO DELL’UNIONE A FIRENZE”
Opera: Disegno, bozzetto.
Autori: G. Veroverain
Dimensioni: 30,00x42,00 cm.
Luogo e Data: Firenze 1853?
(Collezione Alberto Macchi, Roma)
Descrizione: Bozzetto di G. Veroverain, a matita nera su carta avorio, parzialmente acquarellato e con qualche tratto a penna con inchiostro nero. Rappresenta un interno con le caricature di alcuni personaggi. Il disegno è delineato da una riquadratura di cm 19x29 a matita nera. Qualche figura sul lato sinistro è ricalcata a penna con inchiostro nero. Due giacche, quella del primo personaggio in piedi a sinistra e quella del terzultimo personaggio a destra seduto, sono tinte con un colore a tempera blu cobalto. Tutto intorno a questa riquadratura figurano prove di colore e sul lato sinistro prove di dettagli che riproducono quattro bozzetti del volto del Principe Marcantonio Borghese. La scena si riferisce ad un momento nel Circolo dell’Unione a Firenze. Alcuni di questi personaggi sono stati specificati dall’autore stesso, di suo pugno, con le scritte a penna nera: Poniatowski, Orloff, Gortschekoff, Borchi, Ricci, P.e Borghese. Altri, come Alexandre Walewski, De Ricci-Walewska, Zanobi De Ricci, Mario Rapisardi, Anatole Demidoff e Matilde Demidoff, si possono invece facilmente individuare. La figura di Carlo Poniatowski posta sulla destra della scena è del tutto simile ad un altro disegno dello stesso autore contenuto in un suo album di caricature conservato presso l’Archivio Poniatowski a Parigi.
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Note: Il Circolo venne ideato e creato a Firenze nel 1852, dal Principe Anatolio Demidoff, presso la sua sontuosa Villa ottocentesca di San Donato, insieme ad un gruppo di amici, tutti appassionati di corse di cavallo al galoppo. Originariamente l’ideatore avrebbe voluto chiamare questo sodalizio per soli uomini col nome di “Circolo dell'Unione”, invece, per evitare ogni riferimento all'Unità d'Italia, decise di optare per "Società Anonima per le Corse dei Cavalli" nome preferito dal Granduca, che però presto si premurò di sostituire con "Jockey Club", almeno più verosimile ad un circolo inglese di gentiluomini come, ad esempio, il prestigioso “Reform Club” di Londra. Fu nel 1853 presso la nuova sede a Palazzo Corsi del XVI secolo, in via Tornabuoni 7, sempre a Firenze, che si tenne la prima riunione, ma fu soltanto diciotto anni più tardi, ovvero nel 1871, che la società potette intitolarsi ufficialmente col nome di "Circolo dell'Unione". Il palazzo, sede del Circolo dell’Unione, ancora oggi si trova in Via Tornabuoni, 7. Qui vi sono rappresentati ariosi paesaggi e un magnifico trompe l’oeil. Il presidente attuale è il Marchese Niccolò Rosselli Del Turco.
G. VEROVERAIN: (Parigi? XIX secolo), disegnatore caricaturista francese. (Collezione Alberto Macchi, Roma)
CARLO PONIATOWSKI (Roma 14/8/1808 – San Pancrazio27/7/1887), Principe d’origine polacca, figlio di Stanislao Poniatowski e Cassandra Luci
ALESSIO FEODOROVIC D’ORLOFF (1786 - 1861), Conte, militare, diplomatico, uomo di Stato, ha rappresentato la Russia al Congresso di Parigi, Appartenente alla famosa famiglia di allevatori dei trottatori russi di una fama indiscussa fin dal secolo precedente. La razza dei cavalli Orloff era infatti costituita da animali robusti, ben costruiti, veloci e resistenti nello stesso tempo. Per tutta la prima metà del secolo XIX parve anzi che il cavallo degli Orloff dovessero prevalere sull’invincibie cavallo americano, al quale, ancora nel 1878, si dimostrò superiore nelle corse svoltesi a Parigi. Per il centenario della nascita dell’allevamento creato con lo stallone Smétanka fatto venire dall’Arabia dal Principe russo Alessio G. Orloff-Techesmensky, nel 1875 i proprietari dell’allevamento hanno eretto a Pietroburgo, un monumento al Conte russo insieme al suo cavallo. Il Conte D’Orloff, viveva con sua moglie a Firenze ed era amico del francese Antoine Le Bailly. (Ritratto dell’antenato Alexis Grigoriewitch Orloff-Tchesmensky)
MICHELE DEMETRIO GORTSCHAKOFF (Russia 1792 – 1860?), Principe russo, Comandante in Capo delle armate dell'ovest e del centro, e Luogotenente del Regno di Polonia. Principe Michele Demetrio Gortschakoff, comandante in capo delle armate dell'ovest e del centro, e luogotenente del regno di Polonia
ANGIOLO BORCHI (Firenze XIX secolo), Avvocato, Pretore di Firenze.
ELISA PONIATOWSKI DE RICCI (Roma 1806 - Firenze 1896), detta Isabella, Principessa di origine polacca, sposa del Marchese Zanobi De Ricci.
ZANOBI DE RICCI (Firenze XIX secolo) Marchese, marito della Principessa Elisa Poniatowski.
MARCANTONIO V BORGHESE (Parigi 23/2/1814 – Frascati 5/10/1886), VIII Principe di Sulmona.
ANATOLIO DEMIDOFF (Firenze 17/4/1812 – Parigi 29/4/1870), Primo Principe di San Donato presso Firenze e imprenditore russo di armi. Sposò Matilde figlia del Re Girolamo Bonaparte. Nel 1859 acquistò la Villa Bonaparte all'Isola d'Elba e la trasformò in museo.
MATILDE DEMIDOFF (n. Roma 1820), Principessa, moglie del Principe Anatole Demidoff.
MARIO RAPISARDI (Catania 1844 – Catania 1912), Poeta, professore di Letteratura presso l’Università di Catania. Ha sposato Amelia Poniatowski
ALEXANDRE COLONNA-WALEWSKI (Walewice/Warszawa 4/5/1810 – Strasburgo 27/9/1868), Conte, marito della Marchesa Maria Anna De Ricci.
MARIA ANNA DE RICCI WALEWSKA (Firenze 18/7/1823 – Parigi 1912), Contessa, moglie di Alexandre Walewski e figlia di Zanobi De Ricci e di Elisa Poniatowski.

"STATUA DI GIUSEPPE PONIATOWSKI A CAVALLO IN VARSAVIA"

"GIUSEPPE PONIATOWSKI SU UNA CARTA MONETA DA 100 SLOTY DEL 1932"

"CATERINA II DI RUSSIA"







"LA POLOGNA DI STANISLAO AUGUSTO PONIATOWSKI"
Opera: Libri.
Autori: Claude-Carloman De Rulhière - Imprimeries des Annales, des Arts et Manufactures.
Dimensioni: cm. 12,50x20,00.
Luogo e Data: Paris, 1807.
Provenienza: Fino al 27/5/2002 ha fatto parte della Collezione Simonetta Gribaudi in Torino. Dal 28/5/2002 appartiene alla Collezione Alberto Macchi in Roma.
Descrizione: Quattro libri dal titolo "Histoire de Pologne" [con particolare ridferimento al regno di Stanislao Augusto Poniatowski]. Il IV volume contiene "Anectodes de la Révolution de Russie, en l'année 1762". I quattro volumi sono stati scritti da Rulhière su commissione del Delfino di Francia futuro Re Luigi XVI, dietro compenso di una pensione di 6.000 lire.
CLAUDE CARLEMAN DE RULHIERE (Paris 8/6/1735 - Paris 30/1/1791) Ufficiale dell'Esercito, Diplomatico, Poeta e Storico.
STANISLAO AUGUSTO PONIATOWSKI
IMPRIMERIE DES ANNALES DES ARTS ET MANIFACTURES. Stamperia fondata da John Barbier de Vernar, membro della Société d'Encouragement etc. di Parigi.

"COSTELLAZIONE TORO DI PONIATOWSKI"
Costellazione dell’Emisfero boreale. Fu così denominata nel 1777 da MARTIN POCZOBUT-ODLANICKI (1728 – 1820), abate polacco direttore dell'osservatorio reale di Vilna, per celebrare il Re di Polonia Stanislao Augusto Poniatowski.



"LETTERA MANOSCRITTA DI GIUSEPPE JAWORSKI"
Opera: Lettera Manoscritta.
Autori: Joseph Jaworski.
Dimensioni: cm. 46,00x37,00.
Luogo e Data: Leopoli, 1791.
Provenienza: Fino al 1/3/2011 è stata di proprietà di Bill Stoten Northolt (Gran Bretagna). Dal 2/3/2011 appartiene alla Collezione Alberto Macchi in Roma.
Descrizione: Lettera giudiziaria manoscritta in latino composta da un unico foglio piegato in due parti, indirizzata a: "Tribunali - Cesareo Regio ... - Tarnowiensi" che si conclude con: "Leopoli dic 1ma Martii 1791 Josephus Comes Jaworski". Timbro postale: "K: K: Galizi: Appellation".
Note: Contiene un timbro a secco tondo di cm. 7,50 di diametro, con un decoro che rappresenta una spada, piante ed altro e con scritte in caratteri cirillici tutte intorno.
JOSEPH JAWORSKI: Conte polacco, Magistrato del Tribunale di Leopoli sotto il Governo del Re di Polonia Stanislao Augusto Poniatowski. HOŁOSKO WIELKIE Capell. Ec. Ad S. Annam. Patr. Inclytus Magistratus Leopoliensis. Capell. vacat. Adm. loc. Josephus Jaworski n. 1812 o. 1846 ux. In Matrice cum Fil. Hołosko małe, Zamarstynów et parte Brzuchowice num. anim. gr. c. ……….. 606 (Schematismus Universi Venerabilis Cleri Archidioeceseos, L’vov 1858)

1791 kompletny list datowany 16.XI wysłany z Trybunału Apelacyjnego we Lwowie do Tarnowa, na papierze z godłem Królestwa Galicji i Lodomerii, dokument po łacinie podpisany "Josephus Comes Jaworski"; stempelek "K:K:GALIZI:APPELLATION", adnotacje pocztowe czerwonym atramentem, na odwrocie sucho tłoczona zalepka; podobny list znajduje się w kolekcji Alberto Macchi - włoskiego autora i reżysera teatralnego; bardzo rzadki dokument w doskonałym stanie zachowania.
(http://znaczki-pl.com/en/auctions/60/category/1/page)













”GIUSEPPE PONIATOWSKI”
Opera: Poesia.
Autori: Pierre-Jean De Béranger. – Fratelli Garnier.
Dimensioni: cm. 16,00x24,00.
Luogo e Data: Parigi, 1876.
Provenienza: Fino all’8/4/2005 è stata di proprietà di Véronique Mouillet in Gudmont (Francia). Dal 9/4/2005 appartiene alla Collezione Alberto Macchi in Roma.
Descrizione: Versi poetici pubblicati nel II volume del libro “Chansons de Béranger” pubblicato a arigi nel 1876.
Note: Questa poesia, come le altre del libro, erano già state pubblicate a Parigi nel 1847.
PIERRE-JEAN BÉRANGER (Parigi 19/8/1780 – Parigi 16/7/1857). Poeta e musicista Di cagionevole salute, da giovane segue suo padre che opera nel mondo degli affari. Viene celebrato per la sua liberale e umana visione della vita in un periodo di violenze. È amico di Lucien Bonaparte.
FRATELLI GRANIER Editori parigini del XIX secolo. Nel 1833, I fratelli Auguste et Hippolyte Garnier fondano la Casa Editrice. Cinque anni più tardi creano anche una libreria. Questa Casa Edtrice durerà fino al 1983. Dopo sarà assorbita dalla Presses de la Cité.
GIUSEPPE PONIATOWSKI (Vienna 7/5/ 1763 – Lipsia 19/10/1813). Nipote del Re di Polonia Stanislao Augusto. Poniatowski e cugino di Stanislao Poniatowski, muore eroe in battaglia nell’esercito di Napoleone Bonaparte.

“Nieznany Książe Poniatowski” di Marian Brandys, Varsavia 1960.
“Powrót Króla” di Aleksandra Sgorzelska, Varsavia 1991.
"I Poniatowski e Roma" di Andrea Busiri Vici, Firenze 1971.
“Poniatowski” di Otto Forst De Battaglia, Milano 1930.


"Interno ed esterno del Palazzo, residenza di Stanislao Poniatowski a Roma"


"Interno ed esterno della Villa di Stanislao Poniatowski a Roma"
"Palazzo e parco della Tomacella nel Comune di Patrica in Ciociaria: uno dei tantissimi immobili e terreni appartenuti a Stanislao Poniatowski nell'Italia del centro-nord"


"Interno ed esterno della Residenza di Stanislao Poniatowski a Firenze"




"Lapidi e Sepolcro di Stanislao Poniatowski nella Chiesa di San Marco a Firenze"



Rassegna di Conferenze intorno alla figura di Stanislao Augusto Poniatowski promosse dal Castello Reale di Varsavia, a cura della Prof.ssa Zofia Zielińska e della Dott.ssa Angela Sołtys. 2010-2011

Wystawa "Stanisław August Ostatni Król Polski".
27 listopada 2011 – 19 lutego 2012. Zamek Królewski w Warszawie.
Wystawa kurator: Dr. Angela Sołtys
"Stanislao Augusto Ultimo Re di Polonia" a cura della Dott.ssa Angela Sołtys. Dal 27 novembre 2011 al 19 febbraio 2012 al Castello Reale di Varsavia.
Manifesto della Mostra

Catalogo della Mostra

CURIOSITA':
GAZZETTA DI MILANO N. 183 del 1817
POLONIA
Varsavia 17 luglio. Furono trasportate lo spoglie mortali del principe Giuseppe Poniatowski, comandante in capo dell'esercito polacco, da Varsavia a Cracovia. Si crede che anche le spoglie dell'ultimo Re di Polonia, Stanislao Augusto, verranno trasportate da Pietroburgo a Cracovia per esservi deposte nella sepoltura dei Re di Polonia. (Idem)
Varsavia 15 settembre. La festa di S. M. l'Imperatore e Re fu qui celebrata con tutta la solennità 1'11 del corrente. Fuori della città si era eretto uu altare al quale il vescovo Golaszewski celebrò la messa, e si cantò il ‘Te Deum’ al rimbombo del cannone; 30m. uomini erano presenti in gran tenuta. Il granduca fece poscia sfilare 34 battaglioni di fanteria colla guardia, 40 squadroni di cavalleria ed un treno d'artiglieria di 100 pezzi di canaone. La sera tutta la città fu illuminata, ed il luogotenente del Re diede una brillante festa da ballo, che il granduca onorò di sua presenza.
— Si aumenta molto la guardia polacca; per formarne i nuovi reggimenti si prendono i militati della guardia russa, che sono oriundi della Polonia russa.
— L'Imperatore ha comperato per 65m. ducati il palazzo Łazienki, che era la residenza d'estate dei nostri sovrani. Finora esso appartenne alla famiglia di Stanislao Augusto, ultimo Re di Polonia.
— Si crede che 1'Imperatore verrà qui nel mese di maggio prossimo, per l'apertura della dieta. (Idem)
Varsavia 15 ottobre. L' Imperatore con una lettera del 6 dello scorso mese, fece conoscere nei termini i più lusinghieri, che, giusto il voto della nazione, egli dava col maggior piacere il suo consenso alla erezione di un monumento consacrato alla memoria del principe Giùseppe Poniatowski, in qualunque luogo della città si voglia innalzare. In conseguenza si è ormai contrattato col celebre artista Thorvaldsen, islandese di nascita, il quale trovasi a Roma, e che in la ai 5 mesi si obbligò di consegnare, mediante 6000 zecchini, una statua di metallo. Non si convenne per anco sulla foggia del vestito. Il sig. Thorwaldsen avea proposto la foggia romana, ma qui si ama generalmente di veder piuttosto il principe vestito in una forma nazionale. (Jour de France)
(Gazzetta di Milano, C. R. Stamperia di Governo, Milano 1817, N. 183)


Muzeum Łazienki, Warszawa 2018 r

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 Scene di Stanislao Augusto interpretato da Kamil Bronek-Malanowski

Spettacolo "Casanova i inni", drammaturgia e regia di Aberto Macchi, 
al Teatro del XVIII secolo, di Lazienki a Varsavia.

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Sono un appassionato di ricerche sul "Grand Tour e sulle Accademie dell'Arcadia e di San Luca nel XVIII secolo". Vivo in Italia ed in Polonia dove, di tanto in tanto, AMO VIAGGIARE NELLO SPAZIO E NEL TEMPO. 
Chiunque, residente in uno di questi due paesi, nutra la mia stessa passione, può contattami per un incontro in cui condividere e scambiarsi esperienze, foto, opere, documentazioni raccolte a tutt'oggi e magari per concordare un'eventuale escursione, tra realtà e immaginazione, da fare insieme successivamente - albertomacchi.it.pl@gmail.com





0.0615 - 10.12.14
0.1090 - 31.01.19
---------------------------------------------------------------------------------------------------------- PRINCE STANISŁAW PONIATOWSKI: EXPERT ON AND COLLECTOR OF ANCIENT AND ITALIAN ART by Agnieszka Bender Uniwersytet Kardynała Stefana Wyszyńskiego w Warszawie From Abstract published 2020-06-17: page created by Index Copernicus Ltd. All Rights reserved 2018. Copyright © 2018 Index Copernicus Ltd. Several publications of professional historians and what is more, amateurs with a passion and journalists, who, interestingly, are Italians or Poles living in Italy, have been released;6 they have tried to popularize the figure of the fabulously wealthy, though eccentric Prince. Curiously enough, also a theatre play: un Atto Unico Teatrale, titled Stanislao Poniatowski,7 was written in 1999 following a several-year preliminary research by Alberto Macchi, an Italian director and author. Sono uscite diverse pubblicazioni di storici professionisti e per di più dilettanti appassionati e giornalisti che, curiosamente, sono italiani o polacchi residenti in Italia6; essi hanno cercato di divulgare la figura del favolosamente ricco, ma eccentrico Principe. Curiosamente, anche uno spettacolo teatrale: un Atto Unico Teatrale, intitolato Stanislao Poniatowski,7 è stato scritto nel 1999 a seguito di una ricerca preliminare di diversi anni di Alberto Macchi, regista e autore italiano.