sabato 12 marzo 2011

LUCREZIA BORGIA: TESTO TEATRALE, RAPPRRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS




“LUCREZIA BORGIA" è un Monologo Teatrale, in lingua italiana scritto da Alberto Macchi a Roma nell'anno 2003. Inedito.

Scena Unica: CONFESSIONI
Anno 1515, Lucrezia (1) …, a se stessa? Oppure dinanzi ad un pubblico?
LUCREZIA: La mia famiglia (2), da quando è morto Savonarola (3), ha potuto godere di una certa pace. Mia madre (4), poi, in modo particolare. E di conseguenza anch'io. A quei tempi non avevo ancora fratelli (5). Così mio padre, Papa Alessandro VI (6), in casi particolari durante qualche sua assenza, benché fossi ancora una giovinetta, arrivava ad affidarmi anche compiti di Vice-Pontefice, oltre che di Governatrice di Nepi e Sermoneta e mi mandava a vivere al Palazzo sulla Rocca di Spoleto (7). Ma io ero vivace e volevo spassarmela. Amavo stare con i miei amici, solitamente figli di Cardinali o di alti prelati, ma qualche volta anche figli di semplici preti o di monache. Mio padre, poi tra le sue infinite amanti ne aveva una che preferiva in particolare (8): la nuora della mia Madre Superiora (9) del Convento di San Sisto a Roma, dov'io ero stata rinchiusa per essere educata, se così si può dire, dalle Suore Domenicane (10). Una mattina, quando era papa ormai da venti anni, che mio fratello Cesare era appena nato, mio padre mi disse "Sai, cara, da quanti giorni mi sento invocato dal Cielo! Ebbene stanotte finalmente mi son deciso e sono apparso a San Francesco!" D'altronde su questa Terra sono più conosciuto io che Gesù Cristo. E è quindi normale che io possa destare una certa curiosità, oltre che in Terra, anche in Paradiso. Non credi?" Mi son detta allora: "Stavolta mio padre ha superato i limiti … dei limiti. Non gli basta più la Terra, ora va ad invadere e ad insidiare anche il Cielo con le sue demenzialità. E ora che continua ad avere tali comportamenti, non posso certo giustificarlo perché sta invecchiando. No, perché è sempre stato così". Ed io divento più grande, una donzella dai capelli biondi come l'oro, dagli occhi orientali. Incomincio ad indossare tessuti tempestati di gemme, mantelli di velluto scuro bordati d'argento. E trine e merletti pregiati. Porto preziosi monili e collane di perle tra i capelli. Quando incontro Alfonso (11), questi subito impazzisce per me. e me lo manifesta senza alcun ritegno, senza neanche un pizzico di mistero. È un temperamento focoso come tutti gli aragonesi. Presto decidiamo di sposarci benché giovanissimi tutti e due. Ma il nostro connubio è minacciato da liti furibonde. Il mio sposo arriva a dire: “Tu continui a far ricadere su di me (che sono e sono stato sempre una persona colta, saggia, serena, costruttiva e stimata!) i tuoi fallimenti di donna. Mi usi come un amico paziente, per rovesciarmi addosso tutte le tue ossessioni, per poi mortificarmi come uomo, fino a tirar fuori quel peggio di me che io stesso aborrisco. Ebbene: non sopporto più di farmi offendere così. Intendo invece vivere accanto alle persone che mi amano, che mi ammirano e che mi rispettano (quindi accanto a tutti coloro che mi conoscono!)”. Poi urla: “Vivi pure la tua vita, ma lontana da me. Non mi meriti! Vergognati ... e buona fortuna!”. Ma lui, in vero, poi non s’allontana mai da me; è un commediante. Però la nostra unione è seriamente funestata dalle minacce di quel criminale di mio fratello, il Valentino (12). Sapete? Io ho soltanto lui come fratello, però, devo riconoscere, è anch’egli un pazzo! Completamente folle. Forse più pericoloso di mio padre. Sì, perché lui, oltre che porco, è anche crudele e sanguinario. (Pausa) Allora, tornando alla mia vita assieme al mio sposo: Mio fratello Cesare - perché questo è il suo vero nome - ci ha messo gli occhi addosso, a tutti e due. Ecco che mio padre, avvedutosi, subito si preoccupa, così ci sottrae alle sue insidie, organizzando per noi un esilio, ignaro della nostra impossibilità di convivere, un esilio dorato, con una scorta eccezionale. E ci spedisce in un borgo, assolutamente introvabile per chiunque, un borgo sperduto, protetto da mura, inaccessibile; nella Castrum Leonis Vallis (13). Qui giungiamo nottetempo e troviamo ad accoglierci, gli abitanti del luogo, con i dignitari ed altri esuli come noi, ivi residenti, (14) che erano accorsi dalla campagna circostante, per renderci omaggio, ognuno pronto ad assistere noi due con tutto il nostro numerosissimo seguito. Ci viene riservato un palazzetto con la vista, da una parte sulla vallata del fiume Castiglione e dall'altra con le finestre che s'affacciano sulla piazza principale, di fronte alla Chiesa. È un esilio veramente dorato, un ideale luogo di riposo per una, un alcova magica per una vera coppia di innamorati. Ma per noi due tutto questo è praticamente inesistente è comunque dura poco (15). Infatti qualche giorno dopo, all'alba, sentiamo tremare la terra per le grida disumane di uomini inferociti. Era l’esercito di mio fratello che stava avvicinandosi al paese. Questi uomini oltrepassano il fiume di Castiglione, ma poi quando sono quasi sotto il nostro palazzo, vengono attaccati dai soldati leonini posti a nostra difesa. Al vespero l’esercito di mio fratello è già sconfitto e messo in fuga. Ma ormai l'incantesimo di quella pace che poteva cancellare anche le pene del nostro cuore è stato interrotto. Non si può vivere più tranquilli né lì né altrove. Finisce infatti che il Valentino l'anno successivo riesce a mettere a segno il suo vecchio progetto criminoso, quello di uccide il mio sposo. È il 15 luglio del 1500 quando il mio bell'Alfonso, che dai tempi della nostra prima fuga, non m’apparteneva più, cade sotto i suoi colpi. Qualcuno dice che io, benché fossi una donna sensibile e protettrice di artisti e letterati (16), abbia complottato minuziosamente quella morte di concerto con mio fratello. Ma come avrei potuto io, se amavo, sebbene lo tormentassi, il mio adorato Alfonso! (Rivolta al pubblico) E Cesare, mio fratello, poi, ucciso come Cesare alle idi di marzo…, avrei fatto uccidere anche lui? (Lunga pausa) Voi così pensate? Una donna che in pochi anni ha sposato tre uomini: il primo a 13 anni, tutti per imposizione del padre e del fratello, ma questo non si dice; che avrebbe assassinato, col veleno e col pugnale, mariti e spasimanti, che se la faceva anche con suo padre, insieme alla sua coetanea, Giulia Farnese, appena una fanciulla; che avrebbe ucciso con polveri segrete contenute in un prezioso anello e che si sarebbe sbarazzata dei suoi amanti spingendoli giù dal balcone; come potrebbe oggi discolparsi da tali infamie? Per altro avallate da un personaggio come Burcardo di Strasburgo, Maestro di Cerimonie in Vaticano. Se vi dico invece che ero una donna di cultura che sovente dialogava con Erasmo da Rotterdam, sostenitrice di artisti e letterati, allegra, amante del bel vivere, nello stesso tempo una buona madre, una sposa fedele e un’ottima amministratrice pubblica, voi mi credereste? Credete sia stato facile per me nata e crescuta in un mondo di lussuria e di intrighi, come una dei tanti figli d’un cardinale che ha continuato a sfornarne ancora degli altri anche una volta divenuto pontefice! Per giunta, considerate, sono stata uno strumento in mano a due potenti, padre e fratello, utilizzato per estendere le loro alleanze politiche, una bellezza e un fascino da sfruttare in tutti i sensi. Mia madre soltanto, una donna quieta, amante della buona cucina, ostessa della trattoria in Piazza Campo de Fiori a Roma, regalatale da mio padre – non certo per generosità o per riconoscimento e tantomeno per amore, ma soltanto per metterla così a tacere – lei è stata il mio unico porto sicuro, nei momenti di disperazione.
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(1) LUCREZIA BORGIA (Roma 18/4/1480 - Ferrara 24/6/1519).
(2) BORGIA o BORJA in spagnolo, era famiglia originaria Aragonese, del XII secolo che si trasferì a Roma nel XV secolo. Suoi personaggi illustri sono: ALONSO o ALFONSO BORGIA (Jativa 1378 - Roma 6/8/1458), l'8 aprile dell'anno 1455 è stato eletto Papa col nome di CALLISTO III; RODRIGO BORGIA o RODRIGO DE BORJA Y DOMS (/Jativa 1/1/1431 - Roma 18/8/1503), nipote di CALLISTO III. Dall'11/8/1492 Papa col nome di ALESSANDRO VI; CESARE BORGIA (1475 - Viana 12/3/1507) detto DUCA VALENTINO, Cardinale. Simpatico, ma amante della guerra, figlio di ALESSANDRO VI, fratello di LUCREZIA; LUCREZIA BORGIA (Roma 18/4/1480 - Ferrara 24/6/1519), una ragazza gioiosa, figlia del Papa ALESSANDRO VI, sorella di CESARE. (3) GIROLAMO SAVONAROLA (Ferrara 1452 - Firenze 23/5/1498).
(4) VANNOZZA CATTANEI.
(5) LUCREZIA, JUAN, CESARE, JOFRE'.
(6) ALESSANDRO VI ovvero RODRIGO BORGIA o RODRIGO DE BORJA Y DOMS (/Jativa 1/1/1431 - Roma 18/8/1503). Fu eletto papa l'11/8/1492.
(7) La Rocca di Spoleto del 1359, era Palazzo Apostolico, dove si avvicendarono personaggi illustri come LUCREZIA BORGIA. (Paola Gonnellini, La Rocca Albornoziana di Spoleto, Regione Umbria 2001).
(8) GIULIA FARNESE, moglie di ORSINO ORSINI.
(9) ADRIANA MILA, sposata con il fratello della Superiora delle Suore Domenicane del Monastero di San Sisto a Roma.
(10) Il Monastero delle Suore Domenicane di San Sisto a Roma aveva accolto LUCREZIA BORGIA da bambina. Nell'anno 1500 la ospitò di nuovo prima che andasse, nel 1501, sposa ad ALFONSO I D'ESTE (Ferrara 21/7/1476 - Ferrara 31/10/1534) Signore di Ferrara, un abile condottiero, ma anche un grande protettore di artisti e letterati come TIZIANO, LUDOVICO ARIOSTO e PIETRO BEMBO. (San Sisto all'Appia, B. N. Marconi, Genova 1991).
(11) ALFONSO D'ARAGONA, Duca DI BISCEGLIE, figlio di ALFONSO II Re DI NAPOLI.
(12) CESARE BORGIA detto IL VALENTINO.
(13) Castrum Leonis Vallis, l'attuale paese Castiglione della Valle, nel comune di Colledara in Abruzzo.
(14) I Dignitari della Valle Siliciana come gli esuli fiorentini: GIULIANO DI PIETRO, TULLIO MAJORINI, GIOVANNI MARTELLI, P. L. AZZUNOS; gli abitanti della Terra di Castiglione: LUCIO DE AMICIS, JACOPO IACOVINI e GIUSEPPE VOLPE; il cittadino della Terra di Castagna: GIUSEPPE VINDITTI; poi gli abitanti della Terra dei Castelli Slavi: TITO SETTA e LUDOVICO DE SANTI; ancora gli abitanti della Terra dell'Isola: COSTANTINO LUCCI, ANTONIO GASBARRINI, CLAUDIO MELONI, GIULIO CHIAVONI e MASSIMO PARROZZANI; ed infine i personaggi della Stirpe dei PALMERII DI TOSSICIA: PIO STADERA, RAFFAELE MARCONE e CARLO FASCIANI (Tra Storia e Leggenda, Pro-loco Colledara, 1998)
(15) Dal maggio al 12 giugno del 1499.
(16) LUCREZIA BORGIA fu protettrice di PIETRO BEMBO (Venezia 1470 – 1574) Cardinale e letterato.

LINK DI FILMATI CHE SI RIFERISCONO A LUCREZIA BORGIA:

http://www.youtube.com/watch?v=yrBDccwqa28



0.099 - 15.1.15

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