domenica 3 luglio 2011

CRISTINA DI SVEZIA: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS



“CRISTINA DI SVEZIA" è un Testo Teatrale scritto in lingua italiana da Alberto Macchi a Roma nel 2001. Inedito.

DALL'IDEA ALLA STESURA DEL TESTO, ALLE RAPPRESENTAZIONI:

Anno 1999
- Alberto Macchi comincia ad interessarsi di Cristina di Svezia dopo aver visitato la sua tomba in San Pietro.
Anno 2000
- Visita la Galleria dei quadri e la stanza nel Palazzo Corsini a Roma dove Cristina di Svezia morì. Da qui raccoglie materiale utile per la stesura del testo teatrale.
- Visita la Mostra dedicata a Cristina di Svezia presso Palazzo Ruspoli a Roma. Da qui raccoglie altro materiale utile per la stesura del testo teatrale.
Anno 2001
- Dopo accurate ricerche in varie biblioteche di Roma, Macchi termina la stesura del testo teatrale, corredato di cronologia, note e bibliografia.
Anno 2009
- Lettura Drammatizzata del testo "Cristina di Svezia" a cura dell'autore presso il Teatro "Enrico Marconi" di Varsavia.

SCENA TRATTA DAL TESTO TEATRALE:


Scena Seconda: FOLLIA
PERSONAGGI:
CRISTINA Alessandra, Regina di Svezia
GUSTAVO ADOLFO, Re di Svezia, suo padre
ELEONORA Hoenzollern, sua madre
CARLO GUSTAVO, Re di Svezia, suo cugino
AZZOLINI Decio, Cardinale, suo amico
SANTINELLI Francesco, Conte, suo amico
EBBA Sparre, Contessa, sua amante
ANGELICA, sua amante
MONALDESCHI Giovanni Rinaldo, suo amante
ACCIAIOLI Filippo, fiorentino, socio del Teatro Tordinona
D'ALIBERT Giacomo, Conte, suo amico
INNOCENZO XI, Papa Odescalchi, detto Papa Minga
CHIGI Fabio, Cardinale (diverrà Papa Alessandro VII)
ROSPIGLIOSI; Cardinale (diverrà Papa Clemente IX)
ORAZIO Di Borbone, canaglia al suo servizio
LIGORIO Pirro, architetto
Sacerdote
Inserviente
ATTO UNICO
(in sette scene)
I Scena: PROLOGO (1692)
II Scena: RIFLESSIONI (1675)
III Scena: LAGO (1676)
IV Scena: CARNEVALE (1686)
V Scena: ANGELICA (1687)
VI Scena: EPILOGO (1689)
VII Scena: EPITAFFIO (1689)
L'azione ha inizio a Roma, appena dopo l'inaugurazione dell'Accademia dell'Arcadia tre anni dopo la morte di Cristina di Svezia. Viene ripercorsa tutta la vita della Basilissa, con particolare attenzione al periodo Romano.
Scena Seconda: RIFLESSIONI
Roma, anno 1675. Il Cardinal Decio Azzolini, ha ricevuto in casa sua Cristina. Lei indossa una divisa da Generale, è molto agitata e non riesce a contenersi. Cammina nervosamente per la stanza mentre Azzolini sta versando del liquore nei bicchieri.
CRISTINA: (Aggressiva) Finché a Roma i Papi continueranno a farsi sopraffare dalla Francia e dalla Spagna, in special modo da Luigi XIV, caro mio Monsignor Azzolini …
AZZOLINI: (Col sorriso sul volto, offre a Cristina del liquore) Bevi qualcosa di forte così ti calmi un po'. Sei troppo irrequieta! (Versa lo stesso liquore in un altro bicchiere per se) Su, beviamo insieme, figliola cara!
CRISTINA: Non chiamarmi "figliola cara"! (Beve tutto d’un fiato e poggia il bicchiere su un piano)
AZZOLINI: Va bene, Cristina. (Beve e lascia il bicchiere accanto a quello di Cristina)
CRISTINA: Non ho bisogno d'un padre, io! Io ho già avuto un padre!
AZZOLINI: Tu hai soltanto bisogno di rilassarti un po'. Dovresti essere più tranquilla. Non foss'altro quest'anno potresti farlo come "fioretto" dedicato al Santo Padre, considerando che si sta celebrando il quindicesimo Giubileo.
CRISTINA: Ma è di te che io sono innamorata!
AZZOLINI: Te lo ripeto ancora una volta. Io posso esserti soltanto amico!
CRISTINA: E a me non basta che tu mi sia amico!
AZZOLINI: E invece dovrà bastarti! Il rapporto tra te e me, in quanto alla mia "autorità", deve essere come quello tra te e il Signore Iddio. Se poi pensi ancora come i protestanti, secondo i quali la Grazia può unire l'uomo a Dio o l'uomo all'autorità, allora sappi che con me non c'è neanche "Grazia che tenga", perché io non vorrò mai. Quindi vediamo di finirla una buona volta con questa storia!
CRISTINA: Per tua opportuna conoscenza, sappi allora che secondo i protestanti, le azioni, le esperienze e le opere, non possono far nulla per ottenere questa Grazia, perché la Grazia è un dono che può concedere soltanto il Signore a sua discrezione. Per cui io, che non ho ottenuto questo dono, non avrei alcuna speranza con te. Vedi, anche questo è uno dei motivi che mi ha indotto ad abiurare al protestantesimo.
AZZOLINI: Bene.
CRISTINA: Oggi che sono cattolica; allora voglio confidare nel credo cattolico, secondo il quale Dio predisporrebbe i mezzi perché gli uomini possano usufruire di questa Grazia, mezzi come la natura, la storia, la perseveranza, la fiducia.
AZZOLINI: Con me, come avrai notato finora questi mezzi, con tutte le loro seduzioni, non hanno avuto nessuna efficacia. Quindi tu speri in un Miracolo, ancor più che in una Grazia!
CRISTINA: Non credere che io sia una di quelle donne che cede così facilmente! Stai certo che continuerò a sedurti e a provocarti finché non cederai. (Sorride)
AZZOLINI: (Abbraccia Cristina) Creatura felina, irrefrenabile! Devo riconoscere che i tuoi artigli alla fine riescono comunque a graffiarmi.
CRISTINA: Vedi!
AZZOLINI: Sei proprio un animale tu! Istintivo, aggressivo, un po' come gli artisti del nostro secolo, con la loro pittura di genere, realistica, violenta, a cominciare da Caravaggio, fino a Salvator Rosa e a Rembrandt.
CRISTINA: Evviva la faccia di certi personaggi, altrimenti sai che noia la vita. Evviva Luigi Bernini (1)!
AZZOLINI: Evviva anche Donna Olimpia, la Pimpaccia, allora!
CRISTINA: Perché no! Anche a me in Svezia mi definiscono brutta, mascolina e prepotente. Quasi una strega come Olimpia Maidalchini Pamphilj (2). Per i romani, invece, che sono un popolo intelligente e vivace, io, a differenza di lei, rappresento per loro una specie di dono del Cielo. Particolarmente per la Chiesa di Roma, aggiungo io, che con la mia conversione dal Protestantesimo al Cattolicesimo, ho riempito di orgoglio il papato.
AZZOLINI: Certo! Perché, bisogna riconoscertelo, tu hai saputo valorizzare e aggregare intorno a te ogni fermento culturale di questa città. Però ciò non toglie che tu possa apparire a taluni, trasgressiva e violenta.
CRISTINA: Io amo, senza filtri, ogni forma di impegno umano: dalla scienza, all'arte, al teatro. Riconosco subito il talento, la genialità o la creatività nella gente. Non a caso ho voluto istituire l'Accademia Reale.
AZZOLINI: Una che ha sempre amato il protagonismo come te, fin dalla prima comparsa in questo mondo (3), certo non poteva che vivere così.
CRISTINA : (Ride) Sai anche tu della storia della mia nascita?
AZZOLINI: Certo. Sei nata coperta di peli, tanto da riuscire ad ingannare tutti circa la natura del tuo sesso. Tuo padre , anche lui, in un primo momento ti ha creduto un maschio.
CRISTINA : (Ride) Disse: "Sarà una persona in gamba, visto che ci ha ingannati tutti così bene!" Che dolce che era mio padre! Povero il mio vecchio Re, Gustavo Adolfo!
AZZOLINI: Tua madre com'era invece?
CRISTINA: Mia madre! Com'era mia madre!? Una sciocca e isterica prussiana. Una pazza che, per dirne una, dopo la morte di mio padre, conservava in una teca, dentro la sua camera da letto, il cuore imbalsamato di suo marito.
AZZOLINI: Che orrore!
CRISTINA: Però quella donna m'ha fatto studiare l'ebraico, il greco e il latino. E anche il francese, il tedesco lo spagnolo e l'italiano. Quella stessa donna m'ha insegnato a cavalcare, m'ha permesso dì imparare l'uso delle armi. E poi è grazie a lei se mi sono incontrata col Cardinale Fabio Chigi, colui che poi diventerà Papa Alessandro VII.
AZZOLINI: Chissà che anche tu non abbia preso un po' da tua madre in quanto a follia! Se penso con che crudeltà sei stata capace di far giustiziare quel povero tuo amante Giovanni Monaldeschi!
CRISTINA: (Eludendo, tocca il petto di Azzolini) Ti desidero follemente! Adesso. Qui. Subito.
AZZOLINI: Ma sei impazzita! Cominci a preoccuparmi!
CRISTINA: Qualsiasi donna impazzirebbe davanti a questa tua straordinaria avvenenza fisica. (Accarezza il volto di Azzolini con tutte e due le mani contemporaneamente e tenta di baciarlo)
AZZOLINI: (Visibilmente in imbarazzo, stacca le mani di Cristina dal suo volto e s'allontana) Eppure tu non disdegni di esibire al tuo fianco bellezze del calibro della tua Ebba Sparre!
CRISTINA: Ma questo che centra?
AZZOLINI: Da quando ti trasferisti da Palazzo Farnese a Palazzo Riario alla Lungara per dar corso alla tua ultima passione, il teatro, speravo che ti saresti acquietata, invece…
CRISTINA: Sì, l'aver fondato insieme all'Acciaioli il teatro di Tordinona fu una buona idea, adesso però voglio diventare anche impresario teatrale.
AZZOLINI: Ci voleva anche questa! Poveri attori!
CRISTINA: Guarda che io ho già favorito quello spiantato di Giacomo D'Alibert.
AZZOLINI: Con i dodicimila scudi annui che Papa Clemente IX ti ha concesso come vitalizio!
CRISTINA: Adesso sei cattivo! Me ne vado. E, se vuoi saperlo, proprio da Ebba Sparre. (Fa per uscire, ma poi si ferma come se avvertisse qualcosa)
AZZOLINI: (Osserva Cristina dalla testa ai piedi, come se la vedesse conciata in quel modo per la prima volta) Perché non ti togli di dosso quella ridicola divisa da generale? Possibile che tu debba indossare sempre quell'abbigliamento da maschio!
CRISTINA: Quest'abbigliamento l'ho indossato durante il viaggio attraverso la Danimarca e la Germania, non vedo perché non possa portarlo qui a Roma! Posso capire che si scandalizzino il Papa quando mi riceve in Quirinale o i tuoi fratelli preti, quando mi vedono arrivare che cavalco come un uomo, vestita con un corsetto e un paio di braghe, ma tu… (Esce adirata)
AZZOLINI: Il Santo Padre so che tollera tutto di te invece. Direi ti vizia come una nipotina capricciosa. Viene perfino a farti vista in casa.
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(1) Il 27/12/1670 GIAN LORENZO BERNINI trova subito un’alleata in CRISTINA DI SVEZIA quando suo fratello LUIGI di 58 anni dev’essere processato per aver colpito e danneggiato la statua di Costantino pochi giorni dopo l’inaugurazione, eretta in San Pietro, con un gesto di libidine e di violenza insieme. (Valentino Martinelli, Le Sculture per gli Altieri, Commentari, De Luca, Roma 1959, fasc. 4, pp. 204-227, pag. 209)
(2) DONNA OLIMPIA MAIDALCHINI PAMPHILI (Viterbo 26/5/1592 – San Martino al Cimino 26/9/1657) detta, dal popolo romano, LA PIMPACCIA.
(3) Alla sua nascita, suo padre l’aveva scambiata per un maschio, per quanto era pelosa.

LINK DI FILM O DOCUMENTARI RELATIVI AL PERSONAGGIO O AL PERIODO DI CRISTINA DI SVEZIA:

"Tutte le mattine del mondo- Sieur De Saint Colombe", film

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