martedì 29 dicembre 2015

JAN III SOBIESKI: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS


JAN III SOBIESKI" è un Testo teatrale in lingua italiana, scritto da Alberto Macchi a Varsavia nel 2014. Inedito.

DALL'IDEA, AL TESTO, ALLE RAPPRESENTAZIONI:


Anno 2006
- Alberto Macchi incomincia ad interessarsi specificatamente alla storia del re Jan III Sobieski, nel settembre.
Anno 2009
- Raccoglie parecchio materiale documentario presso le biblioteche e gli archivi in Polonia, ma anche in Europa.
Anno 2010
- Inizia la stesura del testo teatrale.
Anno 2014
- Nel febbraio finisce di scrivere il testo teatrale relativo alla vita e alle gesta del re di Polonia Jan III Sobieski, 
Anno 2015
- Esperimenta la validità del testo con una prima lettura presso il Teatro Galeria Freta di Varsavia, insieme ad alcuni dei suoi allievi di teatro.







Jan III Sobieski (Olesko 17 agosto 1629 – Wilanów 17 giugno 1696), re di Polonia e della Confederazione Polacco-Lituana dal 1674 al 1696. Combatte contro i Cosacchi, i Tartari, gli Svedesi e contro i Moscoviti. Il 12 settembre del 1683, inoltre, interviene in aiuto dell'imperatore Leopoldo I, contro gli Ottomani capeggiati da Kara Mustafa, sconfiggendoli nella Battaglia di Vienna, con la sua cavalleria. La vittoria sui Turchi fa sì che Papa Innocenzo XI gli donerà il “Pontificale” ovvero lo “Stocco Pontificio” ed una sala gli verrà dedicata dentro i Musei Vaticani. I Turchi stessi lo soprannomineranno “Leone di Lehistan”.


Film "11 Settembre 1683"
diretto da Renzo Martinelli
con Jerzy Skolimowski nel ruolo di Re Sobieski
 L'obiettivo di Karà Mustafà, Gran Visir dei Turchi Ottomani, era di giungere con il suo esercito fino a Roma e trasformare la Basilica di San Pietro in una Moschea. Se tutto questo non accadde, lo si deve ad un frate Italiano, Marco Da Aviano, e a un Re Polacco, Jan Sobieski, che, con la  sua Cavalleria degli Ussari Alati e a capo degli eserciti Cristiani della Lega Santa. sconfisse i Musulmani a Vienna, fermando così la loro avanzata in Europa.



18.02.18 - 0.060



giovedì 24 dicembre 2015

GIOVANNI ANTONIO MACCHI: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS



GIOVANNI ANTONIO MACCHI (o MACHIO) (Varese? … – Varsavia …) Trasferitosi in Polonia dall’Italia nei primi anni della seconda metà del XVIII secolo, nel 1786 già possiede un suo Gabinetto di Fisica nei pressi del Castello Reale di Varsavia, esattamente in Ulica Krakowskie Przydmieiśćy, n. 381. Disponendo di un tale laboratorio, peraltro ben attrezzato, proprio sulla Via Reale, alla porta della città, oltre a collaborare con architetti e costruttori italiani e stranieri al servizio del Re Stanislao Augusto, trova presto lavoro presso i molti teatri che stanno sorgendo in città in quel momento, dove vengono montate le più moderne e grandi macchine teatrali, con i vari congegni e ingranaggi per le scenografie mobili. Giovanni Antonio Macchi, in questa circostanza, si trova ad essere particolarmente impegnato come scenotecnico in quanto conoscitore della fisica e della meccanica.

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NOTE:

- Il 15 dicembre del 1812 l'alunno del Liceo di Milano Antonio Macchi, probabile suo parente, riceve una medaglia d'oro dal Ministero degli Interni del Regno d'Italia.
- Bartolomeo Macchi del Corpo Legislativo, altro suo probabile parente, nel 1802 risulta nel Catalogo degli Associati a Milano.
- Antonio, Benedetto, Francesco, Giovanni Macchi, ancora altri probabili suoi parenti, nel 1824 sono sarti per uomo e abitano tutti a Milano: a Corsia Broletto, i primo, a Corsia San Vittore, il secondo, a Corsia del Falcone il terzo e a Corsia del Rebecchino il quarto.
- Aurelio e Domenico Aurelio Macchi, sempre suoi probabili parenti, nel 1824 sono droghieri a Milano e abitano a in Cordusio il primo e in Borgo Porta Romana il secondo.
- Antonio Macchi nel 1835, possibile suo parente, dirige in San Moisè a Venezia un Teatro di Marionette eccellentissimo chiamato "del Girolamo servo sciocco" ovvero della  maschera piemontese "Gerolamo della Crina". Ha un repertorio di 24 rappresentazioni del "Guerino". Egli stesso scrive i testi e le musiche, oltre a manovrare i personaggi. Il giornale Apatista di Venezia e la Gazzetta della Provincia di Como lo menziona entusiasticamente. Il 12 marzo 1824 ha già replicato al Ponte dei Fabbri in Milano, "Rosa di Viterbo", "La Cenerentola" e il 20 dicembre 1826, ancora a Milano, la "Donzella ravveduta ossia la Villanella di Cortona", sempre con Girolamo come protagonista. Il 5 maggio 1838 è a Como.
- Antonio Macchi, possibile suo parente, nel 1815 è un ingegnere a Milano.
- Il Teatrino al Ponte de Fabbri è diretto dal burattinaio Antonio Macchi, coadiuvato da Maddalena Rossi. Tre locali, dunque ... serraglio di belve. Nei due anni successivi, al Gerolamo agiscono con giuochi di fisica, matematica, idraulica, ecc., il signor De Rossi e la moglie ... Un altro tentativo sarà fatto dal Macchi nel 1823 per trasferirsi dal Ponte de Fabbri alla Sala detta del Gambarino nella non certo periferica contrada di S. Pietro all'Orto; ma anche questa volta inutilmente.
- Colla sera di domenica 29 corrente ottobre la compagnia delle Marionette diretta da Antonio Macchi detta Gerolamo darà principio al solito suo corso di Recite nel locale in calle del Carro.
- Rilegatura e sigillo del diploma di laurea in giurisprudenza, conferito dal Collegio dei Giureconsulti a Marc'Antonio Macchi, 14 sett. 1711. Archivio Osp. Magg.
- Il teatro di Piazza Beccaria a Milano prese nome dalla maschera piemontese Gerolamo della Crina, resa famosa da Antonio Macchi, a detta del Vignier, nel 1835.
- Pietro Antonio Macchi, Parroco di Novedrate nel 1786.
- Il Tribunale di Colle procedette subito ad inventariare i beni mobili ed immobili, ed a venderli all'incanto, secondo quanto ordinato il 7 ottobre 1786 dal Segretario del Regio Diritto, e dalla Real Segreteria di Stato, con lettera del 13 ottobre 1787. Fu incaricato della stima del mobilio Agostino Zuccotti di Firenze, mentre Andrea Macchi di Siena stimò gli argenti. Questo accurato inventario ci ha lasciato preziose indicazioni non solo sulla qualità e quantità dell'arredamento.
Alla fine dell'anno 1818 si sciolse l'Accademia dei Retori-Melici. Il teatro fu ridotto ad uso marionette, a pagamento, dal signor Antonio Macchi, e fu aperto «con molta soddisfazione e concorso pubblico» – dice Giacomo Chiappari – il 7 marzo 1819. – Il teatro durò circa dieci anni.



VARI MACCHI 
https://books.google.pl/books?id=YtBqe78k9_gC&pg=PA489&dq=1794+pietro+antonio+macchi+novedrate&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj537KUluzXAhWJA5oKHXiODB4QuwUIKjAA#v=onepage&q=macchi&f=false

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ANTONIO MACCHI, alunno del medesimo Liceo di Milano, pel tema di fisica; professore il sig. ab. Giuseppe Raccagni, membro dell’Istituto. Il 16 agosto del 1812 gli è stato assegnato il Gran Premio dei Licei, istituito con Decreto del 15 novembre 1811. (Giornale italiano, Milano 1812) (Collezione degli atti delle solenni distribuzioni de' Premj dell’Industria dal 1806, Imp. Regia Stamperia, Milano 1824)

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ANTONIO MACCHI, Direttore della Sala delle Marionette a Ponte de' Fabbri, dove si recitano le proprie opere. (Gazzetta di Milano, Milano 1822)



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mercoledì 7 ottobre 2015

KRZYSZTOF ZANUSSI: TESTO TEATRALE, RAPPESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS


KRZYSZTOF ZANUSSI
(Ur. 17 czerwca 1939 w Warszawie)

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“Ruch Teatralny”
Listopad 1999. Rok 6, nr 8 (47)
(Tygodnik Powszechny nr 46)
Gdańsk - Warszawa: Centrum Edukacji Teatralnej 1999.
“Ruch Teatralny” jest to pismo jedyne w swoim rodzaju, niezbędne dla wszystkich osób zawodowo związanych ze sceną i pasjonujących się teatrem. Zamieszcza ono przedruki z wielu tytułów prasy krajowej. Całości dopełnia repertuar wszystkich polskich instytucji teatralnych i scen oraz składy zespołów aktorskich.

711. “Jerzy Grotowski i Krzysztof Zanussi zostali laureatami Międzynarodowej Nagrody Fra Angelice Nagroda ustanowiona została, aby przygotować środowisko artystów do najbliższego jubileuszu świata sztuki, który odbędzie się w Bazylice Santa Maria Sopra Minerva 18 lutego 2000 roku (rocznica śmierci Fra Angelico). Wręczenie nagrody Grotowskiemu i Zanussiemu obyło się 3 listopada w Rzymie, w kościele św. Stanisława (...) Uroczystości towarzyszył spektakl poświęcony postaci bl. Fra Angelico, napisany i wyreżyserowany przez Alberto Macchi” (Tygodnik Powszechny nr 46).

711. "Jerzy Grotowski e Krzysztof Zanussi hanno ricevuto il Premio Internazionale Beato Angelico Premio che è stato istituito per preparare l'ambiente degli artisti al prossimo anniversario del mondo dell'arte, che si terrà nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva il 18 febbraio dell’anno 2000 (anniversario della morte del Beato Angelico). La cerimonia di premiazione a Grotowski e a Zanussi, tra gli altri, è avvenuta il 3 novembre a Roma, nella chiesa di San Stanislauo dei Polacchi (...) La cerimonia è stata accompagnata da una performance dedicata al Beato Beato Angelico, scritta e diretta da Alberto Macchi" (Tygodnik Powszechny n ° 46).

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e-teatr.pl
7 października 2015 / kalendarium Krystyna, Marii, Marka
KRYSZTOF ZANUSSI - 1998 rok, nagroda: Fra Angelico, nagroda za zasługi w rozpowszechnianiu we Włoszech kulturalnego i artystycznego dziedzictwa i dorobku Polski. 

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"IL BEATO ANGELICO" - DLA POLSKICH TWÓRCÓW
Angela Sołtys

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Uroczystość zamknęła rozpisana na głosy lektura tekstu sztuki "Il Beato Angelico", której inscenizację przygotował sam autor - Alberto Macchi, powierzając główne kwestie wykonawcom włoskim i polskim. W tym miejscu na podkreślenie zasługuje fakt, że "Il Beato Angelico" jest pierwszym, i dotąd jedynym, utworem scenicznym poświęconym osobie Błogosławionego. Sam tekst, będący rezultatem niełatwych dociekań nad życiem i duchowością Fra Angelico powstał na bazie skąpych i rozproszonych informacji zawartych w dostępnych źródłach i literaturze. Pomimo to sceniczną osobowość tego niezwykłego dominikanina, żyjącego jakby w cieniu wielkich wydarzeń, cechuje autentyzm i wyrazistość. Klimat epoki, życia, spotykanych przezeń osób pozostaje tłem dla podkreślenia ogromnej konsekwencji tkwiącej w zasadach całego życia artysty.
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 (Wszystkie artykuły pochodzące z "Kronik Rzymskich" zamieszczone na stronach Opoki Kronika Rzymska 118 (1999) 
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Programma del "Premio Beato Angelico" 
assegnato, tra gli altri, a Krzysztof Zanussi e Jerzy Grotowski. 
Dedicato a Jerzy Hordyński e Marian Stroine. 
Comitato d'Onore: 
Józef Glemp, Innocenzo Venchi, Szczepan Wesoły, 
Żbigniew Kiernikowski, Giovanni Monti, Myrosław Pilśniak. 
Comitato Artistico: 
Claudio Strinati, Mina Gregori, Maurizio Calvesi, Elżbieta Jogałła, Krzysztof Żaboklicki, 
Jan Andrzej Kłoczowski, Stefania Macioce. 
Madrina Emy De Sica. Sono intervenuti, tra gli altri, Ettore Scola e Carlo Lizzani. 

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Roma, 3 novembre 1998 
Momento della consegna del Premio "Beato Angelico" 
presso la Chiesa di San Stanislao dei Polacchi.

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"BEATO ANGELICO" 
è un Atto Unico Teatrale, in lingua italiana, con la prefazione di Pippo Di Marca, pubblicato a Roma dalla Editrice AETAS, nell'anno 2005. 
Momento della consegna del Premio "Beato Angelico" 
presso la Chiesa di San Stanislao dei Polacchi.

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"A Macchi wie, co mówi, bo jak rzadko kto zna się na świętych i błogosławionych. Pisząc swoje kolejne sztuki, gruntownie studiował życiorysy Stanisława Kostki, Brata Alberta, Alojzego Felińskiego. Krytycy zaznaczają, że pokazuje świętych ze słabościami, zbliżając ich przez to do zwykłych śmiertelników. Na przykład św. Brata Alberta – palącego papierosy podczas malowania. Ten włoski dramaturg i reżyser mieszkający w Rzymie i w Warszawie" ... (Barbara Gruszka-Zych, "Uświęcanie brudnych nóg", Gość Niedzielny n. 34, 28/8/2011)

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"Alberto Macchi, artysta znany w Italii i poza jej granicami. Zafascynowany Polską [...].  Bohaterami jego dramatów są wybitni święci Kościoła oraz postacie historyczne, także z polskiej historii". [...] "Alberto Macchi, un artista conosciuto in Italia e all'estero, è affascinato dalla Polonia [...] . I protagonisti dei suoi drammi sono i Santi della Chiesa e importanti figure storiche, anche della storia polacca". (Ks. Stanisław Budzik, Gość Niedzielny, 9/2004)

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Alberto Macchi (Roma, 1º febbraio 1941) è un regista teatrale e drammaturgo italiano. Come regista di teatro si forma in seno all’Avanguardia Teatrale Romana (da Giancarlo Nanni, a Memè Perlini, a Carmelo Bene) e frequentando i laboratori e i seminari di Lindsey Kemp, Judith Malina, Susan Stansberg, Ariane Mnouchkine, Alessandro Fersen, Jerzy Grotowski. […] (Da: Wikipedia)

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 Chciałabym przy okazji tego spotkania przekazać Czytelnikom "Gościa Niedzielnego" moje serdeczne pozdrowienia i życzenia wszystkiego, co najlepsze a także podziękować za życzliwość i serdeczność. Szczególnie serdecznie chciałabym podzękować dyrektorowi artystycznemu Nagrody p. Alberto Macchi oraz p. Angeli Sołtys, która z serdecznością informowała mnie o wielu ważnych sprawach dotyczących nagrody."
My również życzymy p. Alicji wielu dalszych sukcesów i zapraszamy na występy.
(Jolanta Gąsawska – “Nagroda Fra Angelico w Tarnowie”, Tarnowski Gość Niedzielny 1999) 

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KRZYSZTOF ZANUSSI CON ALBERTO MACCHI (REDATTORE DI GAZZETTA ITALIA)


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0.000 - 07.10.15

lunedì 5 ottobre 2015

JERZY GROTOWSKI: TESTO TEATRALE, RAPPESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS


TEATR LABORATORIUM / TEATRO POVERO

JERZY GROTOWSKI
Portret autorstwa Zbigniewa Kresowatego z Wikipedii  Ritratto d'autore di Zbigniew Kresowaty

JERZY GROTOWSKI

(Rzeszów/Polonia 11/08/1933 – Pontedera/Italia 14/01/1999)




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Wyborcza.pl / KULTURA

I mija 20 lat i w 1998 roku tenże Grotowski dostaje wielką kościelną, międzynarodową nagrodę artystyczną Fra Angelico w Rzymie, której kard. Glemp jest przewodniczącym komitetu honorowego. 


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“Ruch Teatralny”
Listopad 1999. Rok 6, nr 8 (47)
(Tygodnik Powszechny nr 46)
Gdańsk - Warszawa: Centrum Edukacji Teatralnej 1999.
“Ruch Teatralny” jest to pismo jedyne w swoim rodzaju, niezbędne dla wszystkich osób zawodowo związanych ze sceną i pasjonujących się teatrem. Zamieszcza ono przedruki z wielu tytułów prasy krajowej. Całości dopełnia repertuar wszystkich polskich instytucji teatralnych i scen oraz składy zespołów aktorskich.

711. “Jerzy Grotowski i Krzysztof Zanussi zostali laureatami Międzynarodowej Nagrody Fra Angelice Nagroda ustanowiona została, aby przygotować środowisko artystów do najbliższego jubileuszu świata sztuki, który odbędzie się w Bazylice Santa Maria Sopra Minerva 18 lutego 2000 roku (rocznica śmierci Fra Angelico). Wręczenie nagrody Grotowskiemu i Zanussiemu obyło się 3 listopada w Rzymie, w kościele św. Stanisława (...) Uroczystości towarzyszył spektakl poświęcony postaci bl. Fra Angelico, napisany i wyreżyserowany przez Alberto Macchi” (Tygodnik Powszechny nr 46).

711. "Jerzy Grotowski e Krzysztof Zanussi hanno ricevuto il Premio Internazionale Beato Angelico Premio che è stato istituito per preparare l'ambiente degli artisti al prossimo anniversario del mondo dell'arte, che si terrà nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva il 18 febbraio dell’anno 2000 (anniversario della morte del Beato Angelico). La cerimonia di premiazione a Grotowski e a Zanussi, tra gli altri, è avvenuta il 3 novembre a Roma, nella chiesa di San Stanislauo dei Polacchi (...) La cerimonia è stata accompagnata da una performance dedicata al Beato Beato Angelico, scritta e diretta da Alberto Macchi" (Tygodnik Powszechny n ° 46).

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http://www.paginasc.it/prodotti/gestione/allegato/gazzetta_del_mezzogiorno_27aprile2014.pdf

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[...] nel recupero di figure ereticali a lungo osteggiate e finalmente addomesticate e ricondotte nel solco della dottrina - si può capire il vero e proprio colpo di scena finale della biografia grotowskiana. Abbandonate da tempo al loro destino le folle di giovani adepti dell’era dell’Acquario che tanto avevano preoccupato il primate polacco, Grotowski, considerato un bestemmiatore, ricevette il Premio vaticano “Fra’ Beato Angelico”, istituito per iniziativa di Giovanni Paolo II. (Ludwig Flaszen, Se ne è andato, in UT, p. 131). Ricorda il fratello Kazimierz che quando gli venne annunciato il riconoscimento, pochi giorni prima della morte, Grotowski sorrise (vedi UT, p. 85). [...] (ateatro 101.10 - Il codice Grotowski, Appunti sulla bibliografia grotowskiana, di Oliviero Ponte di Pino) 

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[...] Dążenie do ożywiania metafizycznych odczuć poprzez bluźnierstwo i wywoływania w ten sposób pewnego rodzaju katharsis3 spotkało się z aprobatą znacznej części krytyków. Jednakże bardzo szanowany kardynał Stefan Wyszyński publicznie je potępił i w czasie kazania na Skałce 9 maja 1976 roku określił spektakl Apocalypsis cum figuris jako obrzydliwy. Dla przeciwwagi można nadmienić, że Grotowski otrzymał w 1998 roku nagrodę „Il Beato Fra Angelico” ufundowaną przez papieża Jana Pawła II. (Michał Masłowski, Od obrzędu żałobnego do świeckiej mszy. Wykład wygłoszony w trakcie konferencji „Antropologie théâtrale selon Jerzy Grotowski”, która odbyła się w Paryżu 17–21 października 2009) 
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[...] Ale arcybiskupi czasem już pisali krytycznie o innych sztukach, co przypomniał ojciec Dostatni w ramach wywiadu w "Gazecie Wyborczej" - zaznacza, że dawniej u krakowskich dominikanów pokazywały swe sztuki awangardowe Ósemki. Spektaktl Grotowskiego "Apocalypsis cum figuris" został ostro oprotestowany przez biskupa Dąbrowskiego, ba, kardynał Wyszyński nazywa go prawdziwym świństwem. Mija lat dwadzieścia i Grotowski otrzymuje nagrodę Fra Angelico, międzynarodową, artystyczną, kościelną w Rzymie, w kapitule której zasiada kardynał Józef Glemp. [...]  (sokolisko, czyli zdrowy rozsądek ponad wszystko: sokolisko,czyli wszystko wiara; religia;rozsądek; refleksja;historia. Piknik na Golgocie z Tygodnikiem, 23 czerwca 2014) 

 […] otrzymuje honorowe obiwatelstwo miasta Wrocławia ... oraz Nagrodę Beato Angelico.


Rok otrzymania: 1998 - Nagroda Fra Angelico za zasługi w rozpowszechnaniu we Włoszech kulturalnego i artystycznego dziedzictwa i dorobku Polski

Tomasz Dostatni
W czasach prehistorycznych, w latach 70. XX w., wystawiany był spektakl „Apocalypsis cum figuris” Jerzego Grotowskiego. Wtedy pojawił się protest biskupa Bronisława Dembowskiego, który powiedział, że to jest coś niegodnego, a prymas Stefan Wyszyński stwierdził, że to jakieś paskudztwa. Nie minęło 20 lat, a Jerzy Grotowski dostał wielką watykańską nagrodę im. Fra Angelico, którą wręczył mu prymas Józef Glemp. Między sztuką a religią musi następować wzajemne przenikanie. U Mickiewicza też znajdziemy elementy obrazoburcze, a dziś to kanon polskiej literatury.

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"IL BEATO ANGELICO" - DLA POLSKICH TWÓRCÓW
Angela Sołtys


Uroczystość zamknęła rozpisana na głosy lektura tekstu sztuki "Il Beato Angelico", której inscenizację przygotował sam autor - Alberto Macchi, powierzając główne kwestie wykonawcom włoskim i polskim. W tym miejscu na podkreślenie zasługuje fakt, że "Il Beato Angelico" jest pierwszym, i dotąd jedynym, utworem scenicznym poświęconym osobie Błogosławionego. Sam tekst, będący rezultatem niełatwych dociekań nad życiem i duchowością Fra Angelico powstał na bazie skąpych i rozproszonych informacji zawartych w dostępnych źródłach i literaturze. Pomimo to sceniczną osobowość tego niezwykłego dominikanina, żyjącego jakby w cieniu wielkich wydarzeń, cechuje autentyzm i wyrazistość. Klimat epoki, życia, spotykanych przezeń osób pozostaje tłem dla podkreślenia ogromnej konsekwencji tkwiącej w zasadach całego życia artysty.
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ierną z historycznego punktu widzenia, a zarazem poruszającą w jej duchowym przesłaniu.
W bieżącym roku odbędą się kolejne edycje "Międzynarodowej Nagrody Błogosławionego Fra Angelico". 18 lutego w kościele Santa Maria sopra Minerwa przewidywane jest wręczenie nagród artystom z krajów Ameryki Łacińskiej. Projektowana jest także powtórna edycja nagrody dla Polski. Miałaby ona odbyć się w Warszawie i objąć - zgodnie z zamierzeniami - twórców na stałe związanych z krajem. (Wszystkie artykuły pochodzące z "Kronik Rzymskich" zamieszczone na stronach Opoki: Kronika Rzymska 118 (1999) 

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W listopadzie ub.r. w kościele pw. św. Stanisława w Rzymie odbyła się pierwsza polska edycja Międzynarodowej Nagrody Bł. Fra Angelico. Komitetowi Honorowemu przewodniczył kard. Józef Glemp.
Fra Angelico, przedstawiciel malarstwa florenckiego, został beatyfikowany w 1984 r. i ogłoszony Patronem Świata Sztuki. Rok później z inicjatywy artystów włoskich utworzono Międzynarodową Nagrodę Bł. Fra Anglico, która ma przygotować środowiska artystyczne wielu krajów świata do Jubileuszu Roku 2000 i specjalnej edycji Nagrody 18 II 2000 r. podczas Jubileuszu Świata Sztuki. […] Szczególnie serdecznie chciałabym podzękować dyrektorowi artystycznemu Nagrody p. Alberto Macchi oraz p. Angeli Sołtys, która z serdecznością informowała mnie o wielu ważnych sprawach dotyczących nagrody."
My również życzymy p. Alicji wielu dalszych sukcesów i zapraszamy na występy.
(Jolanta Gąsawska – “Nagroda Fra Angelico w Tarnowie”, Tarnowski Gość Niedzielny 1999) 

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Programma del "Premio Beato Angelico" 
assegnato, tra gli altri, a Krzysztof Zanussi e Jerzy Grotowski. 
Dedicato a Jerzy Hordyński e Marian Stroine. 
Comitato d'Onore: 
Józef Glemp, Innocenzo Venchi, Szczepan Wesoły, 
Żbigniew Kiernikowski, Giovanni Monti, Myrosław Pilśniak. 
Comitato Artistico: 
Claudio Strinati, Mina Gregori, Maurizio Calvesi, Elżbieta Jogałła, Krzysztof Żaboklicki, 
Jan Andrzej Kłoczowski, Stefania Macioce. 
Madrina Emy De Sica. Sono intervenuti, tra gli altri, Ettore Scola e Carlo Lizzani. 

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Roma, 3 novembre 1998 
Momento della consegna del Premio "Beato Angelico" 
presso la Chiesa di San Stanislao dei Polacchi.

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"BEATO ANGELICO" 
è un Atto Unico Teatrale, in lingua italiana, con la prefazione di Pippo Di Marca, pubblicato a Roma dalla Editrice AETAS, nell'anno 2005. 
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Gość Niedzielny 20-27 Grudnia 1998

Kronika Rzymska, Genn-Febbr-Marzo 1999

Il Gazzettino - Pordenone 6 Nov. 1998


Gość Niedzielny 18 Kwietnia 1999


Quo Vadis, 5-6 1998



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"A Macchi wie, co mówi, bo jak rzadko kto zna się na świętych i błogosławionych. Pisząc swoje kolejne sztuki, gruntownie studiował życiorysy Stanisława Kostki, Brata Alberta, Alojzego Felińskiego. Krytycy zaznaczają, że pokazuje świętych ze słabościami, zbliżając ich przez to do zwykłych śmiertelników. Na przykład św. Brata Alberta – palącego papierosy podczas malowania. Ten włoski dramaturg i reżyser mieszkający w Rzymie i w Warszawie" ... (Barbara Gruszka-Zych, "Uświęcanie brudnych nóg", Gość Niedzielny n. 34, 28/8/2011)
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"Alberto Macchi, artysta znany w Italii i poza jej granicami. Zafascynowany Polską [...].  Bohaterami jego dramatów są wybitni święci Kościoła oraz postacie historyczne, także z polskiej historii". [...] "Alberto Macchi, un artista conosciuto in Italia e all'estero, è affascinato dalla Polonia [...] . I protagonisti dei suoi drammi sono i Santi della Chiesa e importanti figure storiche, anche della storia polacca". (Ks. Stanisław Budzik, Gość Niedzielny, 9/2004)

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Alberto Macchi (Roma, 1º febbraio 1941) è un regista teatrale e drammaturgo italiano. Come regista di teatro si forma in seno all’Avanguardia Teatrale Romana (da Giancarlo Nanni, a Memè Perlini, a Carmelo Bene) e frequentando i laboratori e i seminari di Lindsey Kemp, Judith Malina, Susan Stansberg, Ariane Mnouchkine, Alessandro Fersen, Jerzy Grotowski. […] (Da: Wikipedia)

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JERZY GROTOWSKI IN ITALIA








0.000 - 05.10.15
0.150 - 15.11.16

giovedì 16 luglio 2015

GIACOMO CASANOVA: TESTO TEATRALE, RAPPESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS


“GIACOMO CASANOVA" è una raccolta inedita di scritti adattati da Alberto Macchi per il Teatro, in lingua italiana e polacca, a Roma e a Varsavia, tra gli anni 2006 e 2015. La raccolta comprende le vicende di Giacomo Casanova nelle varie Corti e Stati d'Europa.

DALL'IDEA, ALLA STESURA DEL TESTO, ALLE RAPPRESENTAZIONI:

Anno 2006
- Roma. Inizio ricerche su "Giacomo Casanova", nelle Biblioteche e negli Archivi di Roma, di Venezia e di Varsavia.
Anno 2011
- Pubblicato un primo articolo, su "Giacomo Casanova" in italiano e in polacco, nel n. 7-8/2011 di "Gazzetta Italia".
Anno 2014
- Incontro e scambio di materiale di ricerca con il Prof. Furio Luccichenti a Roma, il quale fa capo ad una rivista internazionale di studi casanoviani, "L'intermediaire des casanovistes", che da oltre trent'anni pubblica saggi, ricerche e articoli sulla vita e le opere di Casanova.
Anno 2015
- Pubblicato un secondo articolo, su "Giacomo Casanova" in italiano e in polacco, nel n. 6/2015 di "Gazzetta Italia".
- Messa in scena dello spettacolo "Casanova i inni" in polacco, testo e regia di Alberto Macchi. Al Teatro Reale del XVIII secolo, nel Museo di Lazienki a Varsavia. 


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CASANOVA E GLI ALTRI


ITALIANI ALLA CORTE DI STANISLAO AUGUSTO


Pièce di Teatro Storico


Con gli artisti e tutti coloro che hanno partecipato al laboratorio


Drammaturgia e regia: Alberto Macchi


VARSAVIA/TEATRO REALE DI ŁAZIENKI


Domenica 28 giugno 2015, ore 11,00

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I SCENA – SIPARIO

Scena: Luce di servizio accesa sulla scena. Sipario Chiuso. Luci di sala accese. Cerimonia settecentesca di buon auspicio.

WOJCIECH BOGUSŁAWSKI, PIETRO MIRA, KANDAKE, ELISE VON DER RECKE E DOROTA VON MEDEM: (Sono disposti, rispettivamente: prima loggia a sinistra, ultima poltrona dell’ultima fila a sinistra, ultima poltrona dell’ultima fila a destra, e le due donne, prima loggia a destra)

SOLDATI: (Accolgono sulla porta di accesso al teatro, sull’attenti, il pubblico che entra in sala)

PUBBLICO: (Siede in platea e nelle logge)

ANNA BINETTI, TERESA CASACCI: (Distribuiscono un fiore ad ogni signora presente in sala. Appena terminato vanno dietro il sipario)

CATERINA RISTORINI, ALESSANDRA STABILI, ADRIANA SACCO LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI: (Distribuiscono il ‘Programma di sala con la Nota di regia’ a tutti glispettatori, divise: la prima distribuisce a destra della prima schiera di posti a sedere. La seconda a sinistra della prima schiera di posti a sedere. La terza a sinistra della seconda schiera di posti a sedere. La quarta a destra della seconda schiera di posti a sedere. La quinta nelle logge. Appena terminata la distribuzione, tutte e quattro vanno a distribuire nelle logge e insieme raggiungono tutti gli altri che le stanno aspettando dietro al sipario)

MICHELE BISESTI, ANNA BINETTI, STANISLAO AUGUSTO, GIUSEPPE PONIATOWSKI, AUGUST MOSZYŃSKI, CARLO TOMATIS, IZABELA CZARTORYSKA, ANNA BACCIARELLI, DOMENICO MERLINI, BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO, MARCELLO BACCIARELLI, GIUSEPPE BALSAMO/CAGLIOSTRO, LORENZA FELICIANI, CATERINA RISTORINI, ADRIANA SACCO LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, ANNA DE GABRIELE, ANDRÉ BERTOLDI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, GIOACCHINO ALBERTINI, CATERINA BONAFINI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, TERESA CASACCI, TECNICO DELLE LUCI, TECNICO DELLA FONICA: (Si radunano, in cerchio, al centro del palcoscenico)

REGISTA/MICHELE BISESTI: (Si unisce a tutti e, allungando il braccio destro al centro del cerchio, con il palmo della mano rivolto verso il basso, invita tutti a sovrapporre la propria mano sul dorso della sua. Poi, tutti in coro, alzando e abbassando il braccio, pronunciano a voce bassa “Uno, Due e Tre” e subito dopo, urlano, invece, con tutta la voce “Merda!”.)

ARTISTI, TECNICI, COLLABORATORI: (Ognuno recupera il proprio posto, dietro le quinte)

REGISTA/MICHELE BISESTI: (Va a sedersi in platea nel primo posto a destra, accanto ad una ricostruttrice storica in costume settecentesco da popolana,)

MICHELE BISESTI, DOMENICO MERLINI, BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO, MARCELLO BACCIARELLI, GIUSEPPE BALSAMO/CAGLIOSTRO, LORENZA FELICIANI, ANNA BINETTI, ALESSANDRA STABILI, TERESA CASACCI, CATERINA RISTORINI, ADRIANA SACCO LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI: (Vanno a sedersi in platea, nel seguente ordine: MICHELE BISESTI (In platea, prima fila a destra, prima poltrona) / ANNA BINETTI (In platea, prima fila a destra, seconda poltrona. Ha con sé un cesto pieno di rose) / LORENZA FELICIANI (Nella seconda balconata sinistra) / GASPARO JANESCHI (In platea, lato destro, ultima fila) / DOMENICI MERLINI (In platea, prima fila a destra) / BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO (In platea, prima fila a destra) / MARCELLO BACCIARELLI (In platea, prima fila a destra) / GIUSEPPE BALSAMO/CAGLIOSTRO (In platea, prima fila a destra) / TERESA CASACCI (In platea, prima fila a sinistra) / CATERINA RISTORINI (In platea, prima fila a sinistra) / ADRIANA SACCO LOMBARDI (In platea, prima fila a sinistra) / MARIA CECILIA MERLINI (In platea, prima fila a sinistra) / ALESSANDRA STABILI (In platea, prima fila a sinistra) / ANNA DAVIA (In platea, prima fila a sinistra) / TERESA SIMONETTI BISESTI (In platea, prima fila a sinistra)

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CASANOVA I INNI

WŁOSI NA DWORZE STANISŁAWA AUGUSTA

Sztuka Historyczna

Z udziałem artystów i uczestników warsztatów

Scenariusz i reżyseria: Alberto Macchi

WARSZAWA/TEATR KRÓLEWSKI W STAREJ POMARAŃCZARNI

Niedziela 28 czerwca 2015, godz. 11:00

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SCENA I – KURTYNA

Scena: Włączone oświetlenie sceny. Kurtyna opuszczona. Włączone oświetlenie widowni. Aktorzy życzą sobie powodzenia.

WOJCIECH BOGUSŁAWSKI, PIETRO MIRA, KANDAKE, ELISE VON DER RECKE I DOROTA VON MEDEM: (Są ustawieni, odpowiednio: w pierwszej loży po lewej, na ostatnim miejscu w ostatnim rzędzie po lewej, na ostatnim miejscu w ostatnim rzędzie po prawej, a dwie kobiety w pierwszej loży po prawej)

ŻOŁNIERZE: (Stojący na baczność witają w drzwiach wejściowych do teatru, publiczność wchodzącą na salę)

PUBLICZNOŚĆ: (Zajmuje miejsca na widowni i w lożach)

ANNA BINETTI, TERESA CASACCI: (Rozdają po jednym kwiecie każdej Pani siedzącej na sali. Skończywszy, wchodzą za kurtynę)

CATERINA RISTORINI, ALESSANDRA STABILI, ADRIANA SACCO LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI: (Rozdają publiczności program z uwagami reżysera: pierwsza po prawej, druga po lewej stronie pierwszego sektora miejsc; trzecia po lewej, czwarta po prawej drugiego sektora miejsc; piąta w lożach. Po zakończeniu rozdawania, cztery pierwsze rozdają w lożach i wreszcie razem dołączają do reszty czekającej za kurtyną)

MICHELE BISESTI, ANNA BINETTI, STANISŁAW AUGUST, JÓZEF PONIATOWSKI, AUGUST MOSZYŃSKI, CARLO TOMATIS, IZABELA CZARTORYSKA, ANNA BACCIARELLI, DOMENICO MERLINI, BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO, MARCELLO BACCIARELLI, GIUSEPPE BALSAMO/CAGLIOSTRO, LORENZA FELICIANI, CATERINA RISTORINI, ADRIANA SACCO LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, ANNA DE GABRIELE, ANDRÉ BERTOLDI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, GIOACCHINO ALBERTINI, CATERINA BONAFINI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, TERESA CASACCI, OŚWIETLENIOWIEC, DŹWIĘKOWIEC: (Zbierają się w kręgu pośrodku sceny)

REŻYSER/MICHELE BISESTI: (Dołącza do reszty, wyciąga prawą rękę do środka koła, z dłonią skierowaną w dół, daje znak wszystkim, by położyli na niej swoje dłonie. Potem, wszyscy równocześnie, podnosząc i opuszczając rękę, mówią cicho: „Raz, dwa, trzy”, a zaraz potem krzyczą na cały głos „Merda!”)

ARTYŚCI, TECHNICY, WSPÓŁPRACOWNICY: (Każdy wraca na swoje miejsce za kulisami)

REŻYSER/MICHELE BISESTI: (Siada na widowni na pierwszym miejscu po prawej, obok rekonstruktorki historycznej w osiemnastowiecznym stroju ludowym)

MICHELE BISESTI, DOMENICO MERLINI, BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO, MARCELLO BACCIARELLI, GIUSEPPE BALSAMO/CAGLIOSTRO, LORENZA FELICIANI, ANNA BINETTI, ALESSANDRA STABILI, TERESA CASACCI, CATERINA RISTORINI, ADRIANA SACCO LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI: (Siadają na scenie, w następującej kolejności: MICHELE BISESTI (Na widowni, pierwszy rząd po prawej, miejsce pierwsze) / ANNA BINETTI (Na widowni, pierwszy rząd po prawej, miejsce drugie. Przy sobie ma kosz pełen róż) / LORENZA FELICIANI (Na drugim balkonie po lewej) / GASPARO JANESCHI (Na widowni, po prawej, w ostatnim rzędzie) / DOMENICO MERLINI (Na widowni, pierwszy rząd po prawej) / BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO (Na widowni, pierwszy rząd po prawej) / MARCELLO BACCIARELLI (Na widowni, pierwszy rząd po prawej)  / GIUSEPPE BALSAMO/CAGLIOSTRO (Na widowni, pierwszy rząd po prawej) / TERESA CASACCI (Na widowni, pierwszy rząd po lewej) / CATERINA RISTORINI (Na widowni, pierwszy rząd po lewej) / ADRIANA SACCO LOMBARDI (Na widowni, pierwszy rząd po lewej) / MARIA CECILIA MERLINI (Na widowni, pierwszy rząd po lewej) / ALESSANDRA STABILI (Na widowni, pierwszy rząd po lewej) / ANNA DAVIA (Na widowni, pierwszy rząd po lewej) /  TERESA SIMONETTI BISESTI (Na widowni, pierwszy rząd po lewej)

ANTFATTO

Scena: Sipario chiuso. Sulla ribalta si trovano Carlo Tomatis e sua moglie Caterina Gattai. Sono seduti su due sgabelli in conversazione.

TOMATIS: (Si alza. Va a versare del liquore in un bicchiere) Ne vuoi?

CATERINA: Perché no?

TOMATIS: (Mente porge il bicchiere a sua moglie) Sai anche tu, di questo cicaleccio che sta circolando, ormai da troppo tempo, alla Corte del re? Che tu saresti una delle amanti del re, anzi la preferita? E io un imbroglione, mantenuto dal re.

CATERINA: Se ne dicono tante su di me. Capirai, puoi ben immaginare! Una “commediante”, una “comica” è soltanto una svergognata, non può essere che una donna di malaffare.

TOMATIS: (Si versa dell’altro liquore e beve) Allora, di un “commediante”, per di più “capocomico”, pensa quante se ne possono dire!

CATERINA: Infatti, dicono! Dicono, ad esempio, che tu ed io, già con un matrimonio fallito e con un figlio ciascuno, alle spalle, ci siamo uniti perché fatti della stessa pasta. Insomma noi saremmo due ruffiani che riusciamo ad ottenere continuamente dei favori dal re. A te, Sua Maestà, ha offerto la direzione del Teatro Nazionale compensandoti con una somma di danaro esagerata, quanto meno, non proporzionata alle tue capacità di ...

TOMATIS: Sì, 10.000 ducati all’anno.

CATERINA: … e ti paga, poi, ogni servizio, in zecchini, con somme anche queste esagerate. Non è così?

TOMATIS: (Ride)

CATERINA: Io, inoltre, dal canto mio, ricevo da Sua Maestà, doni in continuazione, come bracciali tempestati di diamanti, collane di perle, anelli d’oro, tutto perché egli è un grande appassionato di Teatro, del mio Teatro, del tuo Teatro, …

TOMATIS: … del nostro teatro! Quello che, poi, stiamo facendo in questo momento. (Ride)

CATERINA: (Ride)

VALLETTO: (Bussa alla porta. Poi apre e annuncia) Il Signor Cavaliere Franciszek Rzewuski Maresciallo di Corte.

TOMATIS: Fate entrare.

RZEWUSKI: (Entrando) Scusate, magari stavate assaporando, in tutta quiete, un calice del vostro rosolio italiano.

TOMATIS: Accomodatevi Eccellenza. (Mostrando il bicchiere) Ne volete anche voi? È un liquore di frutti di bosco delle vostre terre, invece!

RZEWUSKI: No, vi ringrazio. Son venuto fin qui, per riferirvi, mio caro Conte de Valery-Thomatis, Conte Thomatis-Valei d’Etruria, Commendatore dell'Ordine di San Maurizio e San Lazzaro o, come diavolo devo chiamarvi …

TOMATIS: Eccellentissimo Rzewuski, chiamatemi più semplicemente Maestà, se vi è più comodo. (Ride)

CATERINA: (Intervenendo) Chiamatelo invece come lo chiamo io, Signor Maresciallo, chiamatelo “Carletto”. (Ride)

RZEWUSKI: (Guardando imbarazzato Tomatis, come a cercare il consenso) Veramente io, … non saprei, … non so neanche cosa significhi “Carretto”, “Carletto”, … “Galletto”!

TOMATIS: Oh, non preoccupatevi! Avete detto bene, “Galletto”, … sì, chiamatemi pure “Galletto”. (Riprende a ridere)

RZEWUSKI: Allora Signor “Galletto”, dicevo, son venuto per riferirvi quanto espresso da Sua Maestà il Re, Stanislao Augusto.

TOMATIS: Vale a dire?

RZEWUSKI: Sua Maestà vorrebbe, … desidererebbe, … gradirebbe …

TOMATIS: … vorrebbe …

CATRINA: Cosa gradirebbe, Sua Maestà?

RZEWUSKI: (Titubante) … ecco, Sua Maestà Stanislao Augusto chiederebbe la restituzione di parte delle somme a voi elargite – indubbiamente meritate, per carità! – elargite, volevo dire, forse con un po’ troppa generosità, a compenso per i vostri preziosi, anzi preziosissimi, servigi prestati fino ad oggi.

TOMATIS: E, a che titolo, vorrebbe questa restituzione?

RZEWUSKI: A nessun titolo, per carità! Semplicemente per poter far fronte ad altre spese per altri servizi, che risulterebbero troppo onerosi, in questo momento.

CATERINA: Ciò significherebbe che mio marito, un italiano, dovrebbe finanziare, o meglio, sovvenzionare le casse dello stato polacco, in difficoltà.

RZEWUSKI: Vedete, Divina Madame Tomatis, non è proprio così! Sua Maestà, ripeto, è stata sempre, più che generosa, verso vostro marito. Ora chiede semplicemente che vostro marito si dimostri, per una volta, generoso verso di lui.

TOMATIS: Insomma, quanto mi state chiedendo, Signor Cavalier Rzewuski?

RZEWUSKI: Io non voglio nulla da voi. Anzi son io che vengo a portarvi del danaro. Sapete? Quel credito di decine di migliaia di zecchini che vantate!

TOMATIS: Certo che so! È la somma che devo avere per feste, da me organizzate qua e là, intrattenimenti tenuti nel Palazzo e rappresentazioni nel Parco Reale di Łazienki.

CATERINA: Feste meravigliose, spettacoli teatrali allestiti anche [qui] nel teatro di Corte, dove ho recitato, cantato e ballato io stessa, applauditissima.

RZEWUSKI: Nulla da eccepire! Lo ricordo bene. Una serie di eventi straordinari, durati due intere stagioni. Anche Sua Maestà il re ne è soddisfattissimo. Non crediate!

TOMATIS: Allora?

RZEWUSKI: Allora, ecco qui il vostro meritato denaro. Dovevano essere cambiali per la somma in zecchini che sapete, invece vi ho trattenuto qualcosa.

TOMATIS: Qualcosa, quanto?

RZEWUSKI: Voi siete un abile giocatore d’azzardo, un avventuriero, un uomo dal vissuto intenso che, come Cagliostro e Casanova, ha frequentato e frequenta tutte le corti e i salotti bene d’Europa. Possedete terreni, carrozze, servitù, una corte vostra. E soprattutto quella [questa] sontuosa Villa di Królikarnia a Mokotów, disegnata per voi dall’architetto del re, Domenico Merlini, lo stesso che ha progettato parte degli edifici reali nel Parco di Lazienki, alcuni ambienti del Castello Reale, la Villa del Principe Primate a Jabłonna, così, tanto per citare alcuni esempi! E poi voi siete fortunato! Vincete sempre al giuoco del Faraone, alle carte, … ai dati.  E non siete fortunato soltanto al giuoco, voi … (guarda compiaciuto Caterina, la quale fa un inchino per il complimento) …, siete fortunato anche con le dame più graziose.

TOMATIS: (Quasi strappando di mano a Rzewuski, la busta con le cambiali) Date qua, non voglio sapere altro. Mi va bene qualsiasi somma ci sia, qui dentro. Potete ringraziare Sua Maestà da parte mia. Ed ora …

RZEWUSKI: (Fa un inchino rivolto a Tomatis; fa un altro inchino rivolto a Caterina).

TOMATIS: Suona un campanello.

VALLETTO: (Apre la porta)

RZEWUSKI: (Fa un ultimo inchino ed esce)

TOMATIS: (Scoppia a ridere)

CATERINA: (Scoppia a ridere anche lei)

TOMATIS: (Abbraccia sua moglie che continua a ridere) Ma cara, cosa facciamo qui? Siamo attesi in teatro. Sarà presente il nostro re, con tutta la corte. Andiamo. (recuperano gli sgabelli ed escono di scena)

II SCENA – DI APERTURA

Scena: Si apre il sipario. Marianna Merlini, sola in scena, in proscenio sotto una luce a pioggia. Luci di sala accese.

MARIANNA MERLINI COMELLI: (Radiosa, rivolta al pubblico) Siamo a Varsavia nell’anno 1785, e ci troviamo nel teatro di Corte, che per desiderio di Sua Maestà Stanislao Augusto, Re di Polonia, Wojciech Bogusławski ha concesso ad un gruppo di artisti polacchi e italiani, diretti da Michele Bisesti, primo Direttore italiano del Teatro Nazionale, per il pubblico polacco.

WOJCIECH BOGUSŁAWSKI: (Si alza in piedi e ringrazia con un gesto e torna a sedersi)

PUBBLICO: (Applaude)

MARIANNA MERLINI COMELLI: Quindi questo teatro, progettato dall’Architetto italiano, Domenico Merlini, mio marito, da sempre riservato al re e alla sua corte, ora è aperto a tutti, … al pubblico di Varsavia. E gli spettacoli che, in futuro, andranno in scena in questo teatro, dovranno garantire la continuità delle rappresentazioni già programmate nel Teatro Nazionale di Piazza Krasinski, il quale, in questo momento, è sottoposto a restauro. Quindi, oggi, come per incanto, alcuni dei personaggi che hanno frequentato la Corte di Varsavia, si ritroveranno qui, tutti insieme, al cospetto del re. (Pausa) Messieurs et Dames, sono qui presenti tra voi, il nostro Soprintendente, Sua Eccellenza Wojciech Bogusławski (Lo indica su nella loggia di sinistra)

PUBBLICO: (Applaude)

MARIANNA MERLINI COMELLI: … l’Architetto Domenico Merlini, colui che ha progettato questo teatro (Lo indica in prima fila, in platea)

PUBBLICO: (Applaude)

MARIANNA MERLINI COMELLI: … e il Maestro Michele Bisesti, Primo italiano a dirigere il teatro Nazionale di Varsavia, colui che ha allestito lo spettacole che vedremo quest’oggi (Lo indica in prima fila, in platea a destra).

PUBBLICO: (Applaude)

MARIANNA MERLINI COMELLI: (Spumeggiante) A questo punto ha inizio lo spettacolo.

MARIONETTE DI ANNA DE GABRIELE: (Prima che il pubblico applauda, appaiono dal centro del sipario chiuso) A noi, non ci presenti? (Borbottano qualcosa)

PUBBLICO: (Ride)

MARIANNA MERLINI COMELLI: E vero ci sono anche loro, i simpatici burattini e le eleganti marionette di Anna De Gabriele. Auguro a tutti, buon divertimento! (Esce di scena)

PUBBLICO: (Applaude)

SCENA II – ROZPOCZĘCIE SPEKTAKLU

Scena: Kurtyna rozsuwa się. Marianna Merlini, sama na scenie oświetlona z góry. Oświetlenie sceny wyłączone. Oświetlenie widowni wyłączone.

MARIANNA MERLINI COMELLI: (Promienna, zwraca się do publiczności) Jesteśmy w Warszawie w roku 1785, znajdujemy się w Królewskim Teatrze, który z woli Jego Królewskiej Mości Stanisława Augusta, Wojciech Bogusławski powierzył grupie polskich i włoskich artystów, by otworzyć go dla publiczności; przewodzi im Michele Bisesti, włoski szef teatralnej antrepryzy. WOJCIECH BOGUSŁAWSKI: (Wstaje, dziękuje ukłonem i wraca na miejsce)

PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)

MARIANNA MERLINI COMELLI: Zatem ten teatr, zaprojektowany przez włoskiego architekta, Domenica Merliniego, mego ojca, dotychczas zastrzeżony dla króla i jego dworu, dzisiaj jest otwarty dla wszystkich, … dla warszawskiej publiczności. A wystawiane w nim spektakle, będą kontynuacją przedstawień przygotowanych wcześniej dla Teatru Narodowego na Placu Krasińskich, który teraz jest w budowie. A zatem dzisiaj, jak za sprawą zaklęcia, osoby, które bywały na dworze w Warszawie spotkają się tutaj, wszystkie razem, w obecności króla. (Pauza) Messieurs et Mesdames, są dziś wśród nas pan Wojciech Bogusławski (Wskazuje na niego w loży po lewej)

PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)

MARIANNA MERLINI COMELLI: … architekt Domenico Merlini, który zaprojektował ten teatr (Wskazuje na niego w pierwszym rzędzie na widowni)

PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)

MARIANNA MERLINI COMELLI: … i Maestro Michele Bisesti, włoski przedsiębiorca teatralny, autor spektaklu, który dzisiaj zobaczymy (Wskazuje na niego w pierwszym rzędzie na widowni, po prawej).

PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)

MARIANNA MERLINI COMELLI: (Entuzjastycznie) Zaczynamy nasz spektakl.

MARIONETKI ANNY DE GABRIELE: (Zanim publiczność zacznie klaskać, pojawiają się pośrodku zamkniętej kurtyny) A nas nie przedstawisz? (Mamroczą coś)

PUBLICZNOŚĆ: (Śmieje się)

MARIANNA MERLINI COMELLI: Prawda, są też one, sympatyczne kukiełki i eleganckie marionetki Anny De Gabriele. Wszystkim życzę dobrej zabawy! (Schodzi ze sceny)

PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)

III SCENA – CASANOVA, ARLECCHINO E COLOMBINA

Scena: Parte l’aria musicale. Si accendono gradatamente le luci sulla scena. Appaiono, a sinistra, in proscenio: due poltrone, un leggio, un primo cavalletto per pittori; a destra, sempre in proscenio, due sedie, un altro leggio, un secondo cavalletto per pittori e un trono.

GIACOMO CASANOVA, ANTONIO E ANGELA SACCO: (Entrano, con baùta, tricorno e mantello, il primo; in costume da Arlecchino, il secondo; vestita da Colombina, la terza. Tutti e tre ballano. Quando inizia il recitato, tutti e tre vanno ad origliare i vocii di un seduttore con una dama [Antici-Mozart], correndo, in fondo alla scena, a destra e a sinistra. Quando riparte l’aria dal “Don Giovanni”, tutti e tre riprendono a ballare. Alla fine escono di scena, spingendosi uno con l’altro e ridendo vistosamente)

PUBBLICO: (Applaude)

SCENA III – CASANOVA, ARLEKIN I KOLOMBINA

Scena: Zaczyna się aria muzykalna. Stopniowo zapalają sie światła na scenie. Po lewej na proscenium pojawiają się: dwa fotele, pulpit, pierwsze sztalugi malarskie; po prawej, również na proscenium, dwa krzesła, drugi pulpit, drugie sztalugi malarskie i tron.

GIACOMO CASANOVA, ANTONIO I ANGELA SACCO: (Wchodzą, pierwszy w baucie (baùta), trikornie i pelerynie, drugi w kostiumie Arlekina, trzecia w kostiumie Kolombiny. Wszyscy troje tańczą. Kiedy słychać rozmowę, wszyscy troje nadstawiają uszu na prowadzoną półgłosem rozmowę uwodziciela i damy [Antici-Mozart], przebiegając w głębi sceny to w prawo to w lewo. Kiedy znów zaczyna się aria z „Don Giovanniego”, wszyscy troje znów zaczynają tańczyć. Wreszcie schodzą ze sceny, przepychając się i głośno się śmiejąc)

PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)

IV SCENA – INGRESSO DELLA CORTE SULLA SCENA

Scena: Vuota. Parte la musica

GIOCCHINO ALBERTINI, CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGGIOTTI: (Entrano in scena, come marionette, a passo di danza e si raggruppano, a sinistra del palcoscenico, attorno a Gioacchino Albertini. La musica sfuma. Tutti in attesa, in silenzio)

MARIANNA MERLINI COMELLI: (Si porta al centro del proscenio e legge, rivolta al pubblico) ”L’Arte – la pittura, il teatro, la letteratura – è stata, da sempre, utilizzata dai monarchi per accrescere la loro gloria e la loro autorità. Stanislao Augusto stesso, benché non fosse un re assolutista, con la sua politica di apertura agli artisti, si premurò di accrescere lo splendore della sua persona. Guardate lassù, ne abbiamo qui un esempio (Indica il dipinto sul soffitto del teatro). Su sua commissione Jan Bogumił Plersch decorò il soffitto di questo teatro reale con il Dio Apollo, su una biga, simbolo della Luce e del Sole ed insieme immagine di Stanislao Augusto. Così questo teatro nell’aranciera oggi ci appare come sede del re sole. (Luogo descritto da Ovidio nelle Metamorfosi, con questo passo: ”Il Palazzo del Sole, maestoso, le sue colonne che brillano con fasci d'oro e fiamme. E le sommità d’avorio splendono grandiose”).

ANDRÉ BERTOLDI: (Si dispone in fondo, al centro della scena e inizia a cantare)

CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGGIOTTI: (Cantano, in playback, interpretando il coro)

GIOCCHINO ALBERTINI: (Dirige André Bertoldi, l’orchestra e il coro, dando le spalle alla platea. Con un gesto intima una sospensione)

AUGUST MOSZYŃSKI: (Entra in palcoscenico o nel loggione. È vestito con il Kontusz, durante il pezzo per sola orchestra, non cantato, batte due colpi col bastone. Annuncia l’entrata del re nel loggione centrale o in un altro punto della sala) Sua Maestà, Stanislao Augusto Poniatowski, Re di Polonia, Granduca di Lituania.

STANISLAO AUGUSTO: (Entra in palcoscenico o nel loggione)

GIUSEPPE PONIATOWSKI: (Segue il re)

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)

PUBBLICO: (Rivolto verso il re, applaude)

STANISLAO AUGUSTO: (Ringrazia con un gesto e siede sul trono)

AUGUST MOSZYŃKI: (Accoglie il re, lo invita a sedersi e si dispone, in piedi, al lato sinistro del trono)

GIUSEPPE PONIATOWSKI: (Si dispone, in piedi, al lato destro del trono)

GIOCCHINO ALBERTINI: (Con un movimento della bacchetta, intima all’orchestra, ad André Bertoldi e al coro, di riprendere da dove erano stati interrotti)

CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGGIOTTI: (Riprendono a cantare in coro e concludono il brano)

ANDRÉ BERTOLDI: (Riprende e termina di cantare)

STANISLAO AUGUSTO: (Applaude)                                                                                

PUBBLICO: (Applaude)

GIOACCHINO ALBERTINI: (Raggiunge gli altri, dopo aver fatto un vistoso inchino rivolto al re)

ANDRÉ BERTOLDI: (Va ad unirsi agli altri, dopo aver fatto un vistoso inchino rivolto al re)

SCENA V – SCENA IV – DWÓR WCHODZI NA SCENĘ.

KRÓL WCHODZI DO TEATRU

Scena: Pusta. Zaczyna się muzyka

GIOCCHINO ALBERTINI, CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGGIOTTI: (Wchodzą na scenę tanecznym krokiem, naśladując gestykulacją i ruchamimarionetki, i gromadzą się po lewej stronie sceny wokół Gioacchina Albertiniego. Muzyka wycisza się. Wszyscy czekają w milczeniu)

MARIANNA MERLINI COMELLI: (Wchodzi na środek sceny i czyta w stronę publiczności) ”Sztuka – malarstwo, teatr, literatura – od dawien dawna służyły powiększeniu chwały i autorytetu władców.  Władcy od dawien dawna odwoływali się do sztuki – malarstwa, teatru, literatury – dla przysporzenia sobie chwały. Także Stanisław August, choć nie był królem absolutnym, potrafił przydawać blasku swej osobie. Spójrzcie w górę. (Wskazuje na obraz na plafonie teatru). Na jego życzenie Jan Bogumił Plersch ozdobił sklepienie tego Królewskiego Teatru wizerunkiem Apollina na rydwanie, który jest symbolem światła i słońca, i obrazem samego monarchy. Teatr w Pomarańczarni jawi się dziś przed nami jako siedziba króla-słońce”. (Tak jak opisywał ją Owidiusz w Metamorfozach: „Pałac Słońca wyniosły, na słupach strzelistych / Połyska się od złota i blach płomienistych. / Szczyty słoniową kością wspaniale jaśnieją, / Odrzwia z srebra ulane blask przemienny sieją”).

ANDRÉ BERTOLDI: (Rozbrzmiewa muzyka. Staje w głębi pośrodku sceny i zaczyna śpiewać z playbacku.

ANDRÉ BERTOLDI: (Rozbrzmiewa muzyka. Spiewa)

CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGIOTTI: (Śpiewają z playbacku, udając chór)

GIOCCHINO ALBERTINI: (Dyryguje orkiestrą i chórem, tyłem do widowni. Nakazuje gestem wstrzymanie gry)

AUGUST MOSZYŃSKI: (Wchodzi na scenę  lub do loży. Ubrany jest we frak, w czasie, gdy gra muzyka bez śpiewu, uderza dwa razy laską. Obwieszcza wejście króla do loży centralnej lub do jakiegokolwiek miejsca na sali) Jego Królewska Mość Stanisław August, Król Polski, Wielki Książę Litewski.

STANISŁAW AUGUST: (Wchodzi na scenę lub do loży)

JÓZEF PONIATOWSKI: (Podąża za królem)

WSZYSCY NA SCENIE: (Klaszczą)

PUBLICZNOŚĆ: (Zwrócona do króla, klaszcze)

STANISŁAW AUGUST: (Podnosi rękę w geście podziękowania i siada na tronie)

AUGUST MOSZYŃKI: (Wita króla, staje obok króla po lewej stronie tronu)

JÓZEF PONIATOWSKI: (Staje po prawej stronie tronu)

GIOCCHINO ALBERTINI: (Batutą nakazuje orkiestrze, André Bertoldiemu i chórowi kontynuować muzykę)

CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGGIOTTI: (Zaczynają śpiewać chórem i kończą fragment rozpoczęty wcześniej)

STANISŁAW AUGUST: (Klaszcze)                                                                                      

PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)

GIOACCHINO ALBERTINI: (Kłania się ostentacyjnie królowi i dołącza do reszty)

ANDRÉ BERTOLDI: (Kłania się ostentacyjnie królowi i dołącza do reszty)

VI SCENA – COMMEDIANTI E CANTATRICI:

Scena: Tutti sono in ordine, al loro posto, in palcoscenico.

GIOCCHINO ALBERTINI: (Va in proscenio, sul lato sinistro; e batte due colpi di mani rivolto alle cantanti) Allora! Su. Siamo pronte?

CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI: (Si dispongono a sinistra in proscenio, tutte in piedi, davanti al Maestro Gioacchino Albertini)

GIOCCHINO ALBERTINI: Avete qualche osservazione da fare, prima dell’esibizione alla presenza di Sua Maestà?

ALESSANDRA STABILI: Io non intendo esibirmi se mi accompagnate voi, Maestro. Canterò soltanto se accompagnata dal mio personale clavicembalista.

CATERINA GATTAI: (Interviene) La solita irrispettosa. Senza ritegno, … alla presenza del re! Dovresti vergognarti!

MARIANNA MERLINI COMELLI: A me, invece, sembra giusta la sua richiesta!

BRIGIDA GIORGI BANTI: Certo, tu sei come lei!

MARIANNA MERLINI COMELLI: E tu, sei come me. (Ride vistosamente)

CATERINA GATTAI: Che cosa facciamo allora?

CATERINA BONAFINI: Seguiamo il programma che ha stabilito il nostro Maestro.

GIOACCHINO ALBERTINI: Per cui, iniziamo con la virtuosa Caterina Bonafini. (Parte la musica)

CATERINA BONAFINI: (Canta una 1° aria e, a seguire una 2 ° aria)

TUTTI I PRESNTI IN SCENA: (Applaudono calorosamente)

PUBBLICO: (Applaude calorosamente)

STANISLAO AUGUSTO: Madame, come sempre, siete stata sublime. E peraltro, la più rispettosa, fra tutte.

CATERINA BONAFINI: In verità, Maestà, se io, poco fa, non ho avuto nulla da contestare, è perché ho già avuto a che dire aspramente, ieri, durante le prove e finanche, oggi, dietro le quinte, con il nostro eccellentissimo maestro.

STANISLAO AUGUSTO: Eppure, a detta del nostro più valente compositore polacco Vincenty Lessel, il mio Maître de Chapelle sembra sia una persona estremamente dolce e un musicista particolarmente sensibile.

CATERINA BONAFINI: Credo che il Maestro Lessel l0 abbia definito, più propriamente, un eccellente artista, ma un uomo troppo riservato, un po’ timoroso, Maestà, caratteristica non consona ad un Maître de Chapelle.

GIOACCHINO ALBERTINI: (Rivolto alle artiste tutte) Intendete processarmi? E qui, adesso? A tal proposito, ho già presentato le mie rimostranze al Reverendo Canonico Ugo Kołłontaj.

CATERINA BONAFINI: Non era nelle mie intenzioni; assolutamente!

GIOACCHINO ALBERTINI: Allora, Maestà; adesso è la volta di un’altra nostra talentuosa artista, Madame Brigida Giorgi Banti.

STANISLAO AUGUSTO: Bene.

BRIGIDA GIORGI BANTI: (Si porta al centro del palcoscenico e inizia a cantare; ma prima della fine del primo pezzo, stona o prende una stecca),

PUBBLICO: (Fischia e mormora)

BRIGIDA GIORGI BANTI: (Adirata) Voi siete bravi a fischiare, ma salite qui sul palcoscenico e provate a cantare, davanti ad un pubblico come voi!

PUBBLICO: (Riprende a fischiare)

BRIGIDA GIORGI BANTI: (Esce di scena piena di collera)

ALESSANDRA STABILI, MARIANNA MERLINI COMELLI: (Seguono Brigida Giorgi Banti dietro le quinte)

GIOACCHINO ALBERTINI: Maestà, porgo le mie scuse. (Si inchina)

CATERINA GATTAI: (Si inchina insieme a Gioacchino Albertini)

ANTONIO E ANGELA SACCO: (Si inchinano)

AUGUST MOSZYŃSKI: (Interviene, con in mano un giornale aperto) Madame Banti, ha avuto lo stesso contegno, già in passato, come si può evincere da questo giornale. (Legge: “Wczoraj nowa tu była opera, na której kiedy wszystkie miejsca napełnione były, wyborna śpiewaczka Banti, kontentując swym głosem publiczność, dostrzegła w lożach drugiego piętra jakąś niebaczność na jej się w głosie wysilanie. Za czym przestawszy na teatrum dalszego śpiewania w głos się z tym odezwała wyrazem. Tym nieprzyzwoitym publiczności obrażeniem nie tylko zaraz wyświstaną została. Ale też wyniósłszy się z teatrum tak mocno na siebie oburzyła wszystkich, że pan Gurowski, marszałek litewski sprawujący teraz jurysdykcją, czując powszechności krzywdę, posłał z naganą do śpiewaczki i z nakazem, żeby wróciwszy się na teatrum publicznie swój grzech wyznała i przeproszeniem błąd zmazała, inaczej przymuszonym będzie gwałtowniejszym rozkazem nakłonić ją do swego wypełnienia nakazu. W momencie, gdy to się stało, wszystka publiczność, kontenta z satysfakcji, panu marszałkowi składała dzięki. Nazajutrz wyszła jurysdykcji marszałkowskiej rezolucja, aby aktorki i aktorowie teatralni nie ważyli się na teatrum ani uczynkiem ani słowem publiczność obrażać, której winni są respekt i uszanowanie, jako zysk dla nich przynoszącej”).

STANISLAO AUGUSTO: (Considera) Che temperamento che hanno, però, queste artiste italiane! E tutte con personalità diverse, … diverse come le vostre lingue dialettali. A proposito di dialetti, vorrei che tutti, qui, presenti in questo teatro, ascoltassero alcuni dialetti italiani, così da comprendere quanta difficoltà trovi io - benché abbia studiato per bene la lingua italiana – ogni volta che devo comunicare con gli italiani ospiti presso la mia corte, da Marcello Bacciarelli, romano, a Bernardo Bellotto e Giacomo Casanova veneziani, a Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro, palermitano, a Madame Caterina Gattai Tomatis, abile cantatrice, tra l’altro, della canzone napoletana, … e così via.

CATERINA GATTAI: (Raduna Andrea Archetti, Gaetano Ghiggiotti e porge loro, ad ognuno, un foglio con su delle frasi scritte in perfetto italiano)

ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, CATERINA GATTAI, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGGIOTTI: (Leggono progressivamente, interpretando, ognuno nel proprio dialetto: in veneto, in abruzzese, in napoletano, in barese, in siciliano e in romanesco)

STANISLAO AUGUSTO: (Indicando coloro che hanno letto) Avete capito qualcosa voi stessi, tra di voi, che avete letto quelle frasi?

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Ad alta voce) Noooooo!

STANISLAO AUGUSTO: (Rivolto al pubblico) E voi?

PUBBLICO: (Urla) Nieeeee! e Noooooo! (E applaude)

SCENA VI – AKTORKI I ŚPIEWACZKI

Scena: Wszyscy są na swoich miejscach, na scenie.

GIOCCHINO ALBERTINI: (Wchodzi na scenę po lewej stronie; dwukrotnie klaska w dłonie, zwracając się do śpiewaczek) I jak tam? Gotowe?



CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI: (Ustawiają się po lewej stronie proscenium, wszystkie na stojąco, przed Maestro Gioacchino Albertinim)

GIOCCHINO ALBERTINI: Czy mają Panie jakieś uwagi przed występem w obecności Jego Królewskiej Mości?

ALESSANDRA STABILI: Uprzedzam, że nie wystąpię, jeżeli będzie mi Pan towarzyszył, Maestro. Śpiewam wyłącznie z akompaniamentem mego osobistego klawesynisty.

CATERINA GATTAI: (Zabiera głos) Jak zwykle nie umiesz zachować umiaru. Ja bym się wstydziła tak zuchwale się odzywać w obecności króla jegomości!

MARIANNA MERLINI COMELLI: A mnie się wydaje, że słuszność jest po jej stronie! BRIGIDA GIORGI BANTI: Jesteś taka sama jak ona!

MARIANNA MERLINI COMELLI: A Ty co? Niby jesteś inna? (Śmieje się ostentacyjnie)

CATERINA GATTAI: I co teraz poczniemy?

CATERINA BONAFINI: Postąpimy według planu, który ułożył Maestro.

GIOACCHINO ALBERTINI: A zatem zacznijmy od naszej wybornej śpiewaczki Cateriny Bonafini. (Zaczyna się muzyka)

CATERINA BONAFINI: (Śpiewa 1° arię i następnie 2° arię)

WSZYSCY NA SCENIE: (Klaszczą entuzjastycznie)

PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze entuzjastycznie)

STANISŁAW AUGUST: Madame, była pani, jak zawsze, wspaniała. Ponadto muszę Panią pochwalić za respekt i poszanowanie wobec naszego Kapelmistrza.

CATERINA BONAFINI: Szczerze mówiąc, Wasza Królewska Mość, jeśli teraz nie mam żadnych obiekcji, to dlatego, że wczoraj w czasie prób i nawet dziś jeszcze za kulisami powiedziałam mu bez ogródek to, co myślę.

STANISŁAW AUGUST: A jednak, zdaniem naszego najlepszego kompozytora – Wincentego Lessla, mój Kapelmistrz jest wyjątkowo gładkim człowiekiem i bardzo subtelnym muzykiem.

CATERINA BONAFINI: To prawda, że Maestro Lessel uważa go za świetnego artystę, wszelako, Wasza Królewska Mość, pan Albertini jest zbyt powściągliwy i nieco lękliwy, a to nie są cechy pożądane u Kapelmistrza.

GIOACCHINO ALBERTINI: (Zwrócony do wszystkich artystek) Macie zamiar postawić mnie przed sądem? Tu i teraz? A skoro o tym mowa, poszedłem ze skargą do wielebnego kanonika Kołłątaja.

CATERINA BONAFINI: Ależ nie miałam wcale takiego zamiaru!

GIOACCHINO ALBERTINI: Wasza Królewska Mość; nadeszła kolej na naszą drugą wielką śpiewaczkę, Madame Brygidę Giorgi Banti.

STANISŁAW AUGUST: Proszę.

BRIGIDA GIORGI BANTI: (Wchodzi na środek sceny i zaczyna śpiewać; ale przed końcem pierwszego fragmentu, fałszuje albo kiksuje)

PUBLICZNOŚĆ: (Widząc, że występ nie zasługuje na uwagę, prowadzi głośną rozmowę, mamrocze i gwiżdże)

BRIGIDA GIORGI BANTI: (Wściekła) Skoro łatwo wam gwizdać i przeszkadzać, bądźcie łaskawi sami wejść na scenę i zaśpiewać przed taką, jak wy, publicznością!

PUBLICZNOŚĆ: (Znowu gwiżdże i tupie)

BRIGIDA GIORGI BANTI: (Wychodzi ze sceny pełna gniewu)                                               

ALESSANDRA STABILI, MARIANNA MERLINI COMELLI: (Solidarnie podążają za Brygidą Giorgi Banti za kulisy)

GIOACCHINO ALBERTINI: (Mocno zmieszany) Wasza Królewska Mość, proszę o wybaczenie. (Kłania się)

CATERINA GATTAI: (Kłania się wraz z Gioacchinem Albertinim)

ANTONIO I ANGELA SACCO: (Kłaniają się)

AUGUST MOSZYŃSKI: (Wtrąca się z gorliwością) Najjaśniejszy Panie, na mój rozkaz wyjdzie jutro rezolucja, aby aktorki i aktorowie teatralni nie ważyli się na teatrum ani uczynkiem ani słowem obrażać publiczności.

STANISŁAW AUGUST: (Łaskawie potakuje głową i zauważa) Ale jakiż temperament mają te Włoszki! Wszystkie o tak różnych osobowościach… różnych jak Wasze dialekty. Jeśli mowa o dialektach, chciałbym, żeby wszyscy obecni w tym teatrze posłuchali niektórych dialektów, by zrozumieć ileż trudu mnie kosztuje – mimo że dobrze znam język włoski – rozmowa z gośćmi na moim dworze, od Marcella Bacciarellego, Rzymianina, do Bernarda Bellotta i Giacoma Casanovy, pochodzących z Wenecji, czy Giuseppe Balsamo Hrabiego di Cagliostro z Palermo i Madame Cateriny Gattai Tomatis, wykonawczyni neapolitańskich pieśni, i tak dalej.

CATERINA GATTAI: (Przywołuje Andrea Archettiego, Gaetana Ghiggiottiego i wręcza każdemu z nich po jednej kartce, na której jest napisane kilka zdań w czystej włoszczyźnie)

ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, CATERINA GATTAI, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGIOTTI: (Czytają, po kolei, każdy w swoim własnym dialekcie: w dialekcie weneckim, w dialekcie abruzyjskim, w dialekcie neapolitańskim, w dialekcie mówionym w Bari, w dialekcie sycylijskim i w dialekcie rzymskim)

STANISŁAW AUGUST: (Wskazując na tych, którzy przeczytali) Po wysłuchaniu tego, jak czytaliście te zdania, czy sami coś rozumiecie?

WSZYSCY NA SCENIE: (Na głos) Nieeeeeeeee!

STANISŁAW AUGUST: (Zwrócony do publiczności) A Wy?

PUBLICZNOŚĆ: (Krzyczy) Nieeeee! i Noooooo! (I klaszcze)

VII SCENA – IZABELA E MARIA TERESA:

Scena: Izabela Czartoryska, con le nobildonne, Maria Teresa Tyszkiewicz, Anna Bacciarelli, insieme a Carlo Tomatis, a André Bertoldi e a Alessandra Stabili.

IZABELA CZARTORYSKA, MARIA TERESA TYSZKIEWCZ, ANNA BACCIARELLI, ANDRÉ BERTOLDI, CARLO TOMATIS, ALESSANDRA STABILI: (Entrano)

STANISLAO AUGUSTO: Gentili Dame, Nobildonne, Izabela Czartoryska, Anna Bacciarelli e Alessandra Stabili, Monsieur André Bertoldi, Conte Carlo Tomatis, anche voi qui, tra noi?

ALESSANDRA STABILI: (Fa un sorriso)

CARLO TOMATIS E ANDRÉ BERTOLDI: (Fanno, uno dopo l’altro, un vistoso un inchino, mentre si tolgono il copricapo)

ANNA BACCIARELLI: Volevo provare il piacere di vedervi da vicino, Maestà.

IZABELA CZARTORYSKA: Per rendervi grazia, Maestà.

STANISLAO AUGUSTO: Ricordate, Principessa, quando inaugurammo il Teatro Pubblico? E che, quello stesso giorno ricorreva il vostro onomastico?

IZABELA CZARTORYSKA: Certamente Maestà!

STANISLAO AUGUSTO: Ebbene in quell’occasione il poeta Józef Bielawski vi elogiò con questi versi: “Przyjm, wielka Księżno, do rąk to pisanie, / Które ma Muza niesie na wiązanie, / I pozwól, aby dzień Twego imienia / Był has”em do scen polskich otworzenia”.

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono con molta discrezione)

CARLO TOMATIS: (Interviene, quasi interrompendo gli applausi) Vostra Altezza credo allora, gradirà ascoltare anche un’altra curiosità, sempre pertinente con il tema di quest’oggi: questo scritto sul Teatro della Principessa Czartoryska a Powązki.

STANISLAO AUGUSTO: Certamente, Conte Tomatis, anzi m’incuriosisce assai!

CARLO TOMATIS: (Legge) Do Kompanii naszej w Powązkach przyłączyły się księżna Anna Sanguszkowa i pani Sewerynowa Potocka. Księżna Czartoryska często grywa w przedstawieniach amatorskich, w operze “Kolonia” wystąpiła w roli ogrodniczki, …

IZABELA CZARTORYSKA: (Si sposta al centro della scena e assume la posa come nel disegno del pittore Norblin)



CARLO TOMATIS: … a wraz z nią księżna Radziwiłłowa z domu Przeździecka, z bardzo pięknym głosem, pan Wojna, ambasador w Rzymie i generał artylerii Brühl. Dla sprawienia przyjemności księżnej urządziła pani Tyszkiewiczowa w Powązkach przedstawienie komedii pt. „Niewierny kochanek”, sama przyjęła rolę męską, podczas gdy księżna grała kochankę. Teatr urządzono w owczarni (S’ode il belato delle pecore).

CARLO TOMATIS: (Riprende a leggere): Pani Tyszkiewiczowa, przebrana po męsku, przybyła konno. (S’ode il nitrito d’un cavallo).

MARIA TERESA TYSZKIEWICZ: (Entra dalla quinta di sinistra e si porta al centro della scena per esibirsi con un frustino)

STANISLAO AUGUSTO: (Applaude animatamente)

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)

PUBBLICO: (Applaude)

MARIA TERESA TYSZKIEWICZ: (Ringrazia con un inchino il re, gli ospiti, il pubblico; e torna ad unirsi al gruppo dei Nobili)

SCENA VII – IZABELA I MARIA TERESA:

Scena: Izabela Czartoryska z Marią Teresą Tyszkiewicz, Anną Bacciarelli, oraz z Carlo Tomatisem, André Bertoldim i Alessandrą Stabili.

IZABELA CZARTORYSKA, ANNA BACCIARELLI, ANDRÉ BERTOLDI, CARLO TOMATIS, ALESSANDRA STABILI: (Wchodzą)

STANISŁAW AUGUST: Droga księżno, panie hrabio Tomatis, szlachetne damy, panie i panowie, czemu zawdzięczam waszą obecność?

ALESSANDRA STABILI: (Uśmiecha się)

CARLO TOMATIS I ANDRÉ BERTOLDI: (Jeden po drugim kłaniają się ostentacyjnie, zdejmując kapelusze)

IZABELA CZARTORYSKA: Przyszliśmy pokłonić się Waszej Królewskiej Mości.

ANNA BACCIARELLI: Złożyć nasze uszanowanie.

STANISŁAW AUGUST: (Zwracając się do Czartoryskiej) Księżno, czy Pani pamięta otwarcie Teatru Publicznego? W ów dzień przypadały Księżnej imieniny?

IZABELA CZARTORYSKA: Jakżeby inaczej, Wasza Królewska Mość!

STANISŁAW AUGUST: Otóż przy tamtej okazji poeta Józef Bielawski uczcił Panią tymi wersami: „Przyjm, wielka Księżno, do rąk to pisanie, / Które ma Muza niesie na wiązanie, / I pozwól, aby dzień Twego imienia / Był hasłem do scen polskich otworzenia”.

WSZYSCY NA SCENIE: (Klaszczą dyskretnie)

CARLO TOMATIS: (Zabiera głos, niemal przerywając oklaski) Wasza Wysokość, jak mniemam, z chęcią dziś wysłucha nowin o tym, co wydarzyło się u Księżnej w jej podwarszawskim teatrze.

STANISŁAW AUGUST: Oczywiście, hrabio Tomatis, bardzo mnie Pan zaciekawił!

CARLO TOMATIS: (Czyta) Do kompanii księżnej w Powązkach przyłączyły się Anna Sanguszkowa i Pani Sewerynowa Potocka. Księżna Czartoryska często grywa w przedstawieniach amatorskich, w operze „Kolonia” wystąpiła w roli ogrodniczki, …

IZABELA CZARTORYSKA: (Przechodzi na środek sceny i przyjmuje pozę jak na rysunku Norblina)

CARLO TOMATIS: … a wraz z nią księżna Radziwiłłowa z domu Przeździecka, o bardzo pięknym głosie, Pan Wojna, ambasador w Rzymie i generał artylerii Brühl. Dla sprawienia przyjemności księżnej urządziła Pani Tyszkiewiczowa przedstawienie komedii pt. „Niewierny kochanek”, sama przyjęła rolę męską, podczas gdy księżna grała kochankę. Teatr urządzono w owczarni. (Słychać beczenie owiec)

CARLO TOMATIS: (Czyta dalej) Pani Tyszkiewiczowa, przebrana po męsku, przybyła konno. (Słychać rżenie konia)

MARIA TERESA TYSZKIEWICZ: (Wchodzi zza lewej kulisy i przechodzi na środek sceny, żeby wystąpić z trzcinką)

STANISŁAW AUGUST: (Klaszcze z entuzjazmem)

WSZYSCY NA SCENIE: (Klaszczą)

PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)

MARIA TERESA TYSZKIEWICZ: (Dziękuje ukłonem królowi, gościom i publiczności i wraca do grupki uczestników)

VIII SCENA – INTERVENTO CASANOVA:

Scena: Giacomo Casanova convocato dal re.

AUGUST MOSZYŃSKI: (In piedi accanto al trono, porge il foglio del cerimoniale al re, con l’ordine del giorno)

STANISLAO AUGUSTO: Ora veniamo a Voi, Illustrissimo Conte Jakub Kasanow De Farussi, come siete solito presentarvi.

GIACOMO CASANOVA: (Dalla platea sale in palcoscenico e va a disporsi, in piedi, davanti al leggio) Grazie, Maestà. Son qui, alla vostra presenza e di questo gentilissimo pubblico, per sfatare, una volta per tutte, la diceria che Giacomo Casanova sia sinonimo di seduttore.

STANISLAO AUGUSTO: E questo venite a dircelo, appena dopo che avete affrontato qui in Varsavia, un duello a causa d’un vostro sfrontato corteggiamento a due gentildonne?! Piuttosto volete raccontarci come realmente sono andate le cose?

GIACOMO CASANOVA: Dunque! Era la fine di febbraio di qualche anno fa. Da qualche giorno, stavo corteggiando con assoluta discrezione la charmant artista Madame Caterina Gattai, allora, mi si disse in seguito, promessa sposa del Conte Carlo Tomatis Direttore del Teatro Nazionale di Varsavia. Nel contempo, sempre con galanteria, inseguivo Madame Anna Binetti, l’altra brava artista, mi si disse poi, accanita rivale della Gattai. Durante una serata di gala al Teatro dell’Opera con la presenza in sala di Vostra Maestà, entro nel camerino di Madame Binetti per offrirle un omaggio floreale. In quel momento sopraggiunge il Conte Branicki, pretendente della donna. Valutato il rischio che stavo per correre, decido di andare a rifugiarmi nel camerino di Madame Teresa Casacci, un’altra famosa artista. Il Conte, però, mi raggiunge e subito mi redarguisce chiamandomi “insolente” e “veneziano indolente”. Io mi sono sentito profondamente offeso e avrei voluto reagire, invece decido d’andarmene a casa. Però, durante la notte non riesco a dormire, così all’alba m’affretto ad inviare una lettera a Branicki, sfidandolo in un duello all’ultimo sangue, alla pistola e, se non bastasse, alla spada. Branicki accetta la sfida. Quindi ci incontriamo, con i rispettivi padrini, in una mattina gelida, nel bel mezzo d’un parco, accanto ad un’altana, nei pressi di Wola. Dopo i riti usuali in queste circostanze, ha immediatamente luogo la sfida tra noi. Risultato: Branicki viene pesantemente ferito ad un fianco. Io sono meno grave, sono stato colpito da un proiettile in un braccio. A questo punto, stranamente, un contadino, pagato da Branicki, si premura di condurmi con una slitta da Wola a Varsavia, perché possa sottrarmi alla vendetta degli amici e parenti del conte che intanto è già stato soccorso da un chirurgo. Una volta giunto in città, anch’io vengo affidato alle cure d’un cerusico. E subito dopo trovo rifugio in un fienile. La sera però accade un fatto strano. L’amico comune Arnold Byszewski, in preda ai fumi dell’alcool, ritenendo responsabile di ogni cosa Carlo Tomatis, va a casa di questi e gli spara un colpo di pistola senza però, fortunatamente, colpirlo. Spara ancora, ma questa volta ferisce al volto il Conte Moszyński che era lì presente. Io, per i giorni a seguire, vengo accolto in un convento sotto la protezione dei Frati Francescani. Una volta rimessomi dalle conseguenze della ferita, decido di riconciliarmi con Branicki. Cosa che avverrà. Ecco tutto. Però, con quel duello, Maestà, credevo, d’aver cancellato quest’onta. Invece, evidentemente non è stato così! Ecco, allora, adesso vorrei lasciare la Polonia, con i suoi abitanti che serbassero di me l’immagine d’un commediografo, drammaturgo, compositore, scrittore della Repubblica delle Lettere, d’un poeta improvvisatore, declamatore di versi, attore, ballerino di minuetto; che tutti, insomma serbassero di me l’immagine d’un teatrante, come lo fu mia madre, personaggio ben noto qui a Varsavia come attrice e cantante e come lo fu anche mio padre, attore e ballerino. Io ho composto, interpretato o messo in scena opere teatrali, debuttando nei teatri e nei salotti di mezza Europa.

STANISLAO AUGUSTO: Ebbene, sarà così che noi tutti vi ricorderemo, eccellentissimo e illustrissimo Jakub Conte Kasanow De Farussi! (Rivolto a tutti) Non è vero?

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)

PUBBLICO: (Applaude)

GIACOMO CASANOVA: (Va ad unirsi al gruppo dei Nobili, senza rispondere agli applausi)

IX SCENA – INTERVENTO CANALETTO:

Scena: Bernardo Bellotto, Canaletto convocato dal re.

STANISLAO AUGUSTO: Ora veniamo a voi, Illustrissimo Maestro Bernardo Bellotto o meglio “Canaletto, Primo Pittore di Corte”, come siete solito presentarvi.

CANALETTO: (Dalla platea sale in palcoscenico e va a disporsi, in piedi, davanti al leggio) Certo, Maestà, Canaletto, Onoratissimo Primo Pittore di Corte!  Però lo pseudonimo “Canaletto” dal nome di mio zio, Antonio Canal, m’è stato attribuito qui a Varsavia, dai vostri cortigiani, dal vostro popolo, da voi in persona.

STANISLAO AUGUSTO: Certo, voi, come vostro zio, avete dipinto soprattutto ‘vedute’. E adesso noi, grazie a voi, conosciamo Varsavia, la nostra città, come la ‘vedete’ voi, con gli occhi di uno straniero. E come la vedete voi, con i vostri occhi, Varsavia, forse è anche più bella!

CANALETTO: Varsavia, di per se, ha un fascino particolare, in special modo al tramonto e all’alba, impossibile da riprodurre su una tela, Maestà. Eppure io, già prima di approdare in Polonia, avevo dipinto ‘vedute’, in varie città d’Europa: a Dresda, a Roma, a Venezia, a Torino, a Vienna, …

STANISLAO AUGUSTO: a Cracovia (Raggiunge il gruppo dei Nobili, senza rispondere agli applausi).

CANALETTO: … è vero, anche a Cracovia!

STANISLAO AUGUSTO: Ecco perché noi della corte e il popolo polacco, vi adoriamo.

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)

PUBBLICO: (Applaude)

X SCENA – INTERVENTO MERLINI:

Scena: Domenico Merlini convocato dal re.

STANISLAO AUGUSTO: Cosa dire all’Illustrissimo Architetto Domenico Merlini? Se non, un ‘grazie’ per averci impreziosito Varsavia, Królikarnia, Jabłonna, Wola, Powązki e Łazienki. E poi questo splendido teatro! (Si alza, fa un mezzo giro su sé stesso e torna a sedersi). Su venite!

DOMENICO MERLINI: (Dalla platea sale in palcoscenico e va a disporsi, in piedi, davanti al leggio) Grazie, Maestà. Ma è tutto merito vostro, della vostra competenza, della vostra generosità. (Raggiunge il gruppo dei Nobili, senza rispondere agli applausi)

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)

PUBBLICO: (Applaude)

XI SCENA – INTERVENTO SACCO:

Scena: Antonio Sacco è, in piedi, davanti al leggio.

STANISLAO AUGUSTO: Ora veniamo a voi, eccellentissimo Coreografo e capocomico Antonio Sacco, veneziano, conosciuto in tutta Europa come Arlecchino, o meglio Truffaldino.

ANTONIO SACCO: Grazie, Maestà. (Fa un vistoso inchino)

CATERINA GATTAI: Il nostro Maestro Antonio Sacco, Maestà, ora vi illustrerà una lezione di balletto.

ANTONIO SACCO, ANDRÉ BERTOLDI E ANGELA SACCO: (Partita il minuetto al clavicembalo. Si esibiscono in esercizi di stile e pantomima)

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)

PUBBLICO: (Applaude)

ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, ANDRÉ BERTOLDI: (Ringraziano il pubblico e tornano al loro posto)

XII SCENA – ASSEMBLEA:

Scena: Carlo Tomatis, Caterina Gattai e Marcello Bacciarelli.

AUGUST MOSZYŃSKI: (Sempre in piedi accanto al trono dove siede il re, porge a Stanislao Augusto, un foglio di carta) Monsieur Carlo Tomatis, o Conte de Valery-Thomatis della Sabaudia, oppure Conte Thomatis-Valei d’Etruria, come preferite essere annunciato, Vostra Maestà vorrebbe ascoltarvi.

CARLO TOMATIS: (Accanto al cavalletto) Vi ringrazio, Maestà, per l’opportunità che mi date di parlare. Voi, che appena una settimana dopo la vostra incoronazione, generosamente, firmaste con me un contratto che mi concedeva l’esclusiva degli spettacoli e 10.000 ducati l’anno di sovvenzione. Ricordo come fosse adesso, mi disse …

STANISLAO AUGUSTO: … Maintenent, mon “Directeur des Plaisirs”, choisi dans tout ce qu’il y a de meilleur en Italie.

CARLO TOMATIS: Esattamente! Noto che avete un’ottima memoria.

STANISLAO AUGUSTO: Si, ma continuate.

CARLO TOMATIS: Così ho dovuto affrontare i primi difficili momenti per allestire le rappresentazioni. Basti pensare che m’ero impegnato a rinnovare lo spettacolo ogni mese. Così non delusi certo le aspettative di Sua Maestà, tanto è, che mi rinnovò il contratto. Disgraziatamente però la mia Compagnia successivamente s’è sciolta, malgrado avessi ricevuto ottime recensioni sulla rivista “Monitor”.

STANISLAO AUGUSTO: (Volge lo sguardo verso le dame) Vedo con piacere che sono presenti quest’oggi molte affascinanti nobili dame ed anche alcune splendide artiste del palcoscenico. Perché non ascoltiamo qualche loro considerazione?

CATERINA GATTAI: (Prende la parola) Personalmente, Maestà, io avrei qualcosa da dire.

STANISLAO AUGUSTO: Prego.

CATERINA GATTAI: Il mio consorte Carlo Tomatis, per amor del vero, avrebbe dovuto specificare che se anche il Teatro Operalnia di Varsavia venne smontato, certo non fu per causa sua.

ALESSANDRA STABILI: (Interviene) E tantomeno di noi artisti. Anche le colleghe Bonafini, Sacco, Ristorini, Banti, Gattai, Merlini, qui presenti, e finanche Teresa Casacci e Alessandra Stabili, possono testimoniare il nostro impegno nella ricerca e nella sperimentazione. Le messe in scena a quell’epoca, erano ben selezionate e molto curate. E poi mi sembra che anche gli spettacoli del teatro sarmatico, con l’hetmano o con la cavalleria, non abbiano potuto continuare la loro attività con gli altri direttori del teatro che si sono succeduti. E, sia le opere in lingua polacca dei Principi Czartoryski e Radziwiłł, che quelle straniere, in lingua originale, di Monsieur Ogiński, a me risulta che non abbiano prodotto, in fondo, dei gran profitti, malgrado i consensi. Infatti, non potendo più mantenere le spese, furono costretti, anche loro, loro malgrado, ad abbandonare l’impresa.

CATERINA GATTAI: Quindi la sorte infausta e ineluttabile del Teatro Nazionale non credo sia dipesa né da una cattiva scelta del repertorio, né da errate valutazioni di messe in scena e tantomeno da mala amministrazione. C’è poi da dire che Carlo Tomatis, se posso permettermi, tra l’altro, non ne ha neanche tratto particolari vantaggi economici da quella gestione.

STANISLAO AUGUSTO: Questo sarebbe tutto da verificare. A giudicare dalle proprietà del vostro stimatissimo consorte, dolce dama battagliera, non si direbbe che voi, tutti e due, navighiate in cattive acque. Mi risulta, anzi, che state progettando di andare a vivere in una superba villa a Królikarnia, nei pressi di Varsavia, beati e spensierati come due piccioncini. Peraltro progettata dall’architetto di Corte … (Rivolto a Domenico Merlini) Non è così, illustre Maestro Domenico Merlini?

DOMENICO MERLINI: Sì, è così, Maestà.

STANISLAO AUGUSTO: Sarà un edificio bello come questo teatro? Per realizzare questo meraviglioso Teatro di Corte, immagino, sarete stato ispirato da Dio, come San Luca!

DOMENICO MERLINI: Sicuramente da un dio, ma da un Dio dell’Olimpo, Maestà.

STANISLAO AUGUSTO: (Ride)

CATERINA GATTAI: (Interviene) In verità, invece, la nostra residenza sarà meno che una “bagatella” come ha intitolato la sua villa il sommo pittore, Direttore dell’Accademia delle Belle Arti, qui presente, Marcello Bacciarelli (Fa un inchino rivolta verso il pittore). Comunque, se tutto questo sarà possibile, lo dobbiamo certamente alla vostra generosità e considerazione, che avete sempre dimostrato nei nostri confronti, Maestà.

STANISLAO AUGUSTO: Ah! Il vostro charme, madame Gattai, non mente! (Sorride)

CATERINA GATTAI: Tutti, o meglio tutte, a corte, sanno della vostra magnanimità e del vostro amore per il buongusto e per la raffinatezza.

STANISLAO AUGUSTO: Torniamo alla materia di discussione di quest’oggi, un plauso e anche un applauso direi di rivolgere al nostro Maestro di Teatro Wojciech Bogusławski, (Lo indica, sulla balconata di sinistra) vero protagonista di questa assemblea.

WOJCIECH BOGUSŁAWSKI: Grazie Maestà.

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)

PUBBLICO: (Applaude)

MARCELLO BACCIARELLI: (Si alza in piedi e si toglie dal capo il rogatywka) Se posso intervenire Maestà.

STANISLAO AUGUSTO: Ma certo.

MARCELLO BACCIARELLI: (Dalla platea sale in palcoscenico e va a disporsi, in piedi, davanti al leggio)

STANISLAO AUGUSTO: Dite pure, mio caro stimatissimo Marcello Bacciarelli. Ogni vostra considerazione è di gran valore per tutti noi. E poi a me interessa particolarmente la vostra opinione. Voi, oltre che "mio Primo Pittore", siete un profondo minatore nelle cave dei sentimenti altrui. Lo avete dimostrato ampiamente col vostro pennello ogni volta che mi avete ritratto sulla tela.

MARCELLO BACCIARELLI: Vi ringrazio Maestà. Ma ciò è facile quando s’approda in quella miniera inesauribile che è il vostro cuore e la vostra mente. Ora però, seppure in maniera critica, vorrei dire che l’arte non è qualcosa di lucroso. E sarò forse crudele nei confronti di qualcuno, ma nell’arte, che sia pittura, musica o teatro, non ci si può improvvisare artisti. (Raggiunge il gruppo dei Nobili)

STANISLAO AUGUSTO: Ora che abbiamo a disposizione nuovi talenti del calibro di Świerzawski e Truszkolawski, gli straordinari interpreti dei personaggi comici nobiliari, sicuramente i futuri “Primus Poloniae Actor”, riformiamo questo nostro Teatro, come ha fatto in Prussia, Eugenio Ackermann!

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)

PUBBLICO: (Applaude)

XIII SCENA - CAGLIOSTRO:

Scena: August Moszyński va a disporsi dietro al cavalletto da pittore.

STANISLAO AUGUSTO: (Rivolgendosi a Cagliostro) Cosa avete da dirci voi, invece, Divino Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro?

CAGLIOSTRO: (Mówi w języku włoskim. August Moszyński tłumaczy na język polski)

CAGLIOSTRO: (Dalla platea sale in palcoscenico e va a disporsi, in piedi, davanti al leggio. Esplode subito, in una sorta di comizio) Vostra Maestà, compagni di Varsavia, gente di Polonia, ascoltate! È ora che anche voi polacchi, come ho già detto alle altre genti d’Europa, conosciate tutta la verità sulla mia straordinaria vita, che per colpa di qualche malalingua potrebbe andare così improvvisamente in malora! (Pausa) Lo so, con questo nome, Cagliostro, già di per sé arcano, sono e sono stato per tutti, in Europa, un personaggio scomodo, un uomo misterioso a cui avrebbero fatto difetto la modestia e l'onestà.

AUGUST MOSZYŃSKI: (Tłumaczy) Polacy! Moi warszawscy uczniowie, słuchajcie! Nadszedł czas, abyście i wy, jak i inne narody Europy, poznali całą prawdę o moim niezwykłym życiu, która mogłaby zostać zniweczona przez kilka złych języków! (Przerywa) Wiem, że z powodu mojego własnego nazwiska, Cagliostro, które samo w sobie jest zagadkowe, byłem i jestem dla wszystkich w Europie osobą niepożądaną, tajemniczą i złowrogą, niezdolną do skromności i uczciwości.

CAGLIOSTRO: Io invece mi ritengo un uomo estremamente sincero, soprattutto con me stesso, con eccellenti poteri occulti ed ho, dovunque sono stato, compiuto miracolose guarigioni. Ho avuto ed ho, peraltro, il dono della preveggenza. In gioventù sono stato un valido disegnatore e pittore, un commediante; oggi sono un esperto alchimista, nonché un falso, ma valente medico. Insomma ho osato ed oso quello che i comuni mortali solitamente non osano! Mi sono “dilettato” a far più cose divenendo così un ottimo medico dilettante, un ottimo alchimista dilettante, un ottimo, se vogliamo, avventuriero dilettante, quasi un Casanova, ma con una moglie al seguito. Io ho avuto il coraggio di mettere in discussione le regole, il perbenismo, ecco perché mi sono attirato l'odio, la diffidenza, lo scetticismo di certi potenti, o meglio “pre-potenti” (Ride vistosamente).

AUGUST MOSZYŃSKI: Tymczasem ja uważam, że jestem człowiekiem absolutnie szczerym, zwłaszcza wobec siebie, wyposażonym w niewidzialne moce, któremu, gdziekolwiek bym nie był, zdarzało się dokonywać niezliczonych cudownych uzdrowień. Poza tym miałem i mam dar przewidywania przyszłości. Za młodu byłem cenionym rysownikiem i malarzem, komediantem; dziś jestem sławnym alchemikiem i lekarzem, wprawdzie nie szkolonym, ale skutecznym. Byłem i jestem tak zuchwały, jak żaden ze zwykłych śmiertelników! Zabawiałem się robieniem wielu rzeczy, i tak oto stałem się znakomitym lekarzem-dyletantem, znakomitym alchemikiem-dyletantem, znakomitym, jeśli można tak powiedzieć, awanturnikiem-dyletantem, niemal Casanową, ale wożąc zawsze ze sobą swoją żonę. Miałem odwagę poddawać w wątpliwość wszelkie reguły, fałszywą moralność, oto dlaczego wzbudziłem nienawiść, podejrzliwość, sceptycyzm niektórych możnych, a nawet przemożnych osób (Wybucha gwałtownym śmiechem)

CAGLIOSTRO: (Rivolto a sua moglie nella loggia di destra) È vero Lorenza, cara mogliettina mia cara, che sono un genio? Prawda, Lorenza, moja droga żoneczka jestem geniusz? (Rivolto a Madame Ponińska nella loggia di destra, accanto a Lorenza Feliciani) C’est le vrai, Madame Ponińska?

MADAME PONIŃSKA: Mais oui, certainement, Monsieur Cagliostro!

LORENZA FELICIANI: (Nella seconda loggia a destra) Sì, certo! Tak, prawda!

CAGLIOSTRO: (In polacco stentato) Allora..., osservate con attenzione (Fa il gesto con le mani. Tira fuori una boccetta da una bisaccia) Ecco, questo è un medicamento per le contusioni. Oto, to jest lekarstwo dla kontuzje.

AUGUST MOSZYŃSKI: Vedo che non avete più bisogno di me. Allora ... (Sta per allontanarsi)

CAGLIOSTRO: (Saluta il traduttore con un gesto di stizza) Siete un mostro! Potwór!

AUGUST MOSZYŃSKI: (Reagisce con una grossa risata) E voi, un demonio! Diabeł, Szatan (Torna accanto al re)



CAGLIOSTRO: (Prende dalla bisaccia, un’ampolla che trabocca fumo) Questa è un’acqua miracolosa. To jest cudowna woda (Tira fuori ancora, un cofanetto, dalla bisaccia) Questa è una pomata miracolosa. To jest cudowna pomada. (Tira fuori, infine, un pezzo di metallo, dalla bisaccia) Questo è un vile metallo che io trasformerò in oro. To jest prosty metal, który zmieniam na złoto.



ELISE VON DER RECKE: (Si alza in piedi, nella prima balconata di destra, poi, parlando in polacco e traducendo alla meglio in italiano) Buffone, ciarlatano, imbroglione, mistificatore. Profeta da strapazzo! Vattene da Varsavia, vattene dalla Polonia e tornatene nella tua Italia dove spero tu finisca murato vivo a riflettere sulle tue nefandezze, dentro qualche torre di qualche fortezza.

DOROTA VON MEDEM: Siete un mostro! Un demonio!

CAGLIOSTRO: (Rivolto a Elise, parlando in italiano e traducendo alla meglio in polacco) Nooo! Sibilla da quattro soldi. La mia patria ormai è l’Europa. Piuttosto, tu, morirai zitella, rinchiusa in clausura! Nieeee!!!!!! Teraz moja ojczyzna jest Europa. Ty, stara i brzydka panna, będziesz umierać w klauzura!

WOJCIECH BOGUSŁAWSKI: (Nella balconata di sinistra, si alza in piedi e, parlando in polacco) Siete un buffone.

FRANCZISZEK RYKS: Avete imbrogliato le Corti di mezza Europa.

WOJCIECH BOGUSŁAWSKI: Caterina II, Regina di tutte le Russie, per denunciare al mondo intero la vostra natura di imbroglione, vi ha appunto intitolato l’opera teatrale “Oszust”, rappresentata anche qui a Varsavia.

KANDAKE: Vergognatevi!

ADAM DMUSZEWSKI: Sì, vergognatevi!

CAGLIOSTRO: (In italiano e poi traducendo in uno stentato polacco) Lascerò Varsavia, con la sua gente che invece mi ama, città umiliata però dalle vostre parole. Ma partirò sopra un Drago di Fuoco, acciocché anche voi sappiate chi è, in verità, Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro, Alchimista e Grande Cofto della Massoneria Egizia. (Raggiunge il gruppo dei Nobili, senza rispondere all’applauso)

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)

PUBBLICO: (Applaude)

XIV SCENA – FINALE:

Scena: Tutti, si predispongono così come stabilisce il coreografo Antonio Sacco. Parte la Musica.

TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Ballano l’intero brano musicale)

PUBBLICO: (Applaude)

TUTTI I PRESENTI IN PALCOSCENICO: (Salutano con inchini)

TUTTI I PRESENTI IN SALA CHE INDOSSANO I COSTUMI: (Durante gli applausi si dispongono in fila sul ponticello)

XV SCENA - DI CHIUSURA:

Scena: Riparte Musica

MARIANNA MERLINI COMELLI: (Invita, poi, Michele Bisesti - in jeans e t-shirt, ma con un tricorno in mano - a salire sul palcoscenico, incaricando August Moszyński di scendere in platea ad invitare personalmente Michele Bisenti)

AUGUST MOSZYŃSKI: (Scende in platea e invita il regista a salire con lui in palcoscenico)

REGISTA - MICHELE BISESTI: (Accompagnato da Anna Binetti che porta con sé un cesto pieno di rose, segue August Moszyński fino al centro del palcoscenico. Ringrazia il pubblico, bacia ogni donna mentre offre, ad ognuna di loro, una rosa)

PUBBLICO: (Applaude)

XVI SCENA – SIPARIO:

Scena: Sipario Chiuso. Il pubblico si accinge ad uscire.

PUBBLICO: (Mentre esce, viene diffuso in sala, un brano polacco settecentesco)

TUTTI I RICOSTRUTTORI STORICI: (In costume, all’uscita del teatro, accolgono il pubblico fuori nel parco. Offrono, se sarà disponibile, qualcosa da bere e qualcosa da mangiare e si mettono a disposizione di chi volesse conversare con loro o fotografarli)

FINE DELL’EVENTO
 
 

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WIDEO-PROMO

CASANOVA I INNI / CASANOVA E GLI ALTRI

  
Patryk Pawlak interprete di Giacomo Casanova





Spettacolo "Casanova i inni", drammaturgia e regia di Alberto Macchi,
presso il Teatro del XVIII secolo, del Museo di Lazienki a Varsavia





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FILM: GIACOMO CASANOVA 

di Luigi Comencini del 1969



di Federico Fellini del 1976


LIBRO STAMPATO DAL MUSEO DI LAZIENKI









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Sono un appassionato di ricerche sul "Grand Tour e sulle Accademie dell'Arcadia e di San Luca nel XVIII secolo". Vivo in Italia ed in Polonia dove, di tanto in tanto, AMO VIAGGIARE NELLO SPAZIO E NEL TEMPO. Chiunque, residente in uno di questi due paesi, nutra la mia stessa passione, può contattami per un incontro in cui condividere e scambiarsi esperienze, foto, opere, documentazioni raccolte a tutt'oggi e magari per concordare un'eventuale escursione, tra realtà e immaginazione, da fare insieme successivamente.










0.025 - 24.12,15