“BATRICE CENCI" è il testo di una Scena Teatrale, in lingua italiana, scritta da Alberto Macchi a Roma nell'anno 2003. Inedito.
Scena Terza: PRESENZA
Anno 1599. Roma. Beatrice Cenci è dentro una cella, sola. Si guarda intorno, guarda in alto. Avverte una strana presenza che vuole comunicare con lei.
PRESENZA: (Appare) Ti prego, puoi ascoltarmi solo un attimo? Data l'immensa stima che ho di te, vorrei sapere, appunto da te, cosa ne pensi di questo Cattolicesimo scaturito dalla Controriforma?
BEATRICE: Io, ho ben altro da pensare, sono appena stata imputata di parricidio e sento che presto verranno le guardie col boia.
PRESENZA: Lo so, ma questo non ti impedisce, ora, di rispondermi.
[...]
PRESENZA: Allora perché, ad esempio tuo padre, non s'è fatto prete invece di mettere su famiglia?
BEATRICE: Vedi, mia madre, mentendo, mi disse un giorno che mio padre ha sempre amato tutti noi; che è nato proprio per mettere su famiglia, per occuparsi di tutti noi. "Mio padre è stato sempre occupato a fare il porco, già con la futura sposa, prima e con sua figlia e con i suoi figli poi", avrei voluto risponderle. Ma non dissi nulla.
PRESENZA: E del suicidio, che cosa ne pensi?
BEATRICE: A volte ci si suicida per scampare alla Morte nel "Mondo della Parola", in cui esiste soltanto ciò che dalla parola è espresso. Altre volte ci si suicida per una irrefrenabile curiosità d'entrare nel "Mondo della Non-Parola" dove alberga il tutto, compresa quella parte che non è ancora espressa dalla parola. Un filosofo che per tutta la sua vita ha osservato quella parte di umanità capovolta, ha visto ed ascoltato il silenzio, il silenzio di chi si rifiuta di parlare. Di coloro che usano il tu per parlare a se stessi, per comunicare invece col mondo. Ho visto ed ascoltato l'inganno procurato dalla parola, il massacro provocato dalla lingua (1). Non è un caso se tutti sanno che "uccide più la lingua che la spada", frase che era solito ripetere Pippo Bono (2).
PRESENZA: E del Demonio cosa pensi?
BEATRICE: Penso che Satana interferisca nella Storia del mondo anche attraverso fessure impercettibili. Ecco la ragione per cui il Principe delle Tenebre è stato e sarà sempre invincibile! (Pausa) Ma ora posso starmene sola con i miei pensieri?
PRESENZA: Certo che puoi! (Scompare)
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(1) Temi tratti dagli Atti del Convegno su Bruno Bettelheim del 3-4 ottobre 2003, presso l'Istituto di Cultura Austriaco di Roma, Convegno a cura della Dott.ssa Jacopa Stinchelli.
(2) FILIPPO NERI, chiamato da tutti "PIPPO BONO", un giorno confessò una donna che gli raccontò di aver sparlato in maniera molto crudele di una sua amica. Allora egli per penitenza le ordinò di spargere al vento un intero cesto di piume e di andarle a recuperare tutte, una per una, il giorno successivo. Soltanto se fosse stata capace di fare questo avrebbe potuto ricevere il perdono per il suo peccato.
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