lunedì 25 aprile 2011

DOMENICO COMELLI: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS



"DOMENICO COMELLI", Monologo Teatrale in lingua italiana, scritto da Alberto Macchi a Varsavia nel 2011. Inedito.

DALL'IDEA, AL TESTO, ALLE RAPPRESENTAZIONI:

Anno 2011
- Lettura drammatizzata del testo teatrale "Domenico Comelli", al Teatro "Marconi" di Varsavia, con gli allievi del Laboratorio Permanente Europeo.

RECENSIONI, ARTICOLI: STAMPA, INTERNET, RADIO, TELEVISIONE:

DOMENICO COMELLI (o GOMELLI) (Gorizia 1737* – Varsavia 1804). Conte. La sua nobile famiglia appartiene all’Ordine dei «Cavalieri Romani», un Ordine Cavalleresco che trae origine dai Ceteri o Equites guardie del Corpo di Romolo. Vi fecero parte i Gracchi e Ovidio. Figlio del Conte Carlo De Comelli - che si fregia dell’appellativo di “von Stuckenfeld”, riconoscimento acquisito da un suo antenato del XVII secolo per le valorose azioni contro i Turchi durante l’assedio di Vienna - ha 31 fratelli, di cui Antonio, letterato e Zanetto, soldato, morto alla battaglia di Praga. Suo padre infatti, uomo dal vissuto molto movimentato, ha avuto, da due mogli, ben 32 figli. Profondamente innamorato della Polonia, ancora giovane, decide di trasferirsi a Varsavia. Frequenta la Corte Reale e presto assume il titolo di Ciambellano di Stanislao Augusto Re di Polonia. Successivamente viene nominato Cavaliere di Malta. Aderendo al desiderio del re, nel 1791, alla matura età di 54 anni, sposa a Varsavia la non più giovane dama Marianna Merlini (Varsavia 1765 – Varsavia 1794), di 26 anni, figlia del Primo Architetto di Corte Domenico Merlini e di Marianna Somberger. Il re, particolarmente favorevole a questo matrimonio, lo onorerà con grandi prove d’affetto per tutto il resto della vita e, nel giorno delle nozze, per dimostrare la sua approvazione, offre il braccio alla sposa per condurla alla sala del banchetto dove, fra tanti altri illustri personaggi, sono presenti il Principe Giuseppe Poniatowski e il Conte De Normandes Ambasciatore di Spagna. Marianna Merlini Comelli s’afferma come cantante lirica, col soprannome di Nina o Manon e ha un rapporto epistolare con Domenico Bruni; in una delle sue lettere parla del Maestro Domenico Cimarosa che è appena giunto a Varsavia con tutta la sua famiglia. Nel settembre del 1792 il Conte Domenico Comelli accoglie a Varsavia con straordinari festeggiamenti, Ludwig Buchholtz nuovo rappresentante diplomatico della Prussia. Subito dopo, dovendo occuparsi, fra le altre cose, di alcuni affari di famiglia, si reca in Italia e porta con se la sua sposa. Quando nel 1793 ritorna a Varsavia trova la città totalmente occupata dai Russi. Tre anni dopo le nozze, nel 1794, muore a Varsavia la sua sposa appena ventinovenne. Comelli non ha mai perso i contatti con la sua città natale in Italia tanto che i suoi parenti sono costantemente informati circa la situazione drammatica che si sta creando in Polonia. Nel 1795 denuncia al Tribunale di Ajello Carlo Sassini farmacista di Sapagliano e l’anno successivo al Tribunale di Gradisca viene invece denunciato dall’Ufficio Fiscale di Gorizia Geminiano De Comelli per debiti nei confronti del Monte di Pietà. Domenico Comelli muore a Varsavia a sessantasette anni. Dopo la sua morte vengono pubblicate alcune sue lettere riguardanti i fatti di Polonia dal 1792 al 1793, nonché l’Albero Genealogico dei suoi nobili antenati, tra cui spicca un altro Domenico Comelli (Bologna 1599 – Bologna 1663), Avvocato dei Poveri e Consultore del Sant’Uffizio, fondatore di un Collegio per giovani studenti in Bologna, importante esponente di quel ramo della famiglia Comelli originaria di Castel San Pietro in provincia di Bologna. Nel 1663 questi viene ricordato perché il noto scrittore Giovanni Girolamo Miniati, in occasione della morte, gli ha dedicato una preziosa opera dal titolo “Descrizione de’ Funerali di Domenico Comelli”. Don Pietro Comelli, invece, un successivo esponente della famiglia Comelli del ramo friulano, sarà ricordato per aver inviato nel 1839 al giornale la “Favilla” di Trieste, di nascosto di Caterina Percoto, l’opera letteraria “Commento alla traduzione del poeta Andrea Maffei di alcuni brani della Messiade del drammaturgo Friedrich Gottlieb Klopstock”, ovvero il primo scritto di questa futura nota scrittrice; in seguito a questo fatto Caterina inizierà un rapporto duraturo con l'Editore Francesco Dall'Ongaro, da subito suo mentore. Il Ciambellano del Re di Polonia Domenico Comelli è considerato oggi “un'ombra tragica, invocante invano all'Europa un atto di energia e di volontà, che possa salvare la Polonia dalla morte”, oltre che un illustre testimone della seconda spartizione della Polonia. (Articolo di Alberto Macchi e Angela Sołtys, "Gazzetta Italia", Varsavia Maggio 2011)

* La scuola dei cadetti di Šklov si era fatta un certo nome e vi arrivavano allievi da tutte le parti. Domenico Comelli, un friulano di Aiello, ciambellano dell’ultimo re di Polonia Stanislao Augusto Poniatowski (1732-1798), che aveva sposato la figlia dell’architetto reale Domenico Merlini (1730-1797), vi portò nel 1790 i due fratelli minori della moglie. Era proprio l’anno in cui a Šklov si era trovato anche Zuccato. Scrive il Comelli in una lettera del 22 maggio 1793: "Tre anni fa adesso, che io proteggeva e spedii due fratelli minori della mia Nina nell’Accademia di Sklowia fondata da S.E. il generale conte Zoris, fu favorito per due anni soli dall’imperatrice di Russia e culbutato per gli intrighi e gran cabale del defunto principe Potemkin Taurico… Questo è il zio della sposa del sig. Conte Zucatto nipote del sig. consigliere Morelli di Gorizia… La Nina [la moglie di Comelli] avrà il piacere di presentarsi a S.M. il Re e di là [da Belostok] proseguirà il suo viaggio [per San Pietroburgo], il cui motivo è in primo luogo di stabilirvi il suo fratello 46 Мемуары графини Головиной. Mosca 2000, p. 55-56. 47 Apprendiamo, da fonte tuttavia incerta, il nome della moglie di Zuccato: Aleksandra Petrovna Vojnova. ... primogenito… ed anche per rivedere i suoi due fratelli avanti che sortano dall’accademia per andar a S.Pietroburgo…48. La moglie di Comelli, che egli chiamava Nina, ma che il cui nome in realtà era Marianna, faceva la cantante. Sarebbe morta in circostanze poco chiare il 12 agosto 1794, a soli 29 anni, durante l’insurrezione di Varsavia, 49 mentre Comelli era già rientrato in Italia. Prima di sposare il ciambellano friulano, Marianna Merlini (detta anche Manon) era stata una delle favorite del re e anche dopo il matrimonio aveva avuto degli amanti, tra cui, probabilmente, il conte Jakov Efimovič Sievers (1731-1808), rappresentante straordinario di Caterina la Grande nella capitale polacca.50 Lo storico Kazimierz Waliszewski (1848-1935), sulla base di una lettera di Sievers, che tanta parte aveva avuto nelle spartizioni della Polonia, ne descrive «la commovente tenerezza e le lacrime di coccodrillo che versava quando cantava la Camelli, un’avventuriera, ex favorita del re che dava un concerto in onore di Sievers in casa del nunzio»,51 monsignor Ferdinando Maria Saluzzo (1744-1816). Il fratello primogenito della Merlini, che si chiamava Francesco, sarebbe entrato nell’esercito russo come primo maggiore.52 Uno dei fratelli minori, Stanislao (Stanislav Dem’janovič, 1775-1833), divenne tenente generale russo. A Pietroburgo, attorno agli anni Trenta dell’Ottocento, un certo capitan Merlini era diventato la favola della città. Frequentava assiduamente i pranzi della nobiltà pietroburghese senza esservi invitato per poi sdebitarsi una volta l’anno invitando tutti in una sua piccola casetta di legno sulla Fontanka. Aveva una carrozza e una quadriglia di cavalli pronta dal mattino presto fino a tarda sera a condurre la sua persona per tutta Pietroburgo secondo un piano ben preordinato: dove e da chi far colazione, pranzare e cenare». «Donde venisse, dove avesse servito, se fosse veramente un capitano e si chiamasse realmente Merlini, non lo sapeva nessuno e nessuno se ne preoccupava; il suo passato rimase sempre avvolto in un impenetrabile mistero...» Probabilmente, era il terzo dei fratelli. [...] A Praga trovò la morte un fratello del summenzionato Comelli di Aiello del Friuli, di nome Zanetto, che aveva combattuto dalla parte degli insorti.
48 Alessandro Morpurgo, Lettere inedite del Conte Domenico Comelli Ciambellano del re Stanislao Poniatowski circa ai fatti di Polonia dal 1792 al 1793, in “Archeografo triestino. Raccolta di memorie, notizie e documenti particolarmente per servire alla storia di Trieste, del Friuli e dell'Istria”, vol. XVI, 1890, pp. 249-250. 49 Krzysztof Zaboklicki, Il conte friulano Domenico Comelli, ciambellano di Stanislao Augusto e testimone della seconda spartizione della Polonia, Varsavia-Roma 1996, pp. 7, 9.
50 Ib., p. 4-7.
51 Валишевский Казимир. Вокруг трона. Mosca 2004, p. 27.
52 Zaboklicki, cit., p. 7.
(Mario Corti, Giorgio Giovanni Zuccato, Collana Sism n. 6, 2013)


Ritratto Domenico Comelli (particolare): acquarello del 1788 ca, di Giovan Battista Lampi il Vecchio (Romeno 31/12/1751 – Vienna 11/2/1830).


Il volto di Stanislao Augusto in questo ritatto ad olio su tela del 1789 ca, sempre di Giovan Battista Lampi il Vecchio, è molto simile al volto di Domenico Comelli nell'acquarello dello stesso pittore del 1788 ca. (Dott. ssa Angela Sołtys).

BIBLIOGRAFIA:

Krzysztof Żaboklicki, Il conte friulano Domenico Comelli, ciambellano di Stanislao Augusto e testimone della seconda spartizione della Polonia: Conferenze, Accademia Polacca delle Scienze, Biblioteca e Centro di Studi a Roma, Roma 1996.
Krzysztof Żaboklicki, Il Conte friulano Domenico Comelli, Ciambellano di Stanislao Augusto e testimone della seconda spartizione della Polonia, Upowszechnianie Nauki-Oswiata, Varsavia Roma 1996.
Alessandro Morpurgo, Lettere inedite del Conte Domenico Comelli, Ciambellano del re Stanislao Poniatowski, circa ai fatti di Polonia dal 1792 al 1793, Stabilimento Artistico Tipografico G. Caprin, Trieste 1890, pp. 231-258.
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Alberto Macchi e Angela Sołtys, Domenico Merlini [in:] "Gazzetta Italia", Varsavia Gennaio 2011.
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LINK COLLEGATI:

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Alberto Macchi (regista)

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Sono un appassionato di ricerche sul "Grand Tour e sulle Accademie dell'Arcadia e di San Luca nel XVIII secolo". Vivo in Italia ed in Polonia dove, di tanto in tanto, AMO VIAGGIARE NELLO SPAZIO E NEL TEMPO. Chiunque, residente in uno di questi due paesi, nutra la mia stessa passione, può contattami per un incontro in cui condividere e scambiarsi esperienze, foto, opere, documentazioni raccolte a tutt'oggi e magari per concordare un'eventuale escursione, tra realtà e immaginazione, da fare insieme successivamente.


0.278 - 12.1.15

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