“GIUDITTA TAVANI ARQUATI" è una Tragedia Teatrale, in lingua italiana scritta da Alberto Macchi a Roma nell'anno 2004. Inedito.
PERSONAGGI:
GIUSEPPE GARIBALDI (VFC)
ERSILIA, popolana romana
AGNESE,
amica di Ersilia
SOLDATO francese al servizio del papa
ZUAVO,
guardia papalina
COMANDANTE delle truppe franco-pontificie
(VFC)
POPOLO
di Roma (VFC)
UOMO di oggi
ATTO UNICO
(in una scena)
Scena Unica:
TRASTEVERE
Roma, 23
ottobre 1867, quartiere di Trastevere. Sta spuntando l'alba. Da una finestra
s'affaccia Agnese che incomincia a stendere i panni del bucato. Ecco che si
aprono lentamente le persiane di un'altra finestra della casa di fronte.
AGNESE:
(Canticchia a bassa voce)
GARIBALDI (VFC): (Ad
alta voce, rivolto ai garibaldini) Crollerà! Parola mia! Parola di Giuseppe Garibaldi! Ormai è arrivata l’ora
che crolli questa baracca pontificia! Pio Nono è
soltanto la negazione di Dio; la vergogna e la piaga dell’Italia! Viva
l’Italia!
GARIBALDINI (VFC): (In coro) Viva l’Italia!
ERSILIA: (Affacciandosi)
Cos'hai Agnese, stamane ti sei svegliata con le galline?
AGNESE: No, con i galli! ... Non li senti?
ERSILIA: No, ho sentito te che canticchiavi, così …
mi sono alzata; stavo così bene sotto le pezze, immersa nel torpore del
dormiveglia!
AGNESE: A dire il vero, io non sono riuscita a
chiudere occhio per tutta la notte. Così a una certa ora ho deciso di mettermi
a fare il bucato, per passare il tempo.
ERSILIA: Vedi cosa significa essere zitelle?
Significa andare a letto da sole col rischio di non prendere sonno per tutta la
notte a causa di certi pensieri o di dormire, ma di svegliarsi comunque all'alba
con certe voglie ...
AGNESE: Zitella ci sarai tu, mia cara Ersilia! Anche
se, con un nome così autorevole, dovresti avere tanti di quegli uomini tu… Io,
dal canto mio, qualcuno con cui "fottere" di tanto in tanto lo
rimedio.
ERSILIA: E' vero, "Ersilia" è stata la
moglie di Romolo il fondatore di Roma, ma io mi chiamo Ersilia e basta. E
certamente senza i suoi attributi. Il solo nome evidentemente non fa presa più
di tanto.
AGNESE: Tornando a prima, ti volevo dire che
stanotte è stato il pensiero dell'eccidio alla Lungaretta che m'ha angosciato,
che non m'ha lasciato dormire.
ERSILIA: E già! Anch'io mi sono svegliata agitata
per la stessa ragione. (S'odono urla,
risate e schiamazzi. Dall'angolo della strada appaiono due uomini ubriachi che
spingono un carretto con sopra i corpi di gente trucidata a colpi di fucile e
di baionetta. I due uomini sono un soldato francese e uno zuavo(1), entrambi al servizio del papa (2))
AGNESE: Guarda quei maledetti! Sono i francesi che
vanno mostrando a tutta Roma i corpi di quelle povere vittime del massacro di
ieri, ammassati su quel carretto come fossero panni sporchi. E fanno schiamazzi
e ridono, sono come bestie. È ancora notte; oltre che i morti, quei maledetti,
non rispettano neanche il sonno dei vivi.
ERSILIA: Non vedi che sono ubriachi!
AGNESE: Certo, devono festeggiare le nefandezze che
sono stati capaci di perpetrare ai danni di quella povera gente.
ERSILIA: Di questo ed altro sono capaci quei porci
dei soldati francesi assieme agli Zuavi, le "sante" guardie del Santo
Padre!
AGNESE: E' tutta gente senza scrupoli. Gli Zuavi poi
sono mercenari assoldati, mezzi beduini, originari delle coste dell'Africa,
gente feroce, disposta a tutto.
ERSILIA: E già!
ZUAVO: (S'avvicina
spingendo il carretto)
SOLDATO: (Segue
il carretto spinto dallo Zuavo)
AGNESE: Riesci a vedere, fra gli altri, il corpo di
quella povera donna, sopra al carretto?
ERSILIA: Si, certo. E credo si tratti, per quanto ne
so, di una certa Giuditta Tavani (3) che dicono fosse incinta. Lo sai, quei
maiali le hanno squarciato il ventre con le baionette appena dopo averla
ammazzata.
AGNESE: A me è bastata già una notte insonne, da
incubi. Adesso se tu continui con certi orrori…
ERSILIA: Ho saputo che anche suo marito Francesco
Arquati è stato ucciso insieme a lei.
SOLDATO: (Con
voce alterata) Qui vive? Chi è là?
AGNESE: (Accostando
le persiane per non farsi vedere, dice sottovoce ad Ersilia) Chiudi,
chiudi, che questi sono pazzi pericolosi!
SOLDATO: Udite gente! Svegliatevi, aprite quelle
maledette persiane, alzate le chiappe calde da sotto le pezze. Ve l'ordino!
Sortite da sotto le coperte! È un ordine!
ERSILIA: (Accosta
le persiane e resta dietro ad osservare giù in strada)
SOLDATO: (Ad
alta voce) Vedete queste spoglie? Vedete questi cadaveri putridi? Ecco,
loro sono i vostri amici. Amici che, invece di starsene tranquilli come fate
voi che ve ne state in casa a farvi gli affari vostri, loro giocavano a fare
gli eroi. Eppure ieri sera il cielo era limpido e chiaro, l'aria calda, una
giornata ideale per fare delle passeggiate romantiche sulle sponde del Tevere. (Rivolto allo Zuavo) Non è vero?
ZUAVO: (Fa un
cenno di assenso)
SOLDATO: No! (Indicando
i cadaveri) Loro giocavano a fare i "Carbonari" d'una volta, si
riunivano in segreto, al buio, come topi, per complottare chissà cosa.
...................................................................................................................................................................Testo definitivo
PRESA DI PORTA PIA:
Nessun commento:
Posta un commento