domenica 13 marzo 2011

RÓŻA CZACKA: TESTO TEATRALE, RAPPRRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS




“RÓŻA CZACKA" è un Dialogo Teatrale, in lingua italiana scritto da Alberto Macchi a Roma nell'anno 2005. Inedito.

Scena Seconda: FERIMENTO
Varsawia, 25 settembre 1939. Madre Elisabetta Chacka, rifugiatasi in una delle case da lei fondate, al n. 4 di Via Wolność, è rimasta seriamente ferita ad un occhio mentre alloggiava in questa casa completamente distrutta da una bomba. Ora è nel letto di un ospedale reduce da un’operazione affrontata senza anestesia. Sono lì, accanto a lei, ad assisterla, Padre Korniłowicz (1) seduto ad una sedia e Suor Teresa Landy (2) in ginocchio accanto per terra al letto.
CZACKA: (Con forza) Vedete Padre Korniłowicz, perdere un occhio per una persona già cieca significa perdere un organo della vista che comunque non poteva più vedere. E se la bomba mi avesse distrutto assieme all’occhio non vedente anche un orecchio, questo invece efficente, in fondo, anche in questo caso, io avrei perso un altro organo sì, ma non la facoltà d’ascoltare, dal momento che mi sarebbe restato comunque l’altro orecchio. Allora, se consideriamo Laski simile ad un albero già menomato dai bombardamenti di cinque giorni fà, con la nuova incursione aerea di ieri a Varsavia e la conseguente distruzione della nostra casa di Via Wolno, quest’albero è stato indebolito, certo, ma esso resta ancora ben radicato alla terra. Ci accorgiamo, insomma, che, in fondo, ieri, ha perduto soltanto un altro ramo.
KORNIŁOWICZ: E vi sembra poco Madre Elisabetta?
CZACKA: Non è poco, ma sia lui che io, abbiamo entrambi salva la vita. Laski, come me, è viva! Non vi accorgete della grandezza di questo miracolo del Signore? Laski ed io siamo vivi! Io e soprattutto Laski, grazie al Signore, malgrado il fuoco e la distruzione che vediamo intorno a noi, siamo tutti e due sopravvissuti fino ad oggi. Ed è questo che conta per adesso. Credetemi. Piuttosto affrettatevi a far ricostruire, perfettamente identica, la nostra cappella di Laski, che so è andata anch’essa distrutta. Non posso pensare alla casa del Signore come ad un cumulo di macerie.
TERESA: Se posso intervenire...
CZACKA: Ma certo, cara. Anzi, voglio che tu smetta di stare in ginocchio qui per terra e che ti accomodi seduta ad una seggiola, come Dio comanda.
TERESA: (Mente si siede) Quello che voi state dicendo, Madre, credo che in fondo, sia stato un po’, anche il pensiero di Brat Albert (3). Questo vostro ottimismo, questa vostra fiducia...
CZACKA: Brat Albert, sant’uomo, con la sua menomazione, credo abbia dovuto soffrire molto piu’ di me. E portare avanti la sua Opera, per lui sarà stato sicuramente più oneroso e più difficile, che per me.
TERESA: Non saprei. So soltanto che comunque egli perdette una gamba in guerra, da eroe, per una causa, per onorare la sua patria.
CZACKA: Sì, ma questo accadde quando era ancora un ragazzo, quando aveva soltanto 18 anni! Ricordo benissimo, egli raccontò, che era al fronte quando rimase ferito, particolarmente ad una gamba. Così fu fatto prigioniero. In carcere, poi, dato l’aggravarsi delle sue condizioni, dovette subire l'amputazione dell'arto sinistro. E, anch’egli, come me, senza anestesia.
TERESA: Ma Brat Albert allora era comunque un militare, un prigioniero di guerra tra altri prigionieri, tutti animati da un pensiero comune, quello di riacquistare la libertà, di salvare la pelle. Tant’è vero che, malgrado fosse rimasto con una sola gamba, ad un certo punto riuscì realmente a fuggire. E raggiunse Parigi mescolandosi ad alcuni prigionieri di guerra francesi…
CZACKA: È vero, ma mentre per me il problema dopo l’incidente, fu la perdita della vista, per lui fu la perdita dell’equilibrio. Egli aveva perduto l’equilibrio. Capisci, mia cara, che trauma tremendo dev’essere stato per un giovane, di quell’età, perdere l’equilibrio? Eppure, grazie a Sant’Ignazio, a San Francesco, al Signore Iddio, egli raccontò d’essersi accorto d’aver avuto, proprio da quel momento, un grande equilibrio, un grande equilibrio interiore, soprattutto. Ed è l'equilibrio interiore, più che quello fisico, che è importante nella vita. È l'equilibrio interiore che bisognerebbe sempre salvaguardare. Perché è questo che poi ti da la forza di trovare la fede nel Signore, quella fede che ti fa continuare a vivere, a vivere una vita piu’ intensa per te e per gli altri. E questa forza, necessaria a conservarci l’equilibrio, ci può venire soltanto dall'amore per il Signore. Infatti Brat Albert soleva dire: „Difficile è mantenere l’equilibrio interiore, per mantenere l’equilibrio del corpo invece, basta una protesi”.
KORNIŁOWICZ: È già capitato altre volte, che quando sono venuto a farvi visita dopo un incidente o durante una malattia per darvi un po’ di sostegno o per assistervi, poi finisce che invece siete voi a rassicurarmi e a rasserenarmi.
CZACKA: (Scherzando) Non dimenticate, Padre, che, anche se mi vedete costretta ad usare il braille per scrivere, voi siete comunque davanti ad una donna forte, nata sulle sponde del Roś, un affluente tumultuoso del colossale fiume Dnieper! (Ride)
TERESA: (Sorride)
KORNIŁOWICZ: Come potrei dimenticarlo?
CZACKA: (Seriamente) Invece, non crediate! Se vi do l’impressione di potervi mostrare tanta saggezza e tanto coraggio è perché voi siete qui accanto a me, è perché anche le mie consorelle (Accarezza sul volto Suor Teresa Landy), con la loro costante presenza qui, tutte mi hanno fatta sentire sempre così amata. È per questo quindi, e anche e soprattutto perché il Signore è benevolo con me, se mi sentite cosi’ fiduciosa, cosi’ ottimista, come dite voi. E poi, anche se in questo momento sono sacrificata dentro il letto d’un ospedale, questo non vuol dire mi io lasci deprimere. Voi, Padre, lo sapete bene, io sono abituata a convivere con la sofferenza, con quella mia e con quella degli altri.
KORNIŁOWICZ: Certo Madre. E’ così. È vero. Ma ora cosa posso fare per voi, avete bisogno di qualcosa?
CZACKA: Naturalmente! Ho bisogno che voi contiuiate ad occuparvi dello spirito delle mie consorelle e, se vi sara’ possibile, in questi momenti così difficili, anche di quello dei nostri piccoli ospiti di Laski. Loro sono bambini, e a differenza di noi adulti, non riescono a capire cosa stia succedendo intorno a loro; con tutta questa violenza, con tutta questa devastazione. E poi, l’improvvisa mancanza della mia presenza. I miei angioletti saranno, a dir poco, disorientati e sicuramente piu’ di noi adulti. Ed è in momenti come questi che le fedi per il Signore, quelle piu’ flebili, possano rischiare di venir meno. Ecco allora perché, Padre Korniłowicz, ora più che mai, tutti noi, ospiti, suore e laici, abbiamo bisogno del suo sostegno spirituale.
KORNIŁOWICZ: Ma vedete Madre, anche se io sono il vostro Padre Spirituale, il Padre Spirituale della vostra Congregazione, questo non significa che io, poi, abbia così tante risorse e così tante facoltà.
CZACKA: Voi forse no, ma il Signore Nostro, Gesù Cristo, tramite voi, sì.
KORNIŁOWICZ: Ripensando, a proposito del parallelismo tra voi e Brat Albert, a cui voi avete pocanzi accennato e cioè, ai vostri due incidenti che hanno causato ad entrambi la perdita d’un elemento del corpo, al fatto che tutti e due avete dovuto sopportare un’operazione senza anestesia, m’ha fatto scaturire nella mente un altro parallelismo. Sia voi che Brat Albert, avete subito certe conseguenze per una caduta da cavallo. Ed entrambi, come è accaduto a Saulo, in quell’istante siete stati tutti e due illuminati dal Signore, folgorati, perché entrambi poteste divenire, appunto come San Paolo, Apostoli delle Genti. Brat Albert infatti e divenuto Apostolo dei Poveri e voi lo siete dei Giovani Non Vedenti. Senza poi trascurare che entrambi avete scelto di indossare l’abito del Terz’Ordine Francescano e che siete entrambi polacchi.
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(1) Nel 1920 Padre WŁADISŁAW KORNIŁOWICZ viene nominato Padre Spirituale della Congregazione delle Suore Francescane Ancelle della Croce e dell’intera Opera di Madre ELISABETTA. Morirà 26 anni più tardi, nel 1946.
(2) TERESA LANDY, suora della Congregazione Francescana delle Ancelle della Croce, che insieme a Madre ELISABETTA CZACKA, ha elaborato il sistema Brail adattandolo alla lingua polacca.
(3) Brat ALBERT ovvero ADAM CHMIELOWSKI (Igołomia 20/8/1845 - Cracovia 25/12/1916), pittore, frate francescano del Terz’Ordine.

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