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I SCENA – SIPARIO
Scena:
Luce di servizio accesa sulla scena. Sipario Chiuso. Luci di sala accese.
Cerimonia settecentesca di buon auspicio.
WOJCIECH BOGUSŁAWSKI, PIETRO MIRA, KANDAKE,
ELISE VON DER RECKE E DOROTA VON MEDEM: (Sono disposti, rispettivamente: prima
loggia a sinistra, ultima poltrona dell’ultima fila a sinistra, ultima poltrona
dell’ultima fila a destra, e le due donne, prima loggia a destra)
SOLDATI: (Accolgono sulla porta di accesso al
teatro, sull’attenti, il pubblico che entra in sala)
PUBBLICO: (Siede in platea e nelle logge)
ANNA BINETTI, TERESA CASACCI: (Distribuiscono un
fiore ad ogni signora presente in sala. Appena terminato vanno dietro il
sipario)
CATERINA RISTORINI, ALESSANDRA STABILI, ADRIANA
SACCO LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI: (Distribuiscono il ‘Programma di sala con
la Nota di regia’ a tutti glispettatori, divise: la prima distribuisce a destra
della prima schiera di posti a sedere. La seconda a sinistra della prima
schiera di posti a sedere. La terza a sinistra della seconda schiera di posti a
sedere. La quarta a destra della seconda schiera di posti a sedere. La quinta
nelle logge. Appena terminata la distribuzione, tutte e quattro vanno a
distribuire nelle logge e insieme raggiungono tutti gli altri che le stanno
aspettando dietro al sipario)
MICHELE BISESTI, ANNA BINETTI, STANISLAO
AUGUSTO, GIUSEPPE PONIATOWSKI, AUGUST MOSZYŃSKI, CARLO TOMATIS, IZABELA
CZARTORYSKA, ANNA BACCIARELLI, DOMENICO MERLINI, BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO,
MARCELLO BACCIARELLI, GIUSEPPE BALSAMO/CAGLIOSTRO, LORENZA FELICIANI, CATERINA
RISTORINI, ADRIANA SACCO LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI, MARIANNA MERLINI
COMELLI, ANNA DE GABRIELE, ANDRÉ BERTOLDI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO,
GIOACCHINO ALBERTINI, CATERINA BONAFINI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI,
ALESSANDRA STABILI, TERESA CASACCI, TECNICO DELLE LUCI, TECNICO DELLA FONICA:
(Si radunano, in cerchio, al centro del palcoscenico)
REGISTA/MICHELE BISESTI: (Si unisce a tutti e,
allungando il braccio destro al centro del cerchio, con il palmo della mano
rivolto verso il basso, invita tutti a sovrapporre la propria mano sul dorso
della sua. Poi, tutti in coro, alzando e abbassando il braccio, pronunciano a
voce bassa “Uno, Due e Tre” e subito dopo, urlano, invece, con tutta la voce
“Merda!”.)
ARTISTI, TECNICI, COLLABORATORI: (Ognuno
recupera il proprio posto, dietro le quinte)
REGISTA/MICHELE BISESTI: (Va a sedersi in platea
nel primo posto a destra, accanto ad una ricostruttrice storica in costume
settecentesco da popolana,)
MICHELE BISESTI, DOMENICO MERLINI, BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO,
MARCELLO BACCIARELLI, GIUSEPPE BALSAMO/CAGLIOSTRO, LORENZA FELICIANI, ANNA
BINETTI, ALESSANDRA STABILI, TERESA CASACCI, CATERINA RISTORINI, ADRIANA SACCO
LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI: (Vanno a sedersi in platea, nel seguente
ordine: MICHELE BISESTI (In platea, prima fila a destra, prima poltrona) / ANNA
BINETTI (In platea, prima fila a destra, seconda poltrona. Ha con sé un cesto
pieno di rose) / LORENZA FELICIANI (Nella seconda balconata sinistra) / GASPARO
JANESCHI (In platea, lato destro, ultima fila) / DOMENICI MERLINI (In platea,
prima fila a destra) / BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO (In platea, prima fila a
destra) / MARCELLO BACCIARELLI (In platea, prima fila a destra) / GIUSEPPE
BALSAMO/CAGLIOSTRO (In platea, prima fila a destra) / TERESA CASACCI (In
platea, prima fila a sinistra) / CATERINA RISTORINI (In platea, prima fila a
sinistra) / ADRIANA SACCO LOMBARDI (In platea, prima fila a sinistra) / MARIA
CECILIA MERLINI (In platea, prima fila a sinistra) / ALESSANDRA STABILI (In
platea, prima fila a sinistra) / ANNA DAVIA (In platea, prima fila a sinistra)
/ TERESA SIMONETTI BISESTI (In platea, prima fila a sinistra)
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CASANOVA I INNI
WŁOSI NA DWORZE STANISŁAWA AUGUSTA
Sztuka Historyczna
Z udziałem
artystów i uczestników warsztatów
Scenariusz i
reżyseria: Alberto Macchi
WARSZAWA/TEATR
KRÓLEWSKI W STAREJ POMARAŃCZARNI
Niedziela 28
czerwca 2015, godz. 11:00
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SCENA I – KURTYNA
Scena:
Włączone oświetlenie sceny. Kurtyna opuszczona. Włączone oświetlenie widowni.
Aktorzy życzą sobie powodzenia.
WOJCIECH BOGUSŁAWSKI, PIETRO MIRA,
KANDAKE, ELISE VON DER RECKE I DOROTA VON MEDEM: (Są ustawieni, odpowiednio: w
pierwszej loży po lewej, na ostatnim miejscu w ostatnim rzędzie po lewej, na
ostatnim miejscu w ostatnim rzędzie po prawej, a dwie kobiety w pierwszej loży
po prawej)
ŻOŁNIERZE: (Stojący na baczność witają
w drzwiach wejściowych do teatru, publiczność wchodzącą na salę)
PUBLICZNOŚĆ: (Zajmuje miejsca na
widowni i w lożach)
ANNA BINETTI, TERESA CASACCI: (Rozdają
po jednym kwiecie każdej Pani siedzącej na sali. Skończywszy, wchodzą za
kurtynę)
CATERINA RISTORINI, ALESSANDRA
STABILI, ADRIANA SACCO LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI: (Rozdają publiczności
program z uwagami reżysera: pierwsza po prawej, druga po lewej stronie
pierwszego sektora miejsc; trzecia po lewej, czwarta po prawej drugiego sektora
miejsc; piąta w lożach. Po zakończeniu rozdawania, cztery pierwsze rozdają w
lożach i wreszcie razem dołączają do reszty czekającej za kurtyną)
MICHELE BISESTI, ANNA BINETTI,
STANISŁAW AUGUST, JÓZEF PONIATOWSKI, AUGUST MOSZYŃSKI, CARLO TOMATIS, IZABELA
CZARTORYSKA, ANNA BACCIARELLI, DOMENICO MERLINI, BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO,
MARCELLO BACCIARELLI, GIUSEPPE BALSAMO/CAGLIOSTRO, LORENZA FELICIANI, CATERINA
RISTORINI, ADRIANA SACCO LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI, MARIANNA MERLINI
COMELLI, ANNA DE GABRIELE, ANDRÉ BERTOLDI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO,
GIOACCHINO ALBERTINI, CATERINA BONAFINI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI,
ALESSANDRA STABILI, TERESA CASACCI, OŚWIETLENIOWIEC, DŹWIĘKOWIEC: (Zbierają się
w kręgu pośrodku sceny)
REŻYSER/MICHELE BISESTI: (Dołącza do
reszty, wyciąga prawą rękę do środka koła, z dłonią skierowaną w dół, daje znak
wszystkim, by położyli na niej swoje dłonie. Potem, wszyscy równocześnie,
podnosząc i opuszczając rękę, mówią cicho: „Raz, dwa, trzy”, a zaraz potem
krzyczą na cały głos „Merda!”)
ARTYŚCI, TECHNICY, WSPÓŁPRACOWNICY:
(Każdy wraca na swoje miejsce za kulisami)
REŻYSER/MICHELE BISESTI: (Siada na
widowni na pierwszym miejscu po prawej, obok rekonstruktorki historycznej w
osiemnastowiecznym stroju ludowym)
MICHELE BISESTI, DOMENICO MERLINI,
BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO, MARCELLO BACCIARELLI, GIUSEPPE BALSAMO/CAGLIOSTRO,
LORENZA FELICIANI, ANNA BINETTI, ALESSANDRA STABILI, TERESA CASACCI, CATERINA
RISTORINI, ADRIANA SACCO LOMBARDI, MARIA CECILIA MERLINI: (Siadają na scenie, w
następującej kolejności: MICHELE BISESTI (Na widowni, pierwszy rząd po prawej,
miejsce pierwsze) / ANNA BINETTI (Na widowni, pierwszy rząd po prawej, miejsce
drugie. Przy sobie ma kosz pełen róż) / LORENZA FELICIANI (Na drugim balkonie
po lewej) / GASPARO JANESCHI (Na widowni, po prawej, w ostatnim rzędzie) / DOMENICO
MERLINI (Na widowni, pierwszy rząd po prawej) / BERNARDO BELLOTTO/CANALETTO (Na
widowni, pierwszy rząd po prawej) / MARCELLO BACCIARELLI (Na widowni, pierwszy
rząd po prawej) / GIUSEPPE
BALSAMO/CAGLIOSTRO (Na widowni, pierwszy rząd po prawej) / TERESA CASACCI (Na
widowni, pierwszy rząd po lewej) / CATERINA RISTORINI (Na widowni, pierwszy
rząd po lewej) / ADRIANA SACCO LOMBARDI (Na widowni, pierwszy rząd po lewej) /
MARIA CECILIA MERLINI (Na widowni, pierwszy rząd po lewej) / ALESSANDRA STABILI
(Na widowni, pierwszy rząd po lewej) / ANNA DAVIA (Na widowni, pierwszy rząd po
lewej) / TERESA SIMONETTI BISESTI (Na
widowni, pierwszy rząd po lewej)
ANTFATTO
Scena:
Sipario chiuso. Sulla ribalta si trovano Carlo Tomatis e sua moglie Caterina
Gattai. Sono seduti su due sgabelli in conversazione.
TOMATIS: (Si alza. Va a versare del liquore in
un bicchiere) Ne vuoi?
CATERINA: Perché no?
TOMATIS: (Mente porge il bicchiere a sua moglie)
Sai anche tu, di questo cicaleccio che sta circolando, ormai da troppo tempo,
alla Corte del re? Che tu saresti una delle amanti del re, anzi la preferita? E
io un imbroglione, mantenuto dal re.
CATERINA: Se ne dicono tante su di me. Capirai,
puoi ben immaginare! Una “commediante”, una “comica” è soltanto una
svergognata, non può essere che una donna di malaffare.
TOMATIS: (Si versa dell’altro liquore e beve)
Allora, di un “commediante”, per di più “capocomico”, pensa quante se ne
possono dire!
CATERINA: Infatti, dicono! Dicono, ad esempio,
che tu ed io, già con un matrimonio fallito e con un figlio ciascuno, alle
spalle, ci siamo uniti perché fatti della stessa pasta. Insomma noi saremmo due
ruffiani che riusciamo ad ottenere continuamente dei favori dal re. A te, Sua
Maestà, ha offerto la direzione del Teatro Nazionale compensandoti con una
somma di danaro esagerata, quanto meno, non proporzionata alle tue capacità di
...
TOMATIS: Sì, 10.000 ducati all’anno.
CATERINA: … e ti paga, poi, ogni servizio, in
zecchini, con somme anche queste esagerate. Non è così?
TOMATIS: (Ride)
CATERINA: Io, inoltre, dal canto mio, ricevo da
Sua Maestà, doni in continuazione, come bracciali tempestati di diamanti,
collane di perle, anelli d’oro, tutto perché egli è un grande appassionato di
Teatro, del mio Teatro, del tuo Teatro, …
TOMATIS: … del nostro teatro! Quello che, poi,
stiamo facendo in questo momento. (Ride)
CATERINA: (Ride)
VALLETTO: (Bussa alla porta. Poi apre e
annuncia) Il Signor Cavaliere Franciszek Rzewuski Maresciallo di Corte.
TOMATIS: Fate entrare.
RZEWUSKI: (Entrando) Scusate, magari stavate
assaporando, in tutta quiete, un calice del vostro rosolio italiano.
TOMATIS: Accomodatevi Eccellenza. (Mostrando il
bicchiere) Ne volete anche voi? È un liquore di frutti di bosco delle vostre
terre, invece!
RZEWUSKI: No, vi ringrazio. Son venuto fin qui,
per riferirvi, mio caro Conte de Valery-Thomatis, Conte Thomatis-Valei
d’Etruria, Commendatore dell'Ordine di San Maurizio e San Lazzaro o, come
diavolo devo chiamarvi …
TOMATIS: Eccellentissimo Rzewuski, chiamatemi
più semplicemente Maestà, se vi è più comodo. (Ride)
CATERINA: (Intervenendo) Chiamatelo invece come
lo chiamo io, Signor Maresciallo, chiamatelo “Carletto”. (Ride)
RZEWUSKI: (Guardando imbarazzato Tomatis, come a
cercare il consenso) Veramente io, … non saprei, … non so neanche cosa
significhi “Carretto”, “Carletto”, … “Galletto”!
TOMATIS: Oh, non preoccupatevi! Avete detto
bene, “Galletto”, … sì, chiamatemi pure “Galletto”. (Riprende a ridere)
RZEWUSKI: Allora Signor “Galletto”, dicevo, son
venuto per riferirvi quanto espresso da Sua Maestà il Re, Stanislao Augusto.
TOMATIS: Vale a dire?
RZEWUSKI: Sua Maestà vorrebbe, … desidererebbe,
… gradirebbe …
TOMATIS: … vorrebbe …
CATRINA: Cosa gradirebbe, Sua Maestà?
RZEWUSKI: (Titubante) … ecco, Sua Maestà
Stanislao Augusto chiederebbe la restituzione di parte delle somme a voi
elargite – indubbiamente meritate, per carità! – elargite, volevo dire, forse
con un po’ troppa generosità, a compenso per i vostri preziosi, anzi
preziosissimi, servigi prestati fino ad oggi.
TOMATIS: E, a che titolo, vorrebbe questa
restituzione?
RZEWUSKI: A nessun titolo, per carità!
Semplicemente per poter far fronte ad altre spese per altri servizi, che
risulterebbero troppo onerosi, in questo momento.
CATERINA: Ciò significherebbe che mio marito, un
italiano, dovrebbe finanziare, o meglio, sovvenzionare le casse dello stato
polacco, in difficoltà.
RZEWUSKI: Vedete, Divina Madame Tomatis, non è
proprio così! Sua Maestà, ripeto, è stata sempre, più che generosa, verso
vostro marito. Ora chiede semplicemente che vostro marito si dimostri, per una
volta, generoso verso di lui.
TOMATIS: Insomma, quanto mi state chiedendo,
Signor Cavalier Rzewuski?
RZEWUSKI: Io non voglio nulla da voi. Anzi son
io che vengo a portarvi del danaro. Sapete? Quel credito di decine di migliaia
di zecchini che vantate!
TOMATIS: Certo che so! È la somma che devo avere
per feste, da me organizzate qua e là, intrattenimenti tenuti nel Palazzo e
rappresentazioni nel Parco Reale di Łazienki.
CATERINA: Feste meravigliose, spettacoli
teatrali allestiti anche [qui] nel teatro di Corte, dove ho recitato, cantato e
ballato io stessa, applauditissima.
RZEWUSKI: Nulla da eccepire! Lo ricordo bene.
Una serie di eventi straordinari, durati due intere stagioni. Anche Sua Maestà
il re ne è soddisfattissimo. Non crediate!
TOMATIS: Allora?
RZEWUSKI: Allora, ecco qui il vostro meritato
denaro. Dovevano essere cambiali per la somma in zecchini che sapete, invece vi
ho trattenuto qualcosa.
TOMATIS: Qualcosa, quanto?
RZEWUSKI: Voi siete un abile giocatore d’azzardo,
un avventuriero, un uomo dal vissuto intenso che, come Cagliostro e Casanova,
ha frequentato e frequenta tutte le corti e i salotti bene d’Europa. Possedete
terreni, carrozze, servitù, una corte vostra. E soprattutto quella [questa]
sontuosa Villa di Królikarnia a Mokotów, disegnata per voi dall’architetto del
re, Domenico Merlini, lo stesso che ha progettato parte degli edifici reali nel
Parco di Lazienki, alcuni ambienti del Castello Reale, la Villa del Principe
Primate a Jabłonna, così, tanto per citare alcuni esempi! E poi voi siete fortunato!
Vincete sempre al giuoco del Faraone, alle carte, … ai dati. E non siete fortunato soltanto al giuoco, voi
… (guarda compiaciuto Caterina, la quale fa un inchino per il complimento) …,
siete fortunato anche con le dame più graziose.
TOMATIS: (Quasi strappando di mano a Rzewuski,
la busta con le cambiali) Date qua, non voglio sapere altro. Mi va bene
qualsiasi somma ci sia, qui dentro. Potete ringraziare Sua Maestà da parte mia.
Ed ora …
RZEWUSKI: (Fa un inchino rivolto a Tomatis; fa
un altro inchino rivolto a Caterina).
TOMATIS: Suona un campanello.
VALLETTO: (Apre la porta)
RZEWUSKI: (Fa un ultimo inchino ed esce)
TOMATIS: (Scoppia a ridere)
CATERINA: (Scoppia a ridere anche lei)
TOMATIS: (Abbraccia sua moglie che continua a
ridere) Ma cara, cosa facciamo qui? Siamo attesi in teatro. Sarà presente il
nostro re, con tutta la corte. Andiamo. (recuperano gli sgabelli ed escono di
scena)
II SCENA – DI APERTURA
Scena: Si
apre il sipario. Marianna Merlini, sola in scena, in proscenio sotto una luce a
pioggia. Luci di sala accese.
MARIANNA MERLINI COMELLI: (Radiosa, rivolta al
pubblico) Siamo a Varsavia nell’anno 1785, e ci troviamo nel teatro di Corte,
che per desiderio di Sua Maestà Stanislao Augusto, Re di Polonia, Wojciech
Bogusławski ha concesso ad un gruppo di artisti polacchi e italiani, diretti da
Michele Bisesti, primo Direttore italiano del Teatro Nazionale, per il pubblico
polacco.
WOJCIECH BOGUSŁAWSKI: (Si alza in piedi e
ringrazia con un gesto e torna a sedersi)
PUBBLICO: (Applaude)
MARIANNA MERLINI COMELLI: Quindi questo teatro,
progettato dall’Architetto italiano, Domenico Merlini, mio marito, da sempre
riservato al re e alla sua corte, ora è aperto a tutti, … al pubblico di
Varsavia. E gli spettacoli che, in futuro, andranno in scena in questo teatro,
dovranno garantire la continuità delle rappresentazioni già programmate nel
Teatro Nazionale di Piazza Krasinski, il quale, in questo momento, è sottoposto
a restauro. Quindi, oggi, come per incanto, alcuni dei personaggi che hanno
frequentato la Corte di Varsavia, si ritroveranno qui, tutti insieme, al
cospetto del re. (Pausa) Messieurs et Dames, sono qui presenti tra voi, il
nostro Soprintendente, Sua Eccellenza Wojciech Bogusławski (Lo indica su nella
loggia di sinistra)
PUBBLICO: (Applaude)
MARIANNA MERLINI COMELLI: … l’Architetto
Domenico Merlini, colui che ha progettato questo teatro (Lo indica in prima
fila, in platea)
PUBBLICO: (Applaude)
MARIANNA MERLINI COMELLI: … e il Maestro Michele
Bisesti, Primo italiano a dirigere il teatro Nazionale di Varsavia, colui che
ha allestito lo spettacole che vedremo quest’oggi (Lo indica in prima fila, in
platea a destra).
PUBBLICO: (Applaude)
MARIANNA MERLINI COMELLI: (Spumeggiante) A
questo punto ha inizio lo spettacolo.
MARIONETTE DI ANNA DE GABRIELE: (Prima che il
pubblico applauda, appaiono dal centro del sipario chiuso) A noi, non ci presenti?
(Borbottano qualcosa)
PUBBLICO: (Ride)
MARIANNA MERLINI COMELLI: E vero ci sono anche
loro, i simpatici burattini e le eleganti marionette di Anna De Gabriele.
Auguro a tutti, buon divertimento! (Esce di scena)
PUBBLICO: (Applaude)
SCENA II – ROZPOCZĘCIE SPEKTAKLU
Scena:
Kurtyna rozsuwa się. Marianna Merlini, sama na scenie oświetlona z góry.
Oświetlenie sceny wyłączone. Oświetlenie widowni wyłączone.
MARIANNA MERLINI COMELLI: (Promienna,
zwraca się do publiczności) Jesteśmy w Warszawie w roku 1785, znajdujemy się w
Królewskim Teatrze, który z woli Jego Królewskiej Mości Stanisława Augusta,
Wojciech Bogusławski powierzył grupie polskich i włoskich artystów, by otworzyć
go dla publiczności; przewodzi im Michele Bisesti, włoski szef teatralnej
antrepryzy. WOJCIECH BOGUSŁAWSKI: (Wstaje, dziękuje ukłonem i wraca na miejsce)
PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)
MARIANNA MERLINI COMELLI: Zatem ten
teatr, zaprojektowany przez włoskiego architekta, Domenica Merliniego, mego
ojca, dotychczas zastrzeżony dla króla i jego dworu, dzisiaj jest otwarty dla
wszystkich, … dla warszawskiej publiczności. A wystawiane w nim spektakle, będą
kontynuacją przedstawień przygotowanych wcześniej dla Teatru Narodowego na
Placu Krasińskich, który teraz jest w budowie. A zatem dzisiaj, jak za sprawą
zaklęcia, osoby, które bywały na dworze w Warszawie spotkają się tutaj,
wszystkie razem, w obecności króla. (Pauza) Messieurs et Mesdames, są dziś
wśród nas pan Wojciech Bogusławski (Wskazuje na niego w loży po lewej)
PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)
MARIANNA MERLINI COMELLI: … architekt
Domenico Merlini, który zaprojektował ten teatr (Wskazuje na niego w pierwszym
rzędzie na widowni)
PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)
MARIANNA MERLINI COMELLI: … i Maestro
Michele Bisesti, włoski przedsiębiorca teatralny, autor spektaklu, który
dzisiaj zobaczymy (Wskazuje na niego w pierwszym rzędzie na widowni, po
prawej).
PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)
MARIANNA MERLINI COMELLI: (Entuzjastycznie)
Zaczynamy nasz spektakl.
MARIONETKI ANNY DE GABRIELE: (Zanim
publiczność zacznie klaskać, pojawiają się pośrodku zamkniętej kurtyny) A nas nie
przedstawisz? (Mamroczą coś)
PUBLICZNOŚĆ: (Śmieje się)
MARIANNA MERLINI COMELLI: Prawda, są
też one, sympatyczne kukiełki i eleganckie marionetki Anny De Gabriele.
Wszystkim życzę dobrej zabawy! (Schodzi ze sceny)
PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)
III SCENA – CASANOVA, ARLECCHINO E COLOMBINA
Scena:
Parte l’aria musicale. Si accendono gradatamente le luci sulla scena. Appaiono,
a sinistra, in proscenio: due poltrone, un leggio, un primo cavalletto per
pittori; a destra, sempre in proscenio, due sedie, un altro leggio, un secondo
cavalletto per pittori e un trono.
GIACOMO CASANOVA, ANTONIO E ANGELA SACCO:
(Entrano, con baùta, tricorno e mantello, il primo; in costume da Arlecchino,
il secondo; vestita da Colombina, la terza. Tutti e tre ballano. Quando inizia
il recitato, tutti e tre vanno ad origliare i vocii di un seduttore con una
dama [Antici-Mozart], correndo, in fondo alla scena, a destra e a sinistra.
Quando riparte l’aria dal “Don Giovanni”, tutti e tre riprendono a ballare.
Alla fine escono di scena, spingendosi uno con l’altro e ridendo vistosamente)
PUBBLICO: (Applaude)
SCENA III – CASANOVA, ARLEKIN I KOLOMBINA
Scena:
Zaczyna się aria muzykalna. Stopniowo zapalają sie światła na scenie. Po lewej
na proscenium pojawiają się: dwa fotele, pulpit, pierwsze sztalugi malarskie;
po prawej, również na proscenium, dwa krzesła, drugi pulpit, drugie sztalugi
malarskie i tron.
GIACOMO CASANOVA, ANTONIO I ANGELA
SACCO: (Wchodzą, pierwszy w baucie (baùta), trikornie i pelerynie, drugi w
kostiumie Arlekina, trzecia w kostiumie Kolombiny. Wszyscy troje tańczą. Kiedy
słychać rozmowę, wszyscy troje nadstawiają uszu na prowadzoną półgłosem rozmowę
uwodziciela i damy [Antici-Mozart], przebiegając w głębi sceny to w prawo to w
lewo. Kiedy znów zaczyna się aria z „Don Giovanniego”, wszyscy troje znów
zaczynają tańczyć. Wreszcie schodzą ze sceny, przepychając się i głośno się
śmiejąc)
PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)
IV SCENA – INGRESSO DELLA CORTE SULLA SCENA
Scena:
Vuota. Parte la musica
GIOCCHINO ALBERTINI, CATERINA
BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI,
ALESSANDRA STABILI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO
GHIGGIOTTI: (Entrano in scena, come marionette, a passo di danza e si raggruppano,
a sinistra del palcoscenico, attorno a Gioacchino Albertini. La musica sfuma. Tutti
in attesa, in silenzio)
MARIANNA MERLINI COMELLI: (Si porta
al centro del proscenio e legge, rivolta al pubblico) ”L’Arte – la pittura, il
teatro, la letteratura – è stata, da sempre, utilizzata dai monarchi per
accrescere la loro gloria e la loro autorità. Stanislao Augusto stesso, benché
non fosse un re assolutista, con la sua politica di apertura agli artisti, si
premurò di accrescere lo splendore della sua persona. Guardate lassù, ne
abbiamo qui un esempio (Indica il dipinto sul soffitto del teatro). Su sua
commissione Jan Bogumił Plersch decorò il soffitto di questo teatro reale con
il Dio Apollo, su una biga, simbolo della Luce e del Sole ed insieme immagine
di Stanislao Augusto. Così questo teatro nell’aranciera oggi ci appare come
sede del re sole. (Luogo descritto da Ovidio nelle Metamorfosi, con questo
passo: ”Il Palazzo del Sole, maestoso, le sue colonne che brillano con fasci
d'oro e fiamme. E le sommità d’avorio splendono grandiose”).
ANDRÉ BERTOLDI: (Si dispone in fondo, al centro
della scena e inizia a cantare)
CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI,
BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, ANTONIO SACCO,
ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGGIOTTI: (Cantano, in playback,
interpretando il coro)
GIOCCHINO ALBERTINI: (Dirige André Bertoldi,
l’orchestra e il coro, dando le spalle alla platea. Con un gesto intima una
sospensione)
AUGUST MOSZYŃSKI: (Entra in palcoscenico o nel loggione.
È vestito con il Kontusz, durante il pezzo per sola orchestra, non cantato,
batte due colpi col bastone. Annuncia l’entrata del re nel loggione centrale o
in un altro punto della sala) Sua Maestà, Stanislao Augusto Poniatowski, Re di
Polonia, Granduca di Lituania.
STANISLAO AUGUSTO: (Entra in palcoscenico o nel
loggione)
GIUSEPPE PONIATOWSKI: (Segue il re)
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)
PUBBLICO: (Rivolto verso il re, applaude)
STANISLAO AUGUSTO: (Ringrazia con un gesto e
siede sul trono)
AUGUST MOSZYŃKI: (Accoglie il re, lo invita a
sedersi e si dispone, in piedi, al lato sinistro del trono)
GIUSEPPE PONIATOWSKI: (Si dispone, in piedi, al
lato destro del trono)
GIOCCHINO ALBERTINI: (Con un movimento della
bacchetta, intima all’orchestra, ad André Bertoldi e al coro, di riprendere da
dove erano stati interrotti)
CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI,
BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, ANTONIO SACCO,
ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGGIOTTI: (Riprendono a cantare in
coro e concludono il brano)
ANDRÉ BERTOLDI: (Riprende e termina di cantare)
STANISLAO AUGUSTO: (Applaude)
PUBBLICO: (Applaude)
GIOACCHINO ALBERTINI: (Raggiunge gli altri, dopo
aver fatto un vistoso inchino rivolto al re)
ANDRÉ BERTOLDI: (Va ad unirsi agli altri, dopo
aver fatto un vistoso inchino rivolto al re)
SCENA V – SCENA IV – DWÓR WCHODZI NA SCENĘ.
KRÓL WCHODZI DO TEATRU
Scena:
Pusta. Zaczyna się muzyka
GIOCCHINO ALBERTINI, CATERINA
BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI,
ALESSANDRA STABILI, ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO
GHIGGIOTTI: (Wchodzą na scenę tanecznym krokiem, naśladując gestykulacją i
ruchamimarionetki, i gromadzą się po lewej stronie sceny wokół Gioacchina
Albertiniego. Muzyka wycisza się. Wszyscy czekają w milczeniu)
MARIANNA MERLINI COMELLI: (Wchodzi na
środek sceny i czyta w stronę publiczności) ”Sztuka – malarstwo, teatr,
literatura – od dawien dawna służyły powiększeniu chwały i autorytetu władców. Władcy od dawien dawna odwoływali się do
sztuki – malarstwa, teatru, literatury – dla przysporzenia sobie chwały. Także
Stanisław August, choć nie był królem absolutnym, potrafił przydawać blasku
swej osobie. Spójrzcie w górę. (Wskazuje na obraz na plafonie teatru). Na jego
życzenie Jan Bogumił Plersch ozdobił sklepienie tego Królewskiego Teatru
wizerunkiem Apollina na rydwanie, który jest symbolem światła i słońca, i
obrazem samego monarchy. Teatr w Pomarańczarni jawi się dziś przed nami jako
siedziba króla-słońce”. (Tak jak opisywał ją Owidiusz w Metamorfozach: „Pałac
Słońca wyniosły, na słupach strzelistych / Połyska się od złota i blach
płomienistych. / Szczyty słoniową kością wspaniale jaśnieją, / Odrzwia z srebra
ulane blask przemienny sieją”).
ANDRÉ BERTOLDI: (Rozbrzmiewa muzyka.
Staje w głębi pośrodku sceny i zaczyna śpiewać z playbacku.
ANDRÉ BERTOLDI: (Rozbrzmiewa muzyka.
Spiewa)
CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI
COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, ANTONIO
SACCO, ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGIOTTI: (Śpiewają z playbacku,
udając chór)
GIOCCHINO ALBERTINI: (Dyryguje
orkiestrą i chórem, tyłem do widowni. Nakazuje gestem wstrzymanie gry)
AUGUST MOSZYŃSKI: (Wchodzi na
scenę lub do loży. Ubrany jest we frak,
w czasie, gdy gra muzyka bez śpiewu, uderza dwa razy laską. Obwieszcza wejście
króla do loży centralnej lub do jakiegokolwiek miejsca na sali) Jego Królewska
Mość Stanisław August, Król Polski, Wielki Książę Litewski.
STANISŁAW AUGUST: (Wchodzi na scenę
lub do loży)
JÓZEF PONIATOWSKI: (Podąża za królem)
WSZYSCY NA SCENIE: (Klaszczą)
PUBLICZNOŚĆ: (Zwrócona do króla,
klaszcze)
STANISŁAW AUGUST: (Podnosi rękę w
geście podziękowania i siada na tronie)
AUGUST MOSZYŃKI: (Wita króla, staje
obok króla po lewej stronie tronu)
JÓZEF PONIATOWSKI: (Staje po prawej
stronie tronu)
GIOCCHINO ALBERTINI: (Batutą nakazuje
orkiestrze, André Bertoldiemu i chórowi kontynuować muzykę)
CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI
COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI, ANTONIO
SACCO, ANGELA SACCO, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGGIOTTI: (Zaczynają śpiewać
chórem i kończą fragment rozpoczęty wcześniej)
STANISŁAW AUGUST: (Klaszcze)
PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)
GIOACCHINO ALBERTINI: (Kłania się
ostentacyjnie królowi i dołącza do reszty)
ANDRÉ BERTOLDI: (Kłania się
ostentacyjnie królowi i dołącza do reszty)
VI SCENA – COMMEDIANTI E CANTATRICI:
Scena:
Tutti sono in ordine, al loro posto, in palcoscenico.
GIOCCHINO ALBERTINI: (Va in proscenio, sul lato
sinistro; e batte due colpi di mani rivolto alle cantanti) Allora! Su. Siamo
pronte?
CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI COMELLI,
BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI: (Si dispongono a
sinistra in proscenio, tutte in piedi, davanti al Maestro Gioacchino Albertini)
GIOCCHINO ALBERTINI: Avete qualche osservazione
da fare, prima dell’esibizione alla presenza di Sua Maestà?
ALESSANDRA STABILI: Io non intendo esibirmi se
mi accompagnate voi, Maestro. Canterò soltanto se accompagnata dal mio
personale clavicembalista.
CATERINA GATTAI: (Interviene) La solita
irrispettosa. Senza ritegno, … alla presenza del re! Dovresti vergognarti!
MARIANNA MERLINI COMELLI: A me, invece, sembra
giusta la sua richiesta!
BRIGIDA GIORGI BANTI: Certo, tu sei come lei!
MARIANNA MERLINI COMELLI: E tu, sei come me.
(Ride vistosamente)
CATERINA GATTAI: Che cosa facciamo allora?
CATERINA BONAFINI: Seguiamo il programma che ha
stabilito il nostro Maestro.
GIOACCHINO ALBERTINI: Per cui, iniziamo con la
virtuosa Caterina Bonafini. (Parte la musica)
CATERINA BONAFINI: (Canta una 1° aria e, a
seguire una 2 ° aria)
TUTTI I PRESNTI IN SCENA: (Applaudono
calorosamente)
PUBBLICO: (Applaude calorosamente)
STANISLAO AUGUSTO: Madame, come sempre, siete
stata sublime. E peraltro, la più rispettosa, fra tutte.
CATERINA BONAFINI: In verità, Maestà, se io,
poco fa, non ho avuto nulla da contestare, è perché ho già avuto a che dire
aspramente, ieri, durante le prove e finanche, oggi, dietro le quinte, con il nostro
eccellentissimo maestro.
STANISLAO AUGUSTO: Eppure, a detta del nostro
più valente compositore polacco Vincenty Lessel, il mio Maître de Chapelle sembra
sia una persona estremamente dolce e un musicista particolarmente sensibile.
CATERINA BONAFINI: Credo che il Maestro Lessel
l0 abbia definito, più propriamente, un eccellente artista, ma un uomo troppo
riservato, un po’ timoroso, Maestà, caratteristica non consona ad un Maître de
Chapelle.
GIOACCHINO ALBERTINI: (Rivolto alle artiste
tutte) Intendete processarmi? E qui, adesso? A tal proposito, ho già presentato
le mie rimostranze al Reverendo Canonico Ugo Kołłontaj.
CATERINA BONAFINI: Non era nelle mie intenzioni;
assolutamente!
GIOACCHINO ALBERTINI: Allora, Maestà; adesso è
la volta di un’altra nostra talentuosa artista, Madame Brigida Giorgi Banti.
STANISLAO AUGUSTO: Bene.
BRIGIDA GIORGI BANTI: (Si porta al centro del
palcoscenico e inizia a cantare; ma prima della fine del primo pezzo, stona o
prende una stecca),
PUBBLICO: (Fischia e mormora)
BRIGIDA GIORGI BANTI: (Adirata) Voi siete bravi
a fischiare, ma salite qui sul palcoscenico e provate a cantare, davanti ad un
pubblico come voi!
PUBBLICO: (Riprende a fischiare)
BRIGIDA GIORGI BANTI: (Esce di scena piena di
collera)
ALESSANDRA STABILI, MARIANNA MERLINI COMELLI:
(Seguono Brigida Giorgi Banti dietro le quinte)
GIOACCHINO ALBERTINI: Maestà, porgo le mie
scuse. (Si inchina)
CATERINA GATTAI: (Si inchina insieme a
Gioacchino Albertini)
ANTONIO E ANGELA SACCO: (Si inchinano)
AUGUST MOSZYŃSKI: (Interviene, con in mano un
giornale aperto) Madame Banti, ha avuto lo stesso contegno, già in passato,
come si può evincere da questo giornale. (Legge: “Wczoraj
nowa tu była opera, na której kiedy wszystkie miejsca napełnione były, wyborna
śpiewaczka Banti, kontentując swym głosem publiczność, dostrzegła w lożach
drugiego piętra jakąś niebaczność na jej się w głosie wysilanie. Za czym
przestawszy na teatrum dalszego śpiewania w głos się z tym odezwała wyrazem.
Tym nieprzyzwoitym publiczności obrażeniem nie tylko zaraz wyświstaną została.
Ale też wyniósłszy się z teatrum tak mocno na siebie oburzyła wszystkich, że
pan Gurowski, marszałek litewski sprawujący teraz jurysdykcją, czując
powszechności krzywdę, posłał z naganą do śpiewaczki i z nakazem, żeby
wróciwszy się na teatrum publicznie swój grzech wyznała i przeproszeniem błąd
zmazała, inaczej przymuszonym będzie gwałtowniejszym rozkazem nakłonić ją do
swego wypełnienia nakazu. W momencie, gdy to się stało, wszystka publiczność,
kontenta z satysfakcji, panu marszałkowi składała dzięki. Nazajutrz wyszła
jurysdykcji marszałkowskiej rezolucja, aby aktorki i aktorowie teatralni nie
ważyli się na teatrum ani uczynkiem ani słowem publiczność obrażać, której
winni są respekt i uszanowanie, jako zysk dla nich przynoszącej”).
STANISLAO AUGUSTO: (Considera) Che temperamento
che hanno, però, queste artiste italiane! E tutte con personalità diverse, …
diverse come le vostre lingue dialettali. A proposito di dialetti, vorrei che
tutti, qui, presenti in questo teatro, ascoltassero alcuni dialetti italiani,
così da comprendere quanta difficoltà trovi io - benché abbia studiato per bene
la lingua italiana – ogni volta che devo comunicare con gli italiani ospiti
presso la mia corte, da Marcello Bacciarelli, romano, a Bernardo Bellotto e
Giacomo Casanova veneziani, a Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro,
palermitano, a Madame Caterina Gattai Tomatis, abile cantatrice, tra l’altro,
della canzone napoletana, … e così via.
CATERINA GATTAI: (Raduna Andrea Archetti,
Gaetano Ghiggiotti e porge loro, ad ognuno, un foglio con su delle frasi
scritte in perfetto italiano)
ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, CATERINA GATTAI,
ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGGIOTTI: (Leggono progressivamente, interpretando,
ognuno nel proprio dialetto: in veneto, in abruzzese, in napoletano, in barese,
in siciliano e in romanesco)
STANISLAO AUGUSTO: (Indicando coloro che hanno
letto) Avete capito qualcosa voi stessi, tra di voi, che avete letto quelle
frasi?
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Ad alta voce) Noooooo!
STANISLAO AUGUSTO: (Rivolto al pubblico) E voi?
PUBBLICO: (Urla) Nieeeee! e Noooooo! (E
applaude)
SCENA VI – AKTORKI I ŚPIEWACZKI
Scena:
Wszyscy są na swoich miejscach, na scenie.
GIOCCHINO ALBERTINI: (Wchodzi na scenę
po lewej stronie; dwukrotnie klaska w dłonie, zwracając się do śpiewaczek) I
jak tam? Gotowe?
CATERINA BONAFINI, MARIANNA MERLINI
COMELLI, BRIGIDA GIORGI BANTI, CATERINA GATTAI, ALESSANDRA STABILI: (Ustawiają
się po lewej stronie proscenium, wszystkie na stojąco, przed Maestro Gioacchino
Albertinim)
GIOCCHINO ALBERTINI: Czy mają Panie
jakieś uwagi przed występem w obecności Jego Królewskiej Mości?
ALESSANDRA STABILI: Uprzedzam, że nie
wystąpię, jeżeli będzie mi Pan towarzyszył, Maestro. Śpiewam wyłącznie z
akompaniamentem mego osobistego klawesynisty.
CATERINA GATTAI: (Zabiera głos) Jak
zwykle nie umiesz zachować umiaru. Ja bym się wstydziła tak zuchwale się odzywać
w obecności króla jegomości!
MARIANNA MERLINI COMELLI: A mnie się
wydaje, że słuszność jest po jej stronie! BRIGIDA GIORGI BANTI: Jesteś taka
sama jak ona!
MARIANNA MERLINI COMELLI: A Ty co?
Niby jesteś inna? (Śmieje się ostentacyjnie)
CATERINA GATTAI: I co teraz poczniemy?
CATERINA BONAFINI: Postąpimy według
planu, który ułożył Maestro.
GIOACCHINO ALBERTINI: A zatem zacznijmy
od naszej wybornej śpiewaczki Cateriny Bonafini. (Zaczyna się muzyka)
CATERINA BONAFINI: (Śpiewa 1° arię i
następnie 2° arię)
WSZYSCY NA SCENIE: (Klaszczą
entuzjastycznie)
PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze entuzjastycznie)
STANISŁAW AUGUST: Madame, była pani, jak
zawsze, wspaniała. Ponadto muszę Panią pochwalić za respekt i poszanowanie
wobec naszego Kapelmistrza.
CATERINA BONAFINI: Szczerze mówiąc,
Wasza Królewska Mość, jeśli teraz nie mam żadnych obiekcji, to dlatego, że
wczoraj w czasie prób i nawet dziś jeszcze za kulisami powiedziałam mu bez
ogródek to, co myślę.
STANISŁAW AUGUST: A jednak, zdaniem
naszego najlepszego kompozytora – Wincentego Lessla, mój Kapelmistrz jest
wyjątkowo gładkim człowiekiem i bardzo subtelnym muzykiem.
CATERINA BONAFINI: To prawda, że
Maestro Lessel uważa go za świetnego artystę, wszelako, Wasza Królewska Mość,
pan Albertini jest zbyt powściągliwy i nieco lękliwy, a to nie są cechy
pożądane u Kapelmistrza.
GIOACCHINO ALBERTINI: (Zwrócony do
wszystkich artystek) Macie zamiar postawić mnie przed sądem? Tu i teraz? A
skoro o tym mowa, poszedłem ze skargą do wielebnego kanonika Kołłątaja.
CATERINA BONAFINI: Ależ nie miałam
wcale takiego zamiaru!
GIOACCHINO ALBERTINI: Wasza Królewska
Mość; nadeszła kolej na naszą drugą wielką śpiewaczkę, Madame Brygidę Giorgi
Banti.
STANISŁAW AUGUST: Proszę.
BRIGIDA GIORGI BANTI: (Wchodzi na
środek sceny i zaczyna śpiewać; ale przed końcem pierwszego fragmentu, fałszuje
albo kiksuje)
PUBLICZNOŚĆ: (Widząc, że występ nie
zasługuje na uwagę, prowadzi głośną rozmowę, mamrocze i gwiżdże)
BRIGIDA GIORGI BANTI: (Wściekła) Skoro
łatwo wam gwizdać i przeszkadzać, bądźcie łaskawi sami wejść na scenę i
zaśpiewać przed taką, jak wy, publicznością!
PUBLICZNOŚĆ: (Znowu gwiżdże i tupie)
BRIGIDA GIORGI BANTI: (Wychodzi ze
sceny pełna gniewu)
ALESSANDRA STABILI, MARIANNA MERLINI
COMELLI: (Solidarnie podążają za Brygidą Giorgi Banti za kulisy)
GIOACCHINO ALBERTINI: (Mocno
zmieszany) Wasza Królewska Mość, proszę o wybaczenie. (Kłania się)
CATERINA GATTAI: (Kłania się wraz z
Gioacchinem Albertinim)
ANTONIO I ANGELA SACCO: (Kłaniają się)
AUGUST MOSZYŃSKI: (Wtrąca się z
gorliwością) Najjaśniejszy Panie, na mój rozkaz wyjdzie jutro rezolucja, aby
aktorki i aktorowie teatralni nie ważyli się na teatrum ani uczynkiem ani
słowem obrażać publiczności.
STANISŁAW AUGUST: (Łaskawie potakuje
głową i zauważa) Ale jakiż temperament mają te Włoszki! Wszystkie o tak różnych
osobowościach… różnych jak Wasze dialekty. Jeśli mowa o dialektach, chciałbym,
żeby wszyscy obecni w tym teatrze posłuchali niektórych dialektów, by zrozumieć
ileż trudu mnie kosztuje – mimo że dobrze znam język włoski – rozmowa z gośćmi
na moim dworze, od Marcella Bacciarellego, Rzymianina, do Bernarda Bellotta i
Giacoma Casanovy, pochodzących z Wenecji, czy Giuseppe Balsamo Hrabiego di
Cagliostro z Palermo i Madame Cateriny Gattai Tomatis, wykonawczyni
neapolitańskich pieśni, i tak dalej.
CATERINA GATTAI: (Przywołuje Andrea
Archettiego, Gaetana Ghiggiottiego i wręcza każdemu z nich po jednej kartce, na
której jest napisane kilka zdań w czystej włoszczyźnie)
ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, CATERINA
GATTAI, ANDREA ARCHETTI, GAETANO GHIGIOTTI: (Czytają, po kolei, każdy w swoim
własnym dialekcie: w dialekcie weneckim, w dialekcie abruzyjskim, w dialekcie
neapolitańskim, w dialekcie mówionym w Bari, w dialekcie sycylijskim i w
dialekcie rzymskim)
STANISŁAW AUGUST: (Wskazując na tych,
którzy przeczytali) Po wysłuchaniu tego, jak czytaliście te zdania, czy sami
coś rozumiecie?
WSZYSCY NA SCENIE: (Na głos)
Nieeeeeeeee!
STANISŁAW AUGUST: (Zwrócony do
publiczności) A Wy?
PUBLICZNOŚĆ: (Krzyczy) Nieeeee! i
Noooooo! (I klaszcze)
VII SCENA – IZABELA E MARIA TERESA:
Scena:
Izabela Czartoryska, con le nobildonne, Maria Teresa Tyszkiewicz, Anna Bacciarelli,
insieme a Carlo Tomatis, a André Bertoldi e a Alessandra Stabili.
IZABELA CZARTORYSKA, MARIA TERESA TYSZKIEWCZ,
ANNA BACCIARELLI, ANDRÉ BERTOLDI, CARLO TOMATIS, ALESSANDRA STABILI: (Entrano)
STANISLAO AUGUSTO: Gentili Dame, Nobildonne,
Izabela Czartoryska, Anna Bacciarelli e Alessandra Stabili, Monsieur André
Bertoldi, Conte Carlo Tomatis, anche voi qui, tra noi?
ALESSANDRA STABILI: (Fa un sorriso)
CARLO TOMATIS E ANDRÉ BERTOLDI: (Fanno, uno dopo
l’altro, un vistoso un inchino, mentre si tolgono il copricapo)
ANNA BACCIARELLI: Volevo provare il piacere di
vedervi da vicino, Maestà.
IZABELA CZARTORYSKA: Per rendervi grazia,
Maestà.
STANISLAO AUGUSTO: Ricordate, Principessa,
quando inaugurammo il Teatro Pubblico? E che, quello stesso giorno ricorreva il
vostro onomastico?
IZABELA CZARTORYSKA: Certamente Maestà!
STANISLAO AUGUSTO: Ebbene in quell’occasione il
poeta Józef Bielawski vi elogiò con questi versi: “Przyjm,
wielka Księżno, do rąk to pisanie, / Które ma Muza niesie na wiązanie, / I
pozwól, aby dzień Twego imienia / Był has”em do scen polskich otworzenia”.
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono con molta
discrezione)
CARLO TOMATIS: (Interviene, quasi interrompendo
gli applausi) Vostra Altezza credo allora, gradirà ascoltare anche un’altra
curiosità, sempre pertinente con il tema di quest’oggi: questo scritto sul
Teatro della Principessa Czartoryska a Powązki.
STANISLAO AUGUSTO: Certamente, Conte Tomatis,
anzi m’incuriosisce assai!
CARLO TOMATIS: (Legge) Do
Kompanii naszej w Powązkach przyłączyły się księżna Anna Sanguszkowa i pani
Sewerynowa Potocka. Księżna Czartoryska często grywa w przedstawieniach
amatorskich, w operze “Kolonia” wystąpiła w roli ogrodniczki, …
IZABELA CZARTORYSKA: (Si sposta al centro della
scena e assume la posa come nel disegno del pittore Norblin)
CARLO TOMATIS: … a
wraz z nią księżna Radziwiłłowa z domu Przeździecka, z bardzo pięknym głosem,
pan Wojna, ambasador w Rzymie i generał artylerii Brühl. Dla sprawienia
przyjemności księżnej urządziła pani Tyszkiewiczowa w Powązkach przedstawienie
komedii pt. „Niewierny kochanek”, sama przyjęła rolę męską, podczas gdy księżna
grała kochankę. Teatr urządzono w owczarni (S’ode il belato delle
pecore).
CARLO TOMATIS: (Riprende a leggere): Pani Tyszkiewiczowa, przebrana po męsku, przybyła konno. (S’ode
il nitrito d’un cavallo).
MARIA TERESA TYSZKIEWICZ: (Entra dalla quinta di
sinistra e si porta al centro della scena per esibirsi con un frustino)
STANISLAO AUGUSTO: (Applaude animatamente)
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)
PUBBLICO: (Applaude)
MARIA TERESA TYSZKIEWICZ: (Ringrazia con un
inchino il re, gli ospiti, il pubblico; e torna ad unirsi al gruppo dei Nobili)
SCENA VII – IZABELA I MARIA TERESA:
Scena:
Izabela Czartoryska z Marią Teresą Tyszkiewicz, Anną Bacciarelli, oraz z Carlo
Tomatisem, André Bertoldim i Alessandrą Stabili.
IZABELA CZARTORYSKA, ANNA BACCIARELLI,
ANDRÉ BERTOLDI, CARLO TOMATIS, ALESSANDRA STABILI: (Wchodzą)
STANISŁAW AUGUST: Droga księżno, panie
hrabio Tomatis, szlachetne damy, panie i panowie, czemu zawdzięczam waszą
obecność?
ALESSANDRA STABILI: (Uśmiecha się)
CARLO TOMATIS I ANDRÉ BERTOLDI: (Jeden
po drugim kłaniają się ostentacyjnie, zdejmując kapelusze)
IZABELA CZARTORYSKA: Przyszliśmy
pokłonić się Waszej Królewskiej Mości.
ANNA BACCIARELLI: Złożyć nasze
uszanowanie.
STANISŁAW AUGUST: (Zwracając się do
Czartoryskiej) Księżno, czy Pani pamięta otwarcie Teatru Publicznego? W ów
dzień przypadały Księżnej imieniny?
IZABELA CZARTORYSKA: Jakżeby inaczej,
Wasza Królewska Mość!
STANISŁAW AUGUST: Otóż przy tamtej
okazji poeta Józef Bielawski uczcił Panią tymi wersami: „Przyjm, wielka
Księżno, do rąk to pisanie, / Które ma Muza niesie na wiązanie, / I pozwól, aby
dzień Twego imienia / Był hasłem do scen polskich otworzenia”.
WSZYSCY NA SCENIE: (Klaszczą
dyskretnie)
CARLO TOMATIS: (Zabiera głos, niemal
przerywając oklaski) Wasza Wysokość, jak mniemam, z chęcią dziś wysłucha nowin
o tym, co wydarzyło się u Księżnej w jej podwarszawskim teatrze.
STANISŁAW AUGUST: Oczywiście, hrabio
Tomatis, bardzo mnie Pan zaciekawił!
CARLO TOMATIS: (Czyta) Do kompanii
księżnej w Powązkach przyłączyły się Anna Sanguszkowa i Pani Sewerynowa
Potocka. Księżna Czartoryska często grywa w przedstawieniach amatorskich, w
operze „Kolonia” wystąpiła w roli ogrodniczki, …
IZABELA CZARTORYSKA: (Przechodzi na
środek sceny i przyjmuje pozę jak na rysunku Norblina)
CARLO TOMATIS: … a wraz z nią księżna
Radziwiłłowa z domu Przeździecka, o bardzo pięknym głosie, Pan Wojna, ambasador
w Rzymie i generał artylerii Brühl. Dla sprawienia przyjemności księżnej
urządziła Pani Tyszkiewiczowa przedstawienie komedii pt. „Niewierny kochanek”,
sama przyjęła rolę męską, podczas gdy księżna grała kochankę. Teatr urządzono w
owczarni. (Słychać beczenie owiec)
CARLO TOMATIS: (Czyta dalej) Pani
Tyszkiewiczowa, przebrana po męsku, przybyła konno. (Słychać rżenie konia)
MARIA TERESA TYSZKIEWICZ: (Wchodzi zza
lewej kulisy i przechodzi na środek sceny, żeby wystąpić z trzcinką)
STANISŁAW AUGUST: (Klaszcze z
entuzjazmem)
WSZYSCY NA SCENIE: (Klaszczą)
PUBLICZNOŚĆ: (Klaszcze)
MARIA TERESA TYSZKIEWICZ: (Dziękuje
ukłonem królowi, gościom i publiczności i wraca do grupki uczestników)
VIII SCENA – INTERVENTO CASANOVA:
Scena: Giacomo
Casanova convocato dal re.
AUGUST MOSZYŃSKI: (In piedi accanto al trono,
porge il foglio del cerimoniale al re, con l’ordine del giorno)
STANISLAO AUGUSTO: Ora veniamo a Voi,
Illustrissimo Conte Jakub Kasanow De Farussi, come siete solito presentarvi.
GIACOMO CASANOVA: (Dalla platea sale in
palcoscenico e va a disporsi, in piedi, davanti al leggio) Grazie, Maestà. Son
qui, alla vostra presenza e di questo gentilissimo pubblico, per sfatare, una
volta per tutte, la diceria che Giacomo Casanova sia sinonimo di seduttore.
STANISLAO AUGUSTO: E questo venite a dircelo,
appena dopo che avete affrontato qui in Varsavia, un duello a causa d’un vostro
sfrontato corteggiamento a due gentildonne?! Piuttosto volete raccontarci come
realmente sono andate le cose?
GIACOMO CASANOVA: Dunque! Era la fine di
febbraio di qualche anno fa. Da qualche giorno, stavo corteggiando con assoluta
discrezione la charmant artista Madame Caterina Gattai, allora, mi si disse in
seguito, promessa sposa del Conte Carlo Tomatis Direttore del Teatro Nazionale
di Varsavia. Nel contempo, sempre con galanteria, inseguivo Madame Anna
Binetti, l’altra brava artista, mi si disse poi, accanita rivale della Gattai.
Durante una serata di gala al Teatro dell’Opera con la presenza in sala di
Vostra Maestà, entro nel camerino di Madame Binetti per offrirle un omaggio
floreale. In quel momento sopraggiunge il Conte Branicki, pretendente della
donna. Valutato il rischio che stavo per correre, decido di andare a rifugiarmi
nel camerino di Madame Teresa Casacci, un’altra famosa artista. Il Conte, però,
mi raggiunge e subito mi redarguisce chiamandomi “insolente” e “veneziano
indolente”. Io mi sono sentito profondamente offeso e avrei voluto reagire,
invece decido d’andarmene a casa. Però, durante la notte non riesco a dormire,
così all’alba m’affretto ad inviare una lettera a Branicki, sfidandolo in un
duello all’ultimo sangue, alla pistola e, se non bastasse, alla spada. Branicki
accetta la sfida. Quindi ci incontriamo, con i rispettivi padrini, in una
mattina gelida, nel bel mezzo d’un parco, accanto ad un’altana, nei pressi di
Wola. Dopo i riti usuali in queste circostanze, ha immediatamente luogo la
sfida tra noi. Risultato: Branicki viene pesantemente ferito ad un fianco. Io
sono meno grave, sono stato colpito da un proiettile in un braccio. A questo
punto, stranamente, un contadino, pagato da Branicki, si premura di condurmi
con una slitta da Wola a Varsavia, perché possa sottrarmi alla vendetta degli
amici e parenti del conte che intanto è già stato soccorso da un chirurgo. Una
volta giunto in città, anch’io vengo affidato alle cure d’un cerusico. E subito
dopo trovo rifugio in un fienile. La sera però accade un fatto strano. L’amico
comune Arnold Byszewski, in preda ai fumi dell’alcool, ritenendo responsabile
di ogni cosa Carlo Tomatis, va a casa di questi e gli spara un colpo di pistola
senza però, fortunatamente, colpirlo. Spara ancora, ma questa volta ferisce al
volto il Conte Moszyński che era lì presente. Io, per i giorni a seguire, vengo
accolto in un convento sotto la protezione dei Frati Francescani. Una volta
rimessomi dalle conseguenze della ferita, decido di riconciliarmi con Branicki.
Cosa che avverrà. Ecco tutto. Però, con quel duello, Maestà, credevo, d’aver
cancellato quest’onta. Invece, evidentemente non è stato così! Ecco, allora,
adesso vorrei lasciare la Polonia, con i suoi abitanti che serbassero di me
l’immagine d’un commediografo, drammaturgo, compositore, scrittore della
Repubblica delle Lettere, d’un poeta improvvisatore, declamatore di versi,
attore, ballerino di minuetto; che tutti, insomma serbassero di me l’immagine
d’un teatrante, come lo fu mia madre, personaggio ben noto qui a Varsavia come
attrice e cantante e come lo fu anche mio padre, attore e ballerino. Io ho
composto, interpretato o messo in scena opere teatrali, debuttando nei teatri e
nei salotti di mezza Europa.
STANISLAO AUGUSTO: Ebbene, sarà così che noi
tutti vi ricorderemo, eccellentissimo e illustrissimo Jakub Conte Kasanow De
Farussi! (Rivolto a tutti) Non è vero?
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)
PUBBLICO: (Applaude)
GIACOMO CASANOVA: (Va ad unirsi al gruppo dei
Nobili, senza rispondere agli applausi)
IX SCENA – INTERVENTO CANALETTO:
Scena:
Bernardo Bellotto, Canaletto convocato dal re.
STANISLAO AUGUSTO: Ora veniamo a voi,
Illustrissimo Maestro Bernardo Bellotto o meglio “Canaletto, Primo Pittore di
Corte”, come siete solito presentarvi.
CANALETTO: (Dalla platea sale in palcoscenico e
va a disporsi, in piedi, davanti al leggio) Certo, Maestà, Canaletto, Onoratissimo
Primo Pittore di Corte! Però lo
pseudonimo “Canaletto” dal nome di mio zio, Antonio Canal, m’è stato attribuito
qui a Varsavia, dai vostri cortigiani, dal vostro popolo, da voi in persona.
STANISLAO AUGUSTO: Certo, voi, come vostro zio,
avete dipinto soprattutto ‘vedute’. E adesso noi, grazie a voi, conosciamo
Varsavia, la nostra città, come la ‘vedete’ voi, con gli occhi di uno
straniero. E come la vedete voi, con i vostri occhi, Varsavia, forse è anche
più bella!
CANALETTO: Varsavia, di per se, ha un fascino
particolare, in special modo al tramonto e all’alba, impossibile da riprodurre
su una tela, Maestà. Eppure io, già prima di approdare in Polonia, avevo
dipinto ‘vedute’, in varie città d’Europa: a Dresda, a Roma, a Venezia, a
Torino, a Vienna, …
STANISLAO AUGUSTO: a Cracovia (Raggiunge il
gruppo dei Nobili, senza rispondere agli applausi).
CANALETTO: … è vero, anche a Cracovia!
STANISLAO AUGUSTO: Ecco perché noi della corte e
il popolo polacco, vi adoriamo.
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)
PUBBLICO: (Applaude)
X SCENA – INTERVENTO MERLINI:
Scena: Domenico
Merlini convocato dal re.
STANISLAO AUGUSTO: Cosa dire all’Illustrissimo
Architetto Domenico Merlini? Se non, un ‘grazie’ per averci impreziosito
Varsavia, Królikarnia, Jabłonna, Wola, Powązki e Łazienki. E poi questo
splendido teatro! (Si alza, fa un mezzo giro su sé stesso e torna a sedersi).
Su venite!
DOMENICO MERLINI: (Dalla platea sale in
palcoscenico e va a disporsi, in piedi, davanti al leggio) Grazie, Maestà. Ma è
tutto merito vostro, della vostra competenza, della vostra generosità.
(Raggiunge il gruppo dei Nobili, senza rispondere agli applausi)
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)
PUBBLICO: (Applaude)
XI SCENA – INTERVENTO SACCO:
Scena:
Antonio Sacco è, in piedi, davanti al leggio.
STANISLAO AUGUSTO: Ora veniamo a voi,
eccellentissimo Coreografo e capocomico Antonio Sacco, veneziano, conosciuto in
tutta Europa come Arlecchino, o meglio Truffaldino.
ANTONIO SACCO: Grazie, Maestà. (Fa un vistoso
inchino)
CATERINA GATTAI: Il nostro Maestro Antonio
Sacco, Maestà, ora vi illustrerà una lezione di balletto.
ANTONIO SACCO, ANDRÉ BERTOLDI E ANGELA SACCO:
(Partita il minuetto al clavicembalo. Si esibiscono in esercizi di stile e
pantomima)
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)
PUBBLICO: (Applaude)
ANTONIO SACCO, ANGELA SACCO, ANDRÉ BERTOLDI:
(Ringraziano il pubblico e tornano al loro posto)
XII SCENA – ASSEMBLEA:
Scena:
Carlo Tomatis, Caterina Gattai e Marcello Bacciarelli.
AUGUST MOSZYŃSKI: (Sempre in piedi accanto al
trono dove siede il re, porge a Stanislao Augusto, un foglio di carta) Monsieur
Carlo Tomatis, o Conte de Valery-Thomatis della Sabaudia, oppure Conte
Thomatis-Valei d’Etruria, come preferite essere annunciato, Vostra Maestà
vorrebbe ascoltarvi.
CARLO TOMATIS: (Accanto al cavalletto) Vi
ringrazio, Maestà, per l’opportunità che mi date di parlare. Voi, che appena
una settimana dopo la vostra incoronazione, generosamente, firmaste con me un
contratto che mi concedeva l’esclusiva degli spettacoli e 10.000 ducati l’anno
di sovvenzione. Ricordo come fosse adesso, mi disse …
STANISLAO AUGUSTO: … Maintenent, mon “Directeur
des Plaisirs”, choisi dans tout ce qu’il y a de meilleur en Italie.
CARLO TOMATIS: Esattamente! Noto che avete
un’ottima memoria.
STANISLAO AUGUSTO: Si, ma continuate.
CARLO TOMATIS: Così ho dovuto affrontare i primi
difficili momenti per allestire le rappresentazioni. Basti pensare che m’ero
impegnato a rinnovare lo spettacolo ogni mese. Così non delusi certo le
aspettative di Sua Maestà, tanto è, che mi rinnovò il contratto.
Disgraziatamente però la mia Compagnia successivamente s’è sciolta, malgrado
avessi ricevuto ottime recensioni sulla rivista “Monitor”.
STANISLAO AUGUSTO: (Volge lo sguardo verso le
dame) Vedo con piacere che sono presenti quest’oggi molte affascinanti nobili
dame ed anche alcune splendide artiste del palcoscenico. Perché non ascoltiamo
qualche loro considerazione?
CATERINA GATTAI: (Prende la parola)
Personalmente, Maestà, io avrei qualcosa da dire.
STANISLAO AUGUSTO: Prego.
CATERINA GATTAI: Il mio consorte Carlo Tomatis,
per amor del vero, avrebbe dovuto specificare che se anche il Teatro Operalnia
di Varsavia venne smontato, certo non fu per causa sua.
ALESSANDRA STABILI: (Interviene) E tantomeno di
noi artisti. Anche le colleghe Bonafini, Sacco, Ristorini, Banti, Gattai,
Merlini, qui presenti, e finanche Teresa Casacci e Alessandra Stabili, possono
testimoniare il nostro impegno nella ricerca e nella sperimentazione. Le messe
in scena a quell’epoca, erano ben selezionate e molto curate. E poi mi sembra
che anche gli spettacoli del teatro sarmatico, con l’hetmano o con la
cavalleria, non abbiano potuto continuare la loro attività con gli altri
direttori del teatro che si sono succeduti. E, sia le opere in lingua polacca
dei Principi Czartoryski e Radziwiłł, che quelle straniere, in lingua
originale, di Monsieur Ogiński, a me risulta che non abbiano prodotto, in
fondo, dei gran profitti, malgrado i consensi. Infatti, non potendo più
mantenere le spese, furono costretti, anche loro, loro malgrado, ad abbandonare
l’impresa.
CATERINA GATTAI: Quindi la sorte infausta e
ineluttabile del Teatro Nazionale non credo sia dipesa né da una cattiva scelta
del repertorio, né da errate valutazioni di messe in scena e tantomeno da mala
amministrazione. C’è poi da dire che Carlo Tomatis, se posso permettermi, tra
l’altro, non ne ha neanche tratto particolari vantaggi economici da quella
gestione.
STANISLAO AUGUSTO: Questo sarebbe tutto da
verificare. A giudicare dalle proprietà del vostro stimatissimo consorte, dolce
dama battagliera, non si direbbe che voi, tutti e due, navighiate in cattive
acque. Mi risulta, anzi, che state progettando di andare a vivere in una
superba villa a Królikarnia, nei pressi di Varsavia, beati e spensierati come
due piccioncini. Peraltro progettata dall’architetto di Corte … (Rivolto a
Domenico Merlini) Non è così, illustre Maestro Domenico Merlini?
DOMENICO MERLINI: Sì, è così, Maestà.
STANISLAO AUGUSTO: Sarà un edificio bello come
questo teatro? Per realizzare questo meraviglioso Teatro di Corte, immagino,
sarete stato ispirato da Dio, come San Luca!
DOMENICO MERLINI: Sicuramente da un dio, ma da
un Dio dell’Olimpo, Maestà.
STANISLAO AUGUSTO: (Ride)
CATERINA GATTAI: (Interviene) In verità, invece,
la nostra residenza sarà meno che una “bagatella” come ha intitolato la sua
villa il sommo pittore, Direttore dell’Accademia delle Belle Arti, qui
presente, Marcello Bacciarelli (Fa un inchino rivolta verso il pittore).
Comunque, se tutto questo sarà possibile, lo dobbiamo certamente alla vostra
generosità e considerazione, che avete sempre dimostrato nei nostri confronti,
Maestà.
STANISLAO AUGUSTO: Ah! Il vostro charme, madame
Gattai, non mente! (Sorride)
CATERINA GATTAI: Tutti, o meglio tutte, a corte,
sanno della vostra magnanimità e del vostro amore per il buongusto e per la
raffinatezza.
STANISLAO AUGUSTO: Torniamo alla materia di
discussione di quest’oggi, un plauso e anche un applauso direi di rivolgere al
nostro Maestro di Teatro Wojciech Bogusławski, (Lo indica, sulla balconata di
sinistra) vero protagonista di questa assemblea.
WOJCIECH BOGUSŁAWSKI: Grazie Maestà.
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)
PUBBLICO: (Applaude)
MARCELLO BACCIARELLI: (Si alza in piedi e si
toglie dal capo il rogatywka) Se posso intervenire Maestà.
STANISLAO AUGUSTO: Ma certo.
MARCELLO BACCIARELLI: (Dalla platea sale in
palcoscenico e va a disporsi, in piedi, davanti al leggio)
STANISLAO AUGUSTO: Dite pure, mio caro
stimatissimo Marcello Bacciarelli. Ogni vostra considerazione è di gran valore
per tutti noi. E poi a me interessa particolarmente la vostra opinione. Voi,
oltre che "mio Primo Pittore", siete un profondo minatore nelle cave
dei sentimenti altrui. Lo avete dimostrato ampiamente col vostro pennello ogni
volta che mi avete ritratto sulla tela.
MARCELLO BACCIARELLI: Vi ringrazio Maestà. Ma
ciò è facile quando s’approda in quella miniera inesauribile che è il vostro
cuore e la vostra mente. Ora però, seppure in maniera critica, vorrei dire che
l’arte non è qualcosa di lucroso. E sarò forse crudele nei confronti di
qualcuno, ma nell’arte, che sia pittura, musica o teatro, non ci si può
improvvisare artisti. (Raggiunge il gruppo dei Nobili)
STANISLAO AUGUSTO: Ora che abbiamo a
disposizione nuovi talenti del calibro di Świerzawski e Truszkolawski, gli
straordinari interpreti dei personaggi comici nobiliari, sicuramente i futuri
“Primus Poloniae Actor”, riformiamo questo nostro Teatro, come ha fatto in
Prussia, Eugenio Ackermann!
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)
PUBBLICO: (Applaude)
XIII SCENA - CAGLIOSTRO:
Scena:
August Moszyński va a disporsi dietro al cavalletto da pittore.
STANISLAO AUGUSTO: (Rivolgendosi a Cagliostro)
Cosa avete da dirci voi, invece, Divino Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro?
CAGLIOSTRO: (Mówi w języku włoskim.
August Moszyński tłumaczy na język polski)
CAGLIOSTRO: (Dalla platea sale in palcoscenico e
va a disporsi, in piedi, davanti al leggio. Esplode subito, in una sorta di
comizio) Vostra Maestà, compagni di Varsavia, gente di Polonia, ascoltate! È
ora che anche voi polacchi, come ho già detto alle altre genti d’Europa,
conosciate tutta la verità sulla mia straordinaria vita, che per colpa di
qualche malalingua potrebbe andare così improvvisamente in malora! (Pausa) Lo
so, con questo nome, Cagliostro, già di per sé arcano, sono e sono stato per
tutti, in Europa, un personaggio scomodo, un uomo misterioso a cui avrebbero
fatto difetto la modestia e l'onestà.
AUGUST MOSZYŃSKI: (Tłumaczy) Polacy!
Moi warszawscy uczniowie, słuchajcie! Nadszedł czas, abyście i wy, jak i inne
narody Europy, poznali całą prawdę o moim niezwykłym życiu, która mogłaby
zostać zniweczona przez kilka złych języków! (Przerywa) Wiem, że z powodu
mojego własnego nazwiska, Cagliostro, które samo w sobie jest zagadkowe, byłem
i jestem dla wszystkich w Europie osobą niepożądaną, tajemniczą i złowrogą,
niezdolną do skromności i uczciwości.
CAGLIOSTRO: Io invece mi ritengo un uomo
estremamente sincero, soprattutto con me stesso, con eccellenti poteri occulti
ed ho, dovunque sono stato, compiuto miracolose guarigioni. Ho avuto ed ho,
peraltro, il dono della preveggenza. In gioventù sono stato un valido
disegnatore e pittore, un commediante; oggi sono un esperto alchimista, nonché
un falso, ma valente medico. Insomma ho osato ed oso quello che i comuni mortali
solitamente non osano! Mi sono “dilettato” a far più cose divenendo così un
ottimo medico dilettante, un ottimo alchimista dilettante, un ottimo, se
vogliamo, avventuriero dilettante, quasi un Casanova, ma con una moglie al
seguito. Io ho avuto il coraggio di mettere in discussione le regole, il
perbenismo, ecco perché mi sono attirato l'odio, la diffidenza, lo scetticismo
di certi potenti, o meglio “pre-potenti” (Ride vistosamente).
AUGUST MOSZYŃSKI: Tymczasem ja uważam,
że jestem człowiekiem absolutnie szczerym, zwłaszcza wobec siebie, wyposażonym
w niewidzialne moce, któremu, gdziekolwiek bym nie był, zdarzało się dokonywać
niezliczonych cudownych uzdrowień. Poza tym miałem i mam dar przewidywania
przyszłości. Za młodu byłem cenionym rysownikiem i malarzem, komediantem; dziś
jestem sławnym alchemikiem i lekarzem, wprawdzie nie szkolonym, ale skutecznym.
Byłem i jestem tak zuchwały, jak żaden ze zwykłych śmiertelników! Zabawiałem
się robieniem wielu rzeczy, i tak oto stałem się znakomitym lekarzem-dyletantem,
znakomitym alchemikiem-dyletantem, znakomitym, jeśli można tak powiedzieć,
awanturnikiem-dyletantem, niemal Casanową, ale wożąc zawsze ze sobą swoją żonę.
Miałem odwagę poddawać w wątpliwość wszelkie reguły, fałszywą moralność, oto
dlaczego wzbudziłem nienawiść, podejrzliwość, sceptycyzm niektórych możnych, a
nawet przemożnych osób (Wybucha gwałtownym śmiechem)
CAGLIOSTRO: (Rivolto a sua moglie nella loggia
di destra) È vero Lorenza, cara mogliettina mia cara, che sono un genio? Prawda, Lorenza, moja droga żoneczka jestem geniusz?
(Rivolto a Madame Ponińska nella loggia di destra, accanto a Lorenza Feliciani)
C’est le vrai, Madame Ponińska?
MADAME PONIŃSKA: Mais oui, certainement,
Monsieur Cagliostro!
LORENZA FELICIANI: (Nella seconda loggia a
destra) Sì, certo! Tak, prawda!
CAGLIOSTRO: (In polacco stentato) Allora...,
osservate con attenzione (Fa il gesto con le mani. Tira fuori una boccetta da
una bisaccia) Ecco, questo è un medicamento per le contusioni. Oto, to jest lekarstwo dla kontuzje.
AUGUST MOSZYŃSKI: Vedo che non avete più bisogno
di me. Allora ... (Sta per allontanarsi)
CAGLIOSTRO: (Saluta il traduttore con un gesto
di stizza) Siete un mostro! Potwór!
AUGUST MOSZYŃSKI: (Reagisce con una grossa
risata) E voi, un demonio! Diabeł, Szatan (Torna
accanto al re)
CAGLIOSTRO: (Prende dalla bisaccia, un’ampolla
che trabocca fumo) Questa è un’acqua miracolosa. To
jest cudowna woda (Tira fuori ancora, un cofanetto, dalla bisaccia)
Questa è una pomata miracolosa. To jest cudowna pomada.
(Tira fuori, infine, un pezzo di metallo, dalla bisaccia) Questo è un vile
metallo che io trasformerò in oro. To jest prosty
metal, który zmieniam na złoto.
ELISE VON DER RECKE: (Si alza in piedi, nella
prima balconata di destra, poi, parlando in polacco e traducendo alla meglio in
italiano) Buffone, ciarlatano, imbroglione, mistificatore. Profeta da
strapazzo! Vattene da Varsavia, vattene dalla Polonia e tornatene nella tua
Italia dove spero tu finisca murato vivo a riflettere sulle tue nefandezze,
dentro qualche torre di qualche fortezza.
DOROTA VON MEDEM: Siete un mostro! Un demonio!
CAGLIOSTRO: (Rivolto a Elise, parlando in
italiano e traducendo alla meglio in polacco) Nooo! Sibilla da quattro soldi.
La mia patria ormai è l’Europa. Piuttosto, tu, morirai zitella, rinchiusa in
clausura! Nieeee!!!!!! Teraz moja ojczyzna jest Europa.
Ty, stara i brzydka panna, będziesz umierać w klauzura!
WOJCIECH BOGUSŁAWSKI: (Nella balconata di
sinistra, si alza in piedi e, parlando in polacco) Siete un buffone.
FRANCZISZEK RYKS: Avete imbrogliato le Corti di
mezza Europa.
WOJCIECH BOGUSŁAWSKI: Caterina II, Regina di
tutte le Russie, per denunciare al mondo intero la vostra natura di
imbroglione, vi ha appunto intitolato l’opera teatrale “Oszust”, rappresentata
anche qui a Varsavia.
KANDAKE: Vergognatevi!
ADAM DMUSZEWSKI: Sì, vergognatevi!
CAGLIOSTRO: (In italiano e poi traducendo in uno
stentato polacco) Lascerò Varsavia, con la sua gente che invece mi ama, città
umiliata però dalle vostre parole. Ma partirò sopra un Drago di Fuoco,
acciocché anche voi sappiate chi è, in verità, Giuseppe Balsamo Conte di
Cagliostro, Alchimista e Grande Cofto della Massoneria Egizia. (Raggiunge il
gruppo dei Nobili, senza rispondere all’applauso)
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Applaudono)
PUBBLICO: (Applaude)
XIV SCENA – FINALE:
Scena:
Tutti, si predispongono così come stabilisce il coreografo Antonio Sacco. Parte
la Musica.
TUTTI I PRESENTI IN SCENA: (Ballano l’intero
brano musicale)
PUBBLICO: (Applaude)
TUTTI I PRESENTI IN PALCOSCENICO: (Salutano con
inchini)
TUTTI I PRESENTI IN SALA CHE INDOSSANO I
COSTUMI: (Durante gli applausi si dispongono in fila sul ponticello)
XV SCENA - DI CHIUSURA:
Scena:
Riparte Musica
MARIANNA MERLINI COMELLI: (Invita, poi, Michele
Bisesti - in jeans e t-shirt, ma con un tricorno in mano - a salire sul
palcoscenico, incaricando August Moszyński di scendere in platea ad invitare
personalmente Michele Bisenti)
AUGUST MOSZYŃSKI: (Scende in platea e invita il
regista a salire con lui in palcoscenico)
REGISTA - MICHELE BISESTI: (Accompagnato da Anna
Binetti che porta con sé un cesto pieno di rose, segue August Moszyński fino al
centro del palcoscenico. Ringrazia il pubblico, bacia ogni donna mentre offre,
ad ognuna di loro, una rosa)
PUBBLICO: (Applaude)
XVI SCENA – SIPARIO:
Scena: Sipario
Chiuso. Il pubblico si accinge ad uscire.
PUBBLICO: (Mentre esce, viene diffuso in sala,
un brano polacco settecentesco)
TUTTI I RICOSTRUTTORI STORICI: (In costume,
all’uscita del teatro, accolgono il pubblico fuori nel parco. Offrono, se sarà
disponibile, qualcosa da bere e qualcosa da mangiare e si mettono a
disposizione di chi volesse conversare con loro o fotografarli)
FINE DELL’EVENTO